Emil Pagliarulo, il design director di Starfield, ha deciso di rispondere ad alcune delle critiche ricevute dal gioco, considerandole disconnesse dalla realtà dello sviluppo dei videogiochi.
C'è da premettere il fatto che Pagliarulo non ha attaccato chi ha criticato il gioco, visto che considera più che legittimo farlo, ma chi, pur non sapendo niente di sviluppo di videogiochi ha sottolineato questioni interne alla realizzazione dello stesso, dicendo a Bethesda quello che avrebbe dovuto fare.
Pagliarulo: "Mi diverte vedere quanto alcuni giocatori siano disconnessi dalla realtà dello sviluppo dei videogiochi e ne parlino comunque con grande autorevolezza. Voglio dire, posso immaginare cosa ci vuole per fare un Hostess Twinkie (delle merendine ripiene in vendita negli Stati Uniti Ndr), ma non lavoro nella fabbrica, quindi cosa so davvero? Non molto."
Lo sviluppatore prosegue affermando di comprendere che il fatto di spendere soldi su qualcosa dà il diritto di criticarla e che egli stesso compra molti videogiochi di cui vorrebbe lamentarsi, ma non lo fa per due motivi: "1) So quanto è difficile fare giochi e ho troppo rispetto per i miei colleghi sviluppatori. "2) Lavoro per uno studio di videogiochi e non sarebbe carino e professionale farlo." Comunque sia capisce chi lo fa, come del resto egli stesso faceva quando scriveva recensioni per Adrenaline Vault.
Proprio partendo dalla sua esperienza, Pagliarulo ha ammesso: "All'epoca non avevo idea di cosa fosse lo sviluppo di videogiochi. Quanto duramente lavoravano i designer, i programmatori, gli artisti, i produttori e tutti gli altri. Lo sforzo di dare vita a una visione contando sempre le risorse. Lo stress."
"Non voglio cambiare il cervello a nessuno, perché siamo su internet. Ma data la mia posizione, non posso non dire la verità. E la verità è che nessuno mira a fare un brutto gioco. La maggior parte degli sviluppatori sono incredibilmente talentuosi... anche se il gioco che lanciano non è all'altezza."
Pagliarulo arriva poi a definire lo sviluppo di videogiochi come una serie di compromessi e di decisioni difficili: "C'è il gioco perfetto che VUOI fare... poi c'è il gioco che PUOI fare. A volte, se gli dei ti sorridono, i due si avvicinano moltissimo." Per riuscire però, un team di sviluppo deve vedersela con numerosi problemi, come lo spostamento o il licenziamento di sviluppatori, le date di scadenze incombenti e le decisioni creative che speri sempre di non dover prendere."
"Il team svolge moltissimo lavoro, dalla sceneggiatura alla costruzione dei livelli, passando per i modelli dei personaggi e la programmazione dei sistemi di gioco, organizzandolo in modo tale da non bruciare le persone."
Quindi, conclude Pagliarulo: "Certo, parte di un gioco può non piacervi. Potete anche odiare l'intero gioco. Ma non illudetevi di sapere perché è stato fatto in un certo modo (a parte se avete della documentazione verificata) o come è arrivato a essere in un certo modo (nel bene o nel male). "
"È probabile, a meno che non abbiate sviluppato un gioco voi stessi, che non sappiate chi abbia preso certe decisioni, chi abbia fatto un certo lavoro, quanta gente fosse disponibile per svolgerlo, le sfide affrontate e le volte in cui si sono dovuti superare dei problemi tecnologici."
L'invito di Pagliarulo non è mirato a smettere di criticare i giochi, ma a smettere di parlare di questioni di cui non si sa niente. Nel suo caso è relativo a Starfield, ma in generale esteso a tutti i videogiochi: "Perché, sappiate che il gioco con cui state giocando è in qualche modo un miracolo in se stesso. Della gente normale si è messa insieme per lavorare PER ANNI a un unico obiettivo: farvi divertire e rendervi felici. Quindi aiuta ricordarlo... e ricordarsi di loro."