Come pubblicizzereste la funzione di Remote Play tra PlayStation 4, PlayStation Vita e Xperia serie Z? Sony ha scelto di colpire di fioretto con uno spot dall'indubbia classe, capace di arricchirci non solo del desiderio di acquistare un nuovo apparecchio hardware, ma anche di una maggiore consapevolezza e conoscenza dell'essere umano e del mondo tutto.
Bravi, avete capito che si parla dell'attività che collega la mano dominante al corpo, più precisamente alle sue zone erogene, quelle atte allo scambio umorale con partner di sesso opposto o concordante e alla minzione. Insomma, prendete una dottoressa laureata alla clinica dell'amore, fatele tenere uno sguardo da gang-bang in macchina per tutta la durata dello spot, mettendole in bocca parole ammiccanti che sembrano accusare maliziosamente lo spettatore di turno di masturbarsi un po' troppo, e lo spot sul remote play è confezionato. Ovviamente alla fine viene rivelato l'arcano e appaiono gli apparecchi pubblicizzati, anche se non manca l'ammiccamento di chiusura con la simpaticona che invita a giocarci con chiunque, anche con lei.
Sinceramente lo spot ci scandalizza poco e possiamo facilmente affermare che si è visto di molto peggio ("Beato chi se o fa er sofà"), ma indovinate un po'? La polemica è servita. In effetti Sony ci ha abituati a pubblicità di ben altro spessore e quella in oggetto è davvero squalliduccia, non solo dal punto di vista dei contenuti, ma soprattutto da quello creativo. Ovviamente le polemiche sullo spot sono tutte incentrate sul suo esplicito sessismo, con qualcuno che ha sottolineato che l'agenzia che lo ha realizzato è la stessa della nota pubblicità di PlayStation Vita del 2012 con la donna quadritettuta. Insomma, dei recidivi del pecoreccio tecnologico.
Fonte: The Verge