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PS Plus, Xbox Game Pass e gli altri: gli abbonamenti conquistano il mercato videoludico

Sembra proprio che i servizi su abbonamento siano molto popolari anche presso il pubblico dei videogiochi a questo punto, almeno stando alle rilevazioni effettuate in USA.

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   27/06/2019

L'introduzione degli abbonamenti nel mercato videoludico è relativamente recente, ma a quanto pare sta già ottenendo degli ottimi risultati, almeno per quanto riguarda gli utenti negli USA, dove già il 30% dei consumatori utilizza almeno una sottoscrizione a qualcuno dei servizi disponibili.

I dati arrivano da un report di Deloitte Insights, il quale si riferisce al pubblico dei consumatori USA in generale, non solo ai videogiocatori. Quel 30% di utenti cui si parla assume dunque tutto un altro spessore: non si tratta del 30% di coloro che fruiscono di videogiochi abitualmente, ma del 30% di tutto il pool di consumatori preso in esame dal sondaggio, dunque sono numeri parecchio alti. Guardando ai singoli gruppi, emerge che il 53% degli utenti fino a 35 anni utilizzano un servizio su abbonamento per i videogiochi, con un aumento di quasi il 10% rispetto all'anno scorso.

Non è chiaro, a dire il vero, cosa intenda il report per "abbonamento" in questo caso: l'idea è che all'interno del gruppo vengano considerati anche i servizi ormai standard come PS Plus e Xbox Live, cosa che ovviamente spinge in alto le percentuali vista la necessità di questi servizi per poter giocare online. Tuttavia, una tale crescita è dovuta probabilmente anche all'aumento delle soluzioni di gioco su abbonamento tipo EA Access e Xbox Game Pass, che si stanno rivelando di grande successo su un pubblico ancora piuttosto inesperto per quanto riguarda questa tipologia di servizio.

Il tasso di utilizzo degli abbonamenti in ambito videoludico è probabilmente destinato ad aumentare ulteriormente, visto l'arrivo delle nuove soluzioni: il gioco in streaming con Google Stadia e Project xCloud prevede l'abbonamento come base dell'utilizzo, mentre l'arrivo delle sottoscrizioni specifiche per publisher, come l'Uplay Pass di Ubisoft, conferma la tendenza al diffondersi di questa tipologia di contratto con gli utenti da parte delle etichette di maggiori dimensioni.