Dieci anni e non sentirli. Era il 16 novembre del 2004 (da noi il 18 novembre) quando uscì sul mercato nord americano quello che ancora oggi è possibile considerare lo sparatutto in prima persona migliore di sempre, almeno per quanto riguarda la campagna single player. Half-Life 2 prendeva l'esperienza fatta da Valve con il primo capitolo e la migliorava in ogni direzione, sia narrativa sia di gameplay.
Tra i meriti del capolavoro di Valve vanno segnalati l'uso massiccio della fisica per gli enigmi ambientali; una narrazione profonda e articolata, raccontata usando soltanto mezzi videoludici (quindi niente sequenze d'intermezzo scriptate o pacchiani filmati in computer grafica); la Gravity Gun, una delle armi migliori di sempre; e la costruzione degli scenari, accurata e architettonicamente ispirata (basta ricordare City 17). Se vogliamo possiamo ascrivere ai suoi meriti anche la diffusione tra le masse di Steam, fino ad allora usato da ben poche persone, soprattutto per Counter Strike (Half-Life 2 ne chiedeva l'installazione obbligatoria).
Insomma, i dieci anni di Half-Life 2 meritano di essere ricordati per moltissimi motivi, sperando che prima o poi Valve prosegua e concluda la storia con un terzo capitolo, storia ormai lasciata in sospeso da fin troppi anni.