Secondo la testata giapponese Nikkei, dopo tre anni consecutivi di perdite, la situazione interna a Nintendo appare essere abbastanza caotica, al punto che a giugno potrebbe essere messo in discussione il ruolo di CEO attualmente nelle mani di Satoru Iwata.
Nelle ultime settimane non sono mancati i suggerimenti alla dirigenza su come migliorare la situazione. Ad esempio in un recente evento pare che un investitore di Hong Kong avrebbe suggerito di buttarsi sul mercato degli smartphone, ma la dirigenza Nintendo avrebbe risposto lapidaria: "esistono compagnie che sviluppano giochi per smartphone che producono profitti elevati con continuità?"
Per il capo di un'azienda finanziaria cinese, Nintendo dovrebbe sfruttare maggiormente le sue risorse e i suoi personaggi. Qualche anno fa si parlava di un parco di divertimenti a tema Nintendo a Kyoto, in Giappone. Ma da allora non se ne è saputo più nulla e si suppone che il progetto sia naufragato senza fare troppo rumore. Il commento riguardante lo sfruttamento delle risorse e dei personaggi potrebbe quindi nascondere l'irritazione degli investitori per il fatto che la grande N non ha trovato nuovi modi per trarre profitto dalle sue proprietà intellettuali.
L'anno fiscale conclusosi ieri, 31 marzo 2014, ha prodotto perdite teoriche per 35 miliardi di yen, che non possono essere considerate un grosso miglioramento rispetto alle perdite dell'anno precedente, che ammontavano a 36,4 miliardi di yen. Di fatto sono tre anni di seguito che Nintendo segna forti perdite.
Uno dei motivi principali della situazione sono le pessime vendite di Wii U, anche se Iwata ha rimarcato che il fascino della console si comprende solo dopo averci giocato e che lo scarso successo risiederebbe proprio in questa mancanza di comprensione. Insomma, il messaggio della console non è arrivato al pubblico.
Attualmente, le riserve monetarie di Nintendo sarebbero di 500 miliardi di yen. Il problema è che non è chiaro se sarà Iwata a tentare per un altro anno la svolta della situazione. Nel 2011 i suoi consensi erano altissimi, con ben il 92,89% dei membri del Board of Director a suo favore, ma già nel 2013 i numeri erano scesi e solo il 77,26% gli aveva rinnovato la fiducia. Il prossimo giugno, quando si terrà la riunione generale degli azionisti, per lui sarà un mese molto difficile in cui potrebbe essere messo letteralmente sotto processo, prima di decidere se rinnovare o no il suo ruolo di CEO.
Fonte: Siliconera