Le nominations
The Elder Scrolls: Morrowind. Forse uno dei giochi più attesi della storia. Dopo la dipartita di Ultima, quella più recente della serie Wizardry e la fase discendente dei titoli New World Computing la saga The Elder Scrolls ha infatti calamitato attorno a se l'attenzione di milioni di appassionati.
Adesso il gioco è ambientato sull'isola di Vvanderfell nel distretto di Morrowind - appunto - non ricordiamo più nulla del nostro passato e ci sentiamo stranieri in una terra sconosciuta. Dopo la fase di creazione del personaggio -d'antologia - si aprirà davanti a noi un nuovo e dettagliatissimo mondo virtuale tutto da scoprire, dove gli unici confini sono rappresentati dalla nostra fantasia.
Se qualche passo è stato fatto indietro rispetto al proprio predecessore (forse per non fare un altro passo più lungo della gamba) le parole d'ordine in questo nuovo cRPG della Bethesda SoftWorks sono sempre le stesse: Immensità e Libertà d'azione. La grafica poi è quanto di più spettacolare si sia mai visto in un gioco di ruolo per PC e non solo: da lasciare davvero allibiti.
Come se non bastasse, inoltre, a corredo del gioco è stato incluso un potentissimo Editor che consente, seppure con qualche sforzo, di personalizzare il gioco in lungo ed in largo o di creare esperienze di gioco addirittura completamente diverse. I difetti non sono pochi ed il gioco si fa apprezzare molto di più dai giocatori con molta pazienza ed esperienza di gioco. Manca il Multiplayer è vero: ma chi ne sente la mancanza?
Ma riassumere Morrowind in poche righe è proprio un delitto, perciò se non lo avete fatto, leggetevi tutto d'un fiato la recensione di The Elder Scrolls: Morrowind da cui è tratto questo stralcio: "Alla Bethesda hanno fatto molte promesse in questi anni di sviluppo, e bisogna ammettere che le hanno mantenute praticamente tutte, prima fra tutte quelle di creare il cRPG single player di riferimento per gli anni a venire.
Morrowind è il sogno quasi realizzato di ogni appassionato di RPG per computer, permette una rigiocabilità quasi infinita ed una personalizzazione dello stile di gioco praticamente ineguagliabile. [...] non è certamente un gioco perfetto, ha diversi difetti e molti di questi posso lasciare davvero interdetti, ma questi difetti li sapremo perdonare molto facilmente, in virtù di un carisma davvero fuori dal normale".
Le nominations
Neverwinter Nights. Il 2002 è stato, molto probabilmente, l'anno dei cRPG. Insieme al succitato Morrowind, infatti, un altro attesissimo titolo ha visto gli scaffali di tutto il mondo: NeverWinter Nights non rappresenterà quell'erede spirituale dei due Baldur's Gate che milioni di appassionati aspettavano da tempo, ma stabilisce una nuova pietra di paragone per quanto riguarda il concetto di RPG Multiplayer.
Lo spirito del Gioco di Ruolo penna e carta è stato quindi riportato sui nostri PC come mai era stato fatto fino ad adesso: Spettacolare.
Per i nostalgici del SinglePlayer (o i non dotati di connessioni flat) esiste anche una campagna a giocatore singolo... ma il vero carattere di NWN non è certo questo.
L'editor fornito assieme al gioco, poi, risulta di una facilità e di una duttilità estrema: ricreare i vostri moduli D&D preferiti o una vostra espansione SinglePlayer non sarà mai stato così facile. Per molti potrebbe rappresentare da solo tutto il valore del gioco.
Il commento entusiastico riportato dalla recensione di RPGPlayer è addirittura il seguente: "Nel complesso è davvero un gioco meraviglioso. E quando tutto quello che girerà attorno al multiplayer sarà pronto, avremo di fronte probabilmente il gioco eterno.".
Amen fratelli.
Le nominations
Divine Divinity. D'accordo, molto probabilmente Divine Divinity non è riuscito a mantenere la promessa fatta a milioni di appassionati, quella, cioè, di riuscire ad amalgamare in modo sapiente ed indolore il gameplay dei tre Best Sellers del genere: Baldur's Gate, Diablo e addirittura Ultima VII (un momento di raccoglimento prego, N.d.Matt).
