Sviluppato da Game Freak, la stessa software house che ha firmato praticamente ogni Pokémon - e non solo, HarmoKnight si è fatto aspettare per parecchi mesi prima di uscire anche in Europa e in Nord America. Alla release giapponese riscosse un buon successo, qualificandosi come uno di quei pochi giochi scaricabili che non sfigurerebbero sulle mensole di un negozio normalissimo dentro la loro bella scatolina colorata,
e che fanno riflettere su come sarebbero potuti diventare con un budget maggiore e un po' più di coraggio. Comprensibile, dunque, che fosse tanto atteso anche in occidente; anche perché quello dei rhythm game non è un genere proprio popolarissimo, nonostante sia particolarmente apprezzato sopratutto da un pubblico più casual. Dunque, alla fine, la domanda è sempre la solita: valeva la pena aspettare?
Chi ha Tempo...
La nostra avventura si svolge nella magica terra di Melodia: la trama che collega gli otto mondi e la quarantina di stage non è sicuramente tra le più sensazionali che ci è capitato di vedere, ma strappa più di un sorriso ed è raccontata stage dopo stage attraverso un simpatico mix di fumettose sequenze statiche e animate, dal design peculiare e irresistibile, che narrano le vicende quasi come se ci trovassimo di fronte a un cartone animato o a un manga. Il protagonista è Tempo, un ragazzino che si trova suo malgrado a impugnare una Bacchetta Armonica per sconfiggere gli alieni chiamati Rumorozzi, capitanati dal perfido Gargan:
quest'ultimo, in un'incredibile atto di originalità, rapisce la principessa di Melodia e la imprigiona in una fortezza. A quel punto Tempo è praticamente costretto a doverla salvare, e parte per un viaggio pieno di pericoli insieme al suo migliore amico, un coniglietto parlante di nome Tappy. A Tempo si uniscono poi la bella Lyra e il brigante Taiko, in quella che sembra quasi una storia da RPG tutto giapponese. Del resto, lo stile è decisamente nipponico: le fattezze di Tempo e dei suoi amici sono quasi super deformed, e a più riprese il protagonista ci ha ricordato personaggi come il mitico ninja Goemon di Konami. Nonostante la sua natura di gioco scaricabile a budget limitato, HarmoKnight è proprio un bel vedere: il motore è completamente poligonale, benché spesso l'azione sia ripresa tramite inquadrature fisse laterali o di spalle.
In quest'ultimo caso, l'angolazione della telecamera enfatizza il già ottimo effetto 3D del gioco, operando sulla sensazione di profondità. La cosmesi, coloratissima e ricca di piccoli dettagli, da il meglio di se durante gli scontri con i boss, ovvero delle lunghe sequenze cinematiche simili a Quick Time Event. In questi casi, la coreografia dello scontro e la qualità dell'immagine regalano dei livelli davvero spettacolari che, come già detto, avrebbero meritato un posto sullo scaffale piuttosto che in un'arida scheda SD: peccato che ci siano ben pochi motivi di rigiocarli, se non per provare la variante ad alta velocità proposta dopo averli completati. In realtà non c'è nessun stimolo o bonus, se non la soddisfazione di aver battuto l'ultimo record, e di conseguenza le quattro o cinque ore necessarie a completare il gioco senza impegnarsi troppo potrebbero apparire un po' pochine.
L'effetto 3D
L'effetto stereoscopico in HarmoKnight è sorprendentemente efficace: i ragazzi di Game Freak l'hanno chiaramente adoperato per spettacolarizzare i vari stage, sopratutto quelli in cui la telecamera ruota, posizionandosi alle spalle di Tempo durante le sue corse, e gli scontri con i boss in cui si gioca con la profondità per rendere l'azione sullo schermo più entusiasmante. A livello di gameplay, però, non c'è nessuna ripercussione.
... non aspetti Tempo
HarmoKnight è un sincero tributo al genere dei rhythm game che strizza l'occhio a piccoli capolavori del passato come il mitico Space Channel 5 di SEGA. Per fare un paragone un po' più moderno, possiamo prendere in considerazione il recente e ottimo Theatrhythm: Final Fantasy di Square Enix e Indies Zero. Il concept è di una semplicità disarmante: Tempo corre a perdifiato e noi dovremo premere A per colpire i nemici oppure B per farlo saltare. Tutto qui. In realtà, le cose si complicano quasi subito e nel giro di una manciata di livelli ci troviamo a dover gestire le basilari capacità di Tempo in vari modi, ma sempre a ritmo di musica. Lo scopo di ogni livello è abbastanza semplice: Tempo deve raccogliere le note musicali (che peraltro si incastrano nella melodia che, quindi, riusciremo a sentire nella sua interezza solo giocando in maniera perfetta) saltandoci sopra, colpendo gli elementi dello scenario o i nemici che gli sbarreranno il passo. Alla fine del livello, la quantità di note raccolte determinerà un punteggio e quindi una medaglia: se saremo stati bravi riceveremo una Nota Reale, fondamentale per sbloccare i livelli successivi. A rendere più intrigante quello che può sembrare un semplice platform sui binari, è il fatto che spesso i livelli presentano svariati bivi e percorsi alternativi che si devono scegliere nel giro di pochi istanti: basta un salto, per esempio, per alterare drasticamente il numero di note che potremo raccogliere.
Meno convincente, però, lo scambio automatico con Lyra e Taiko: i due personaggi secondari si giocano in modo diverso da Tempo e soltanto per brevi sezioni all'interno di alcuni livelli; benché la loro presenza contribuisca a dare un po' di varietà al gameplay, queste interruzioni spezzano il ritmo e fanno desiderare che, piuttosto, Game Freak avesse dedicato loro interi livelli. Gli scontri con i boss, a metà e alla fine di ogni mondo, sono il momento clou di HarmoKnight: in queste lunghe sequenze cinematiche dovremo ripetere a tempo la combinazione di tasti mostrata per schivare il boss o attaccare lui e i suoi scagnozzi. Qui casca un po' l'asino perché questi livelli sono sicuramente divertenti e spettacolari, ma richiedono anche una precisione davvero estrema che spesso si basa più sulla memoria che sull'udito. Questo significa che ci troveremo frequentemente costretti a provarli e riprovarli fino a imparare a memoria ogni passaggio, e dato che questi stage sono piuttosto lunghi, e particolarmente frammentati, non mancano dei momenti di pura frustrazione in cui ci si ritrova a ricominciare da capo dopo aver fallito all'ultimissima nota di una partita particolarmente lunga.
Conclusioni
HarmoKnight è un gioco estremamente valido, ma è indirizzato a una particolarissima nicchia di appassionati del genere, più che a un bacino di utenti più largo. I fan dei rhythm game troveranno quindi pane per i loro denti: il gameplay è intuitivo e immediato; la cosmesi generale davvero irresistibile; le musichette, neanche a dirlo, orecchiabili e piacevoli. Ci sono purtroppo ben pochi motivi per rigiocare i vari livelli più del necessario ed è in questa carenza di contenuti che si avvertono tutti i limiti di una proposta che forse avrebbe meritato uno sviluppo con tutti i crismi. Tuttavia, considerato il risultato finale, non possiamo fare a meno di consigliarlo a chi ha sviscerato completamente Theatrhythm: Final Fantasy e cerca un nuovo gioco musicale con cui trascorrere qualche piacevole oretta.
PRO
- Gameplay semplice e immediato
- Tecnicamente sopra le righe
- Gran varietà di situazioni e livelli
CONTRO
- Personaggi secondari da rivedere
- Un po' troppo breve
- Alcune sequenze decisamente frustranti