Non c'è voluto molto affinchè le cazzate dei nostri politici e rappresentanti (di destra e di sinistra, la stupidità non ha partito) facessero il giro del mondo per suscitare l'ilarità del (probabilmente meno ipocrita) popolo d'oltreoceano. Ne propongo qualcuna:
"Il gioco è marchiato per un pubblico maturo (in Italia dai 16 anni in su) negli Stati Uniti. Io non so che razza di sistema di rating abbia l'Italia... ma non dovrebbe essere venduto ai bambini da nessuna parte. ... E' illegale venderlo ai minori. Ha parlato (Veltroni) senza pensare, senza controllare il bollino sulla scatola. Ottuso, sono sicuro che le nonne con i capelli blu gli daranno un sacco di voti."
"Io penso che voi italiani siate stupidi arroganti e normalmente meritate quello che avete ma... in un certo senso sono dispiaciuto per voi. Il vostro Sindaco è un c....e."
"Quante volte dobbiamo dire agli Europei di non mettere drogati (crack heads) in posizioni di potere."
Voglio specificare che non ce l'ho in particolare con Veltroni la cui uscita sui videogiochi violenti è ottusa nè più nè meno di quella dei vari Frattini-Mastella-Serafini che parlano senza conoscere, ignorando la verità, ma solo per sentito dire o perchè qualche improvvisato consulente politico ha bisbigliato una frase d'effetto alle loro orecchie.
C'è un indicatore di età? Rispettatelo
Come ha detto Persegati nella sua lettera aperta, c'è un codice di autoregolamentazione dell'industria dei videogiochi (PEGI), che impone alle aziende che vogliono distribuire un nuovo prodotto di apporre sulla copertina della scatola un indicatore di età. Quell'etichetta non sta lì per caso, sta lì per dire chiaramente "NON VENDETE QUESTO GIOCO SE L'ACQUIRENTE HA MENO DI XX ANNI". Allora non perseguitiamo i videogiochi, perseguitiamo chi li vende anche quando palesemente sconsigliabili. Rule of Rose è un gioco di m...a che non andrebbe venduto a nessuno per salvaguardare il portafoglio oltre che la mente di giovani impressionabili.
Ma come ha detto giustamente un altro utente americano, noi Europei (Italiani) abbiamo schemi di valori diversi: gli americani temono contenuti sessualmente espliciti o impliciti ma tollerano ogni genere di violenza nell'intrattenimento (ricordate il vespaio su Bill Clinton e della stagista sotto la scrivania?), mentre a noi sta bene che i nostri figli vadano in edicola a comprare una bustina di Pokémon in mezzo a tonnellate di DVD Porno a 4,90€. Preferiamo dei figli sessuomani ma non violenti. Abbiamo interiorizzato il detto "fate l'amore non fate la guerra". E infine voglio citare l'occasione persa da Corrado Buonanno, presidente di Sony Computer Entertainment Italia, intervistato da tutti i mezzi stampa come persona informata sulla vicenda, il quale ha avuto una spendida opportunità di dare una spallata a questa incredibile montagna di banalità, limitandosi però solo a difendere la scelta di Sony dall'astenersi in prima persona dal pubblicare Rule of Rose in Europa.
Lettera aperta alle menti libere: Sarà l'Authority sui videogiochi auspicata da Mastella la soluzione di tutti i mali? O sarà forse la censura di Veltroni e l'indagine europea promossa da Frattini? O piuttosto sarà necessaria una massiccia dose di educazione e di cultura, di guerra alla disinformazione di massa, con il popolo che si indigna solo se la notizia esce sul TG1 delle 20:00? L'ignoranza è la madre di tutti i mali. Le regole già ci sono, basta rispettarle. A partire da noi genitori, che dobbiamo interessarci a quello che fanno i nostri figli e a condividere i loro interessi, anzichè parcheggiarli passivamente di fronte al monitor del computer o della console.
C'è un indicatore di età? Rispettatelo
Qualche link per continuare l'indagine sulla stupidità:
https://www.repubblica.it/2006/11/sezioni/scuola_e_universita/servizi/videogiochi-violenti/videogiochi-violenti/videogiochi-violenti.html
https://www.gamespot.com/news/6161700.html#comments
Antefatto: Venerdì scorso ero seduto sul water, in pausa pranzo. Avevo con me una copia di Panorama, uno dei settimanali che leggo con relativa regolarità. Storia di copertina dedicata, incredibilmente, ai videogiochi. Era dal lancio di PSP (in mano alla Montalcini) che Panorama non si occupava di videogiochi. Titolo "I nuovi videogiochi: vince chi seppellisce viva la bambina". Dentro l'articolo, tra consulenze para-professionali e esperti improvvisati, un mare di scemenze sul male dei videogiochi. Da Panorama alla TV e dunque ai politici il passo è breve. Ecco un sunto di qualche intervento illuminato:
Graziella Ravasi Psicoterapeuta Infantile, intervistata al TG5 sull'interattività dei videogiochi: "L'altro è il mio nemico quindi essendo il mio nemico faccio quello che voglio di lui e anzi sono vincente solo in quanto lo faccio fuori, quindi non c'è più l'empatia, la relazione con l'altro, il cogliere nell'altro l'umano che c'è in me ma esattamente l'opposto"
Walter Veltroni, sindaco di Roma, all'agenzia ANSA: "Non esiste che un gioco violento debba essere venduto e distribuito nel nostro Paeese.. questo gioco (Rule of Rose) non deve entrare nelle case degli Italiani, non c'è bisogno di massicce dosi di orrore per intrattenere i nostri figli. Io penso che quelli che creano questo tipo di giochi abbiano delle menti perverse. I nostri ragazzi stanno vivendo momenti difficili, con la violenza presente ogni giorno sui media. I più piccoli devono essere difesi dalla violenza."
Clemente Mastella, Ministro di Grazia e Giustizia: "Anche io sono indignato per il livello di efferatezza di questi videogiochi in mano ai bambini. (bisogna) agire da subito prima che i danni si aggravino, evitando la commercializzazione (dei videogiochi violenti). Fino ad ora non è stato fatto, e si è lasciata proliferare la malapianta. Il governo punta soprattutto alla prevenzione e concorda con l'ipotesi avanzata dalla presidente della Commissione Infanzia, Anna Serafini, di istituire un' Authority sui videogiochi per "individuare e neutralizzare quelli che recano un intollerabile contenuto di violenza"
Franco Frattini, Commissario europeo per la Giustizia e Sicurezza: "Questo tipo di "giochi ricreativi" sono pessimi esempi per i nostri ragazzi e possono provocare o incoraggiare violenze e bullismi... o suggerire che è un comportamento normale"
Anna Serafini, Presidente della commissione parlamentare per l'Infanzia: "Bloccare un videogioco non basta, può essere acquistato altrove o direttamente scaricato in rete. Piuttosto dobbiamo impedire che certi prodotti raggiungano il mercato. Ci vuole un'authority che vigili sui contenuti e detti regole precise per la vendita dei videogiochi ai minorenni. Se poi si stabilisce che la violenza ai minori può esercitarsi anche attraverso un gioco, si può ottenere dall'Europa un codice comune. E una norma che regoli il settore bandendo per tempo i prodotti pericolosi."