Ma se prendiamo Divine Divinity per quel che è, cioè un cRPG bidimensionale dalle possibilità sconfinate forse addirittura disorientanti riusciremo a goderne appieno. Ne sono un valido esempio il numero enorme di quests a disposizione del giocatore e lo sterminato elenco di skill - ben 96 - con le quali è possibile personalizzare il proprio personaggio giocante. Certo la grafica non è quella dei titoli Bioware ne, tanto meno, la giocabilità risulta immediata e assuefante come quella di Diablo ma, come viene scritto nella recensione redatta da RPGPlayer Divine Divinity è "un gioco che cerca di avere una propria identità ma che al tempo stesso soffre di tutti i paragoni con gli altri giochi. Un prodotto che è un mix di molti generi e che di conseguenza non avrà una sua precisa collocazione. Il rischio principale di chi deciderà di avventurarsi in Rivellon è proprio questo: cercare qualcosa che potrebbe essere in Diablo ma che è solo accennato o la vastità di BG2.
Non fatelo, avvicinatevi a Divine Divinity senza questi pregiudizi e vi gusterete un buon cRPG.".
Le nominations
Arx Fatalis. Arrivato in sordina, tra la quasi indifferenza della stampa specializzata oltreoceano e l'assenza di Hype che ha invece fin troppo accompagnato altri titoli del genere, Arx Fatalis rappresenta l'ennesimo erede spirituale dei Giochi di Ruolo vecchia scuola. Prendete una parte di Thief, una di Deus Ex, due di Ultima Underworld, una spolverata di sana e gioiosa passione, agitate il tutto con forza e quindi otterrete Arx Fatalis.
Come Morrowind si dedica anima e corpo alla sola modalità SinglePlayer ma diversamente da quest'ultimo sacrifica la libertà d'azione sull'altare dell'atmosfera e delle raffinate meccaniche di gioco.
Anche in questo caso il protagonista è un eroe senza nome ma questa volta si ritroverà in un mondo sotterraneo popolato da diversi popoli in lotta tra loro. Ambientazioni dettagliate, enigmi ben congegnati e gameplay raffinato assicurano divertimento anche ai novizi del genere. Assolutamente degno di menzione il particolarissimo metodo utilizzato per lanciare le magie molto simile a quanto già visto in Black&White: per molti una vera e propria rivoluzione copernicana!
Concludiamo con il solito estratto dalla recensione completa: "il gameplay è talmente coinvolgente da tenervi incollati al monitor. Già solo il sistema di magie è sufficiente a far meritare ad Arx [...].
Se esistesse un cRPG, in cui tutte le classi di gioco fossero riprodotte con la cura con cui il mago è riprodotto in Arx, avremmo di fronte il gioco definitivo, il gioco che metterebbe in ginocchio l'intera industria videoludica, colui che renderebbe inutile ogni ulteriore sviluppo in questo campo."
Le nominations
Icewind Dale 2. Icewind Dale 2 è un ritorno alle origini. Molto probabilmente l'ultimo titolo ad utilizzare l'ormai mitico Infinity Engine (già utilizzato per il primo Icewind Dale e per i due Baldur's Gate) ed anche l'unico che quest'anno non aveva l'ambizione di definire chissà quali nuovi orizzonti d'eccellenza.
IWD2 vuole essere un hack&slash nudo e crudo, senza nessun'altra pretesa. Se per qualcuno potrebbe sembrare troppo poco, per molti altri invece è risultato essere l'oggetto dei propri desideri. Le regole della Terza Edizione di aD&D vengono implementate forse addirittura meglio che in Nevewinter Nights, la grafica poi, rinunciando all'utilizzo forzato dei modelli tridimensionali, rappresenta una vera gioia per gli occhi: magari non segue gli utlimi trend, ma appare dannatamente artistica.
L'interazione con i fondali è quasi nulla, la storia è un mera scusa per continuare a menare fendenti a destra e a manca, ma se non si hanno molte pretese IWD2 promette ore e ore di sano e puro divertimento.
"Lineare e caotico, frenetico e divertente questo è Icewind Dale II. Il nuovo lavoro della Black Isle unisce il perfezionamento cercato e voluto del primo capitolo al suo successo in termini di divertimento e vendite. Icewind Dale II è da consigliare a tutti coloro che amano D&D e il dungeon crawling": ecco il verdetto dato in fase di recensione dai nostri specialisti di RPGPlayer.