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Dopo lo scandalo sull'uso di Adderall da parte di giocatori, l'ESL vuole procedere con controlli anti-doping ai tornei

Una necessità impellente

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   22/07/2015

L'ESL ha intenzione di procedere seriamente sulla strada di un controllo più rigoroso sull'utilizzo di sostanza dopanti nel corso di manifestazioni di eSports.

Il nuovo corso d'azione è partito dopo il recente scandalo partito da Kory "Semphis" Friesen, il quale ha riferito di aver fatto uso (e con lui anche molti altri partecipanti) di Adderall nel corso di match a Counter-Strike. Quest'ultima è una sostanza chimica che rientra nelle anfetamine e dunque una droga in grado di modificare le performance dei giocatori, rientrando nello standard delle performance enhancing drugs (PED), chiaramente illegali.

L'ESL ha deciso di agire in accordo con la World Anti-Doping Agency (WADA) e la National Anti Doping Agency (NADA) per condurre test standard sull'utilizzo di sostanze dopanti nel corso dei tornei, attraverso le analisi delle urine per i partecipanti. "Le PED sono un argomento che stiamo discutendo ad un livello riguardante tutta l'organizzazione e abbiamo bisogno di espanderlo a tutta l'industria in modo da mantenere l'integrità della competizione", ha affermato l'ESL in un comunicato. "Ci siamo subito focalizzati sul far partire un processo di creazione di nuove politiche e cambiamento delle regole", ha riferito in proposito Anna Rozwandowicz di ESL a Wired.