Nell'introduzione di Lume vediamo un simpatico vecchietto che si trova, tutto d'un tratto, senza corrente. La sua casetta, completamente isolata, si alimenta tramite un sistema basato esclusivamente sulle fonti energetiche rinnovabili, dunque pannelli solari e pale eoliche, ma a quanto pare qualcosa è andato fuori posto e la luce è saltata. L'indomani la sua giovane nipote, Lume, va a fargli visita ma non trova nessuno e la casetta è misteriosamente buia e silenziosa. La ragazzina conosce bene la passione di suo nonno per le invenzioni e gli enigmi, dunque sa che per entrare in casa e ripristinare la corrente dovrà superare un certo numero di prove. Pubblicato originariamente su Steam nel 2010, Lume debutta su App Store e offre dunque ai possessori di dispositivi iOS il suo carico di atmosfera, il suo stile grafico peculiare e i suoi rompicapo in quella che si pone, però, solo come l'inizio di una storia ben più lunga e significativa.
Se avete intenzione di acquistare il gioco dovete tenere presente che non dura più di un'ora (a seconda di quanto si impiega a risolverne gli enigmi) e che dunque, dal punto di vista del rapporto prezzo / contenuti, non si pone come il miglior affare presente sulla piattaforma digitale Apple. Il sistema di controllo touch si rifà a quello originale e dunque ci permette di muoverci e interagire con lo scenario toccando determinati punti sullo schermo, ma la reattività dei tocchi non ha nulla a che vedere con quella del mouse, con le dimensioni ridotte del display (su iPhone) che contribuiscono a creare potenziali equivoci non da poco. Se non vi rendete conto che davanti a voi c'è un dispositivo con cui Lume deve entrare in contatto, infatti, potreste passare un bel po' di tempo a cercare di capire cosa fare per proseguire nell'avventura, e non si tratterebbe di una situazione simpatica.
Affascinante o sopravvalutato?
L'incipit di Lume è di grande impatto e soprattutto la sua estetica non può che colpire, presentandosi come una sorta di cartone animato in stop motion che fa largo uso di sequenze filmate integrate direttamente nella grafica. Insomma, l'esperienza appare fin da subito molto particolare e diversa dal solito, anche se la scarsa sensibilità e precisione dei comandi touch non aiuta a entrare rapidamente nello spirito dell'avventura e a comprendere la natura del prodotto sviluppato da State of Play.
Senza voler anticipare troppo, si può dire che i puzzle da risolvere nel gioco si contano quasi sulle dita di una mano: la combinazione di un lucchetto, un circuito elettrico da raccordare, tre chiavi da scegliere in base alla loro sagoma, codici da decifrare per rimettere in sesto un pannello e così via. Non si tratta sempre di enigmi comprensibilissimi, in alcuni casi si fa un po' di fatica a capire dove vogliano andare a parare i designer che li hanno ideati, ma soprattutto è facile perdere per strada qualche interazione perché sulle prime non pensavamo si potesse effettuare. Non ci sono aiuti al di là degli indizi che troviamo nella misteriosa casetta, magari la semplice disposizione di alcune foto può indicare i numeri di un codice ma, appunto, non c'è modo di scoprirlo se non tramite qualche tentativo. Il gioco, inoltre, è completamente in inglese (a differenza di quanto indicato sulla pagina prodotto su App Store) e ciò potrebbe scoraggiare ulteriormente determinate persone. Proprio per le sue particolarità e per la mancanza di facilitazioni, la risoluzione dei puzzle produce una gran bella sensazione di soddisfazione, ma allo stesso tempo completare tutti gli enigmi e assistere all'epilogo non può che lasciare un bel po' di amaro in bocca per aspettative che vengono irrimediabilmente disattese.
Conclusioni
Lume è senz'altro un prodotto diverso dal solito, con uno stile grafico peculiare e una grande atmosfera. L'impatto iniziale fa sperare in grandi cose, sia in termini di contenuti che di trama, ma alla fine dei conti tutte queste aspettative vengono francamente deluse: i puzzle sono affascinanti però si contano sulle dita di una mano e talvolta risultano un po' oscuri, mentre la precisione dei comandi touch lascia a desiderare e può indurre all'errore, producendo fastidiosi tempi morti. L'elemento che dovrebbe tenere tutto insieme come un collante, la trama, viene poi fragorosamente a mancare: che si tratti del "primo episodio" lo si scopre solo quando arrivano i titoli di coda, e fino ad allora succede ben poco. Grandi potenzialità per il titolo di State of Play, dunque, che però non si concretizzano e lasciano un bel po' di amaro in bocca.
PRO
- Grafica molto originale
- Grande atmosfera
- Gameplay diverso dal solito
CONTRO
- Troppo corto
- Alcuni puzzle risultano oscuri
- Sistema di controllo impreciso