La totale assenza di tasti fisici nell'interfaccia di smartphone e tablet ha reso l'adattamento di alcuni generi di videogiochi una vera e propria croce per gli sviluppatori. Tra chi sente maggiormente il peso degli schermi tattili c'è senza dubbio chi vuole realizzare platform, visto che semplici tasti virtuali spesso e volentieri non sono abbastanza precisi per saltare con disinvoltura e velocità tra piattaforme, dirupi, trappole e nemici.
Alcuni autori hanno provato a sperimentare soluzioni alternative, ma per quei pochi che riescono a trovare formule più comode molti altri falliscono clamorosamente. Questo è purtroppo il caso di The Other Brothers. Purtroppo, sottolineamo, perché il gioco prometteva scintille fin dalla campagna apparsa la scorsa estate su Kickstarter. Campagna deludente ma che a quanto pare avrebbe fatto solo da preludio a un fallimento ben più grande.
Omaggio fuori controllo
Gli sviluppatori dietro all'etichetta statunitense 3D Attack Games non hanno mai nascosto le evidenti fonti di ispirazione che hanno influenzato lo sviluppo di The Other Brothers. C'è molto di Day of the Tentacle e del modo in cui humour, narrazione e pixel art vengono mescolati tra loro.
Ma soprattutto, la musa più palese è Super Mario Bros., sia nelle meccaniche platform che nei personaggi. Protagonisti sono infatti i fratelli Jim e Joe, due meccanici con baffi, cappello e salopetta, uno smilzo e l'altro basso e tarchiato. Ambientata in una città buia, lercia e piovosa, l'avventura dei due comincia quando un gruppo di gangster rapisce Tavy, misteriosa fanciulla che qui veste l'ingrato ruolo della damigella in pericolo. I riferimenti tra un livello e l'altro sono tanti, andando dalle discese nelle fognature alla bandiera segnavento che indica la fine del livello, passando per un livello in cui una serie di rampe ricorda chiaramente quelle di Mario Brothers, l'arcade. Non si tratta però di una parodia del classico Nintendo, bensì un'omaggio che si pone l'obiettivo di ridare vita alle sensazioni dell'epoca 16 bit unendo vecchio e nuovo, sia dal punto di vista estetico che di meccaniche. Partiamo proprio dalla componente artistica, l'elemento che nei mesi passati ha permesso al progetto di 3D Attack Games di attirare l'attenzione della stampa e dei nostalgici.
The Other Brothers sfoggia una pixel art deliziosa arricchita in maniera azzeccata con alcuni effetti più moderni e fondali pieni di dettagli. A questo si aggiunge un buffo design dei personaggi e un ottimo lavoro in termini di animazioni, ma è un peccato che tra discariche, cantieri, fogne e tunnel metropolitani, gli scenari si assomiglino fin troppo l'un l'altro. In generale abbiamo comunque apprezzato la scelta di adottare uno stile grafico con una propria personalità anziché limitarsi ad emulare le estetiche di una volta. Dietro a questa grafica tanto vivace c'è però un platform molto tradizionale, in cui saltare sui nemici per eliminarli, superare burroni e zompettare da una piattaforma all'altra. Per quanto riguarda la gestione della salute, il gioco riprende chiaramente il sistema di anelli di Sonic The Hedgehog, rimpiazzando però gli oggetti dorati con dei piccioni. Se il personaggio viene colpito perde tutti i piccioni che ha raccolto, e ci lascia le penne se viene danneggiato prima di averne raccolto altri. La differenza col porcospino blu di SEGA sta nel fatto che, in questo caso, i preziosi uccelli tendono a volare via, cosa che aggiunge un pizzico di incertezza alla sfida, specialmente negli scontri coi due boss. Tuttavia, come accennato in apertura, il domino di 3D Attack Games crolla disastrosamente sul fronte dei controlli, vanificando qualsiasi tentativo da parte degli sviluppatori di realizzare un platform intrigante e piacevole.
The Other Brothers mette a disposizione del giocatore un unico e malriuscito sistema di controllo, una sorta di ibrido tra il D-Pad virtuale e lo stick dinamico sempre più utilizzato in action e shooter. Quella che ne viene fuori è una croce direzionale che segue il dito quando si sposta lungo lo schermo, reimpostando però la posizione ad ogni nuovo tocco. Un'idea del genere può funzionare per alcuni generi, ma in un platform come The Other Brothers si scontra per forza di cose con la precisione dei salti e, soprattutto, con la necessità di spostarsi continuamente da una parte all'altra. Saltando di piattaforma in piattaforma ed effettuando repentini cambi di direzione, il sistema porta a frustranti e ripetuti errori, e prima che il giocatore possa prenderci la mano l'avventura si è già conclusa. Nonostante siano già previsti dei capitoli aggiuntivi da scaricare gratuitamente, la versione del gioco attualmente su App Store è composta da soltanto sei livelli e due boss. Il tempo speso a litigare coi controlli fa quasi passare in secondo piano le altre problematiche del gioco, che oltre alla scarsa durata riguardano anche un level design banale e checkpoint piazzati spesso nel bel mezzo di gruppi di nemici, col risultato che di tanto in tanto si viene attaccati appena dopo il respawn.
Conclusioni
Scoprire che il cagnolino di Joe e Jim è un porcospino blu o vedere i due protagonisti nascondersi sotto a degli scatoloni sono solo alcune tra quelle piccole sorprese con cui The Other Brothers prova a divertire il giocatore. Un mezzo sorriso che però svanisce quasi all'istante, a causa di un sistema di controllo scomodo e frustrante, elemento peggiore di un platform che, fatta eccezione per una grafica piacevole, non ha nessuna freccia al proprio arco.
PRO
- Tanti piccoli riferimenti
- Gradevole pixel art
CONTRO
- Pessimi controlli touch
- Level design poco interessante
- Attualmente pochi livelli