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La svolta di Resident Evil 7 biohazard è anche narrativa, il pubblico premierà le scelte di Capcom?

Capcom ha fatto un'importante scommessa con Resident Evil 7 biohazard, starà a noi premiarla

NOTIZIA di Tommaso Pugliese   —   24/01/2017
Resident Evil 7 biohazard
Resident Evil 7 biohazard
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Avevamo già parlato del potenziale di Resident Evil 7 biohazard, l'episodio di rottura per la serie Capcom che punta a riportare il franchise alle origini, anzi a qualcosa di ancora differente: un'esperienza horror vera e propria, in cui non vestiamo i panni dell'eroe senza macchia e senza paura, forte di un addestramento militare e armato fino ai denti, bensì di una persona assolutamente normale che si trova all'improvviso ad avere a che fare con circostanze fuori dall'ordinario.

La svolta di Resident Evil 7 biohazard è anche narrativa, il pubblico premierà le scelte di Capcom?

Una sorta di riduzione videoludica di "Non aprite quella porta" con tanto di famiglia di folli e numerosi segreti che attendono di essere svelati, nell'ottica di una campagna che fa quel che promette: spaventare i giocatori, a maggior ragione quando la si affronta indossando il visore PlayStation VR.

Che il progetto della casa di Osaka fosse coraggioso e particolare è stato chiaro fin da principio, quando Resident Evil 7 biohazard è stato annunciato durante la conferenza Sony all'E3 2016 e gli sviluppatori hanno cominciato a rilasciare le prime informazioni al riguardo. Scritto per la prima volta da un autore occidentale, quel Richard Pearsey nel cui curriculum spiccano lavori come F.E.A.R. e Spec Ops: The Line, scelta fatta da Capcom anche e soprattutto per evitare i dialoghi in stile b-movie che caratterizzavano i precedenti episodi della serie, il gioco è stato accolto con grande entusiasmo dal pubblico, come dimostrano gli oltre tre milioni di download della demo rilasciata su PlayStation Store.

Le sensazioni iniziali sembravano suggerire un survival horror "passivo", in cui cioè non è possibile combattere ma solo fuggire dai nemici che ci inseguono, sulla falsariga di prodotti come Outlast, ma la cosa è stata prontamente smentita dagli autori, che hanno gradualmente dipinto un quadro fatto di feature interessanti, capaci di mettere insieme per molti versi la tradizione del franchise e soluzioni innovative, alcune delle quali destinate inevitabilmente a essere riproposte in futuro.

La svolta di Resident Evil 7 biohazard è anche narrativa, il pubblico premierà le scelte di Capcom?

Nella realtà dei fatti, Capcom spera che Resident Evil 7 biohazard possa vendere almeno quattro milioni di copie, dunque meno rispetto a quanto totalizzato da Resident Evil 6, con i suoi cinque milioni di unità, e soprattutto da Resident Evil 5, tanto controverso quanto apprezzato dal punto di vista commerciale, in grado di piazzare ben 8,5 milioni di copie.

La scelta di cambiare non è infatti stata dettata da ragioni economiche: gli autori di Resident Evil 7 biohazard hanno pensato che una visione differente fosse l'unico modo per rilanciare il franchise, una scommessa difficile e rischiosa che però la stampa internazionale sembra aver molto apprezzato, come dimostra anche la nostra recensione e il sontuoso 9/10 assegnato al gioco da Rosario Salatiello. Rimane da capire se l'esperimento si rivelerà un successo anche di pubblico, e se dunque le scelte di Capcom si confermeranno giuste in senso assoluto oppure bisognerà aprire una fase di riflessione su ciò che davvero i videogiocatori cercano in un survival horror oggi come oggi. Come pensate che andrà a finire?