Probabilmente vi starete chiedendo che senso abbia questa recensione. Fatal Frame IV: The Mask of the Lunar Eclipse è infatti un titolo uscito nel luglio 2008 in Giappone, in esclusiva per Nintendo Wii, e che incredibilmente non è mai stato convertito per il mercato occidentale nonostante la buona popolarità della serie anche fuori dai confini nipponici.
Si tratta, come i più attenti sapranno, del quarto capitolo della serie conosciuta lontano dal Sol Levante come Project Zero. I motivi della discutibile scelta non sono mai stati del tutto chiariti, anche se si parlò di contrasti tra Nintendo e Tecmo in relazione ad alcune modifiche del sistema di controllo. Ciò che è ormai certo ed evidente è che Fatal Frame IV non raggiungerà mai i nostri negozi tramite i canali ufficiali, a meno di clamorosi miracoli. Già da un paio d'anni però, un gruppo di volenterosi utenti si sono rimboccati le maniche e hanno realizzato una patch non solo in grado di tradurre in inglese gli altrimenti incomprensibili ideogrammi, ma anche di saltare i blocchi territoriali del DVD originale senza necessità di alcuna modifica alla console. Considerando la recente pubblicazione di Project Zero 2: Wii Edition, recensito da noi su queste pagine, e la povertà di uscite di questi mesi in attesa dell'arrivo di Wii U, abbiamo trovato quindi opportuno testare anche il quarto capitolo, per i curiosi che decidessero così di approfondire la conoscenza della serie. Meglio tardi che mai, no?
Tre ragazze e un detective
La trama alla base del prodotto vede ancora una volta protagoniste delle ragazze; in questo caso si tratta di tre giovani donne sopravvissute, 10 anni prima, ad un rapimento avvenuto sull'isola di Rogetsu durante un festival dedicato alla luna. Pur a tanti anni di distanza però i misteri legati all'episodio risultano tutt'altro che chiariti, e la recente morte delle altre due compagne coinvolte all'epoca nello stesso drammatico crimine sembra essere legato proprio all'isola maledetta verso cui si dirigono le superstiti. Inutile anticipare che l'evoluzione della storia assuma ben presto tinte drammatiche, cupe e inquietanti, con la costante e sgradevole compagnia di fantasmi che custodiscono terribili segreti. Fatal Frame IV, per chi ha avuto modo di seguire da vicino i precedenti episodi, si rivela fin da subito un prodotto tradizionale per quanto riguarda le meccaniche di gioco; malgrado la collaborazione di Suda 51 e Grasshopper Manufacture, non si è voluto rendere questo quarto capitolo un punto di rottura, andando invece a seguire il solco tracciato in passato coi primi tre.
Si tratta quindi di un survival horror dal ritmo lento, che poggia sulla tensione emotiva e sulla drammaticità della progressione molto più che sulla qualità del gameplay in senso stretto. Le "novità" sotto tale aspetto, studiate per quello che fu l'esordio del franchise su Wii, sono per la stragrande maggioranza proprio quelle che il già citato recente remake del secondo episodio ha poi recuperato; ecco quindi la torcia controllabile tramite Wiimote, seppur in maniera piuttosto incomprensibile via sensore di movimento e non col più preciso e reattivo puntatore a infrarossi. Ed ecco anche la soluzione della raccolta degli oggetti, che richiede di mantenere premuto il tasto A per allungare la mano, facendo attenzione a ritrarla immediatamente nel caso in cui comparisse dal nulla un minaccioso fantasma. Si tratta di scelte di design interessanti, che però non scalfiscono se non in superficie la grande rigidità del gameplay tipico del genere survival horror di circa un decennio fa; alla base di Fatal Frame IV c'è sempre e comunque infatti il solito concetto di raccolta di oggetti e chiavi, o del superamento di semplici puzzle, per consentire così di avere accesso a zone altrimenti bloccate, così da poter avanzare nella progressione lineare e prestabilita. Anche il sistema di controllo è lo stesso, pachidermico "mostro" che ha caratterizzato i grandi classici del genere, e che per molti versi ne ha anche determinato il successo: controllare una delle protagoniste (a cui si aggiunge in realtà anche il detective Choushiro Kirishima) è un vero esercizio di fatica, fatto di scarsa reattività e di enorme legnosità anche per eseguire azioni semplici come girare su sé stessi.
Ma è anche vero che tale elemento è oramai più una componente essenziale di quel preciso genere che un difetto, un ingrediente necessario per la riuscita della ricetta; benché rappresentino al giorno d'oggi di fatto una sorta di retrogaming, i survival horror di questo tipo devono per forza essere fatti così. E accettando tale riflessione, Fatal Frame IV diventa inevitabilmente un meraviglioso esponente di tale filone, un gioco capace di generare ansia e paura ad ogni passaggio. L'esperienza di Tecmo maturata coi precedenti episodi è evidente: il giusto peso dato all'attesa, ai momenti "vuoti", alle inquadrature e al sonoro sono espressione di una consapevolezza e di una padronanza del genere che si esprime durante l'intera avventura. Fatal Frame IV è un gioco elegante, e non ci riferiamo soltanto alla (apparente) fragilità delle protagoniste pur vestite di improbabili abitini fatti apposta per solleticare i gusti del maschio nipponico; il sistema di combattimento per esempio torna a proporre (tranne che per le fasi col detective) l'utilizzo della Camera Obscura, una macchina fotografica magica in grado di esorcizzare i fantasmi grazie a speciali pellicole. Uno strumento lontano anni luce dai fucili a pompa e dai cervelli spappolati di altri più popolari esponenti del genere. Ma più in generale è la trama che si rivela brillante, inquietante, disturbante e opprimente. Apprezzabile invece ancora oggi la componente grafica, nonostante gli anni trascorsi e malgrado i limiti della console Nintendo; le ridotte dimensioni delle ambientazioni hanno consentito di aumentare il livello di dettaglio, con scenari ben disegnati e contraddistinti da una particolare varietà. Buone anche le texture e la modellazione poligonale, mentre dispiace per i notevoli cali di frame rate in alcune occasioni. Ma è soprattutto la qualità della regia che esalta la componente estetica, con inquadrature drammatiche, raramente banali e comunque sempre funzionali al gioco.
Conclusioni
La mancata commercializzazione in occidente di Fatal Frame IV è una delle pagine più amare della fortunata carriera di Nintendo Wii. Ci sarebbe voluta, all'epoca, qualcosa come la famosa "Operation Rainfall" che ha permesso ai tre grandi JRPG di varcare i confini nipponici; lo spirito e la perseveranza degli utenti hanno però scelto in questo caso una via alternativa, e la traduzione amatoriale in inglese realizzata per l'occasione merita un enorme plauso da parte di tutta la comunità di videogiocatori. Per chi ama in genere survival horror classico, per chi non ha problemi ad accettare un sistema di controllo ormai anacronistico, o per chi vuole semplicemente godersi una storia di horror nipponico di qualità, Fatal Frame IV è un titolo che merita di essere giocato.
PRO
- Trama e atmosfera eccellenti
- Progressione stimolante
- Buona componente tecnica
CONTRO
- Sistema di controllo a molti indigesto
- Pesanti cali di frame rate
- La mancata pubblicazione in occidente è incomprensibile