Megabyte Punch è un ambizioso platform che molti, a ragion veduta, definiscono come un mix tra Smash Bros. e Mega Man. Ma il titolo targato Reptile Games, studio olandese formato da tre sviluppatori, non si limita a sfruttare meccaniche già viste, aggiungendo alla ricetta una personalizzazione del personaggio decisamente più elevata rispetto a quella del platform Capcom.
D'altronde il protagonista è un androide e questo ci consente di sostituire tutte le parti di cui è composto, ovvero testa, braccio sinistro, braccio destro, gamba sinistra, gamba destra, spalle, torso e relativo slot supplementare. Ben otto componenti intercambiabili per un enorme numero di varianti che includono gambe più veloci, teste capaci di aumentare il danno, spalle più resistenti e armi speciali da sottrarre ai boss. Il risultato è un sistema complesso che ci consente di combinare svariati bonus con trivelle, cannoni e propulsori verticali in una continua ricerca, bottino dopo bottino, del setup perfetto. Ricerca che prevede l'eliminazione di tonnellate di nemici, l'apertura di infiniti bauli, la raccolta dei byte (che equivalgono alle classiche monete dei platform) e la sfida con i temibili boss che, non a caso, possiedono le modifiche migliori, quelle dotate di abilità uniche. Il risultato è un turbine crescente di mosse speciali, calci e pugni, doppi salti, sprint, spazzate e colpi in picchiata, con il nostro robot e i nemici che, quando sconfitti, vengono sbalzati contro i muri evidenziando l'altra perculiarità del titolo, ovvero la parziale distruttibilità dei livelli. Questa possibilità è limitata a specifici contesti e situazioni ma è indubbiamente funzionale alla spettacolarità del gioco, con gli avversari che impattano sulle superfici in modo spettacolare perforando il terreno e proiettando detriti e bottini, in tutte le direzioni.
Per i robot di Megabyte Punch l'evoluzione non è una questione di genetica ma di botte
Megac alla riscossa
Le vicende del protagonista di Megabyte Punch, un robot del tipo Megac, iniziano in un piccolo villaggio che fa da snodo tra i vari livelli che compongono l'esperienza. Alcune delle abitazioni sono accessibili: al loro interno troviamo negozi, tutorial, segreti e la nostra tana, il rifugio nel quale possiamo sostituire le componenti del nostro androide e associare le eventuali abilità disponibili. Questa è un'operazione piuttosto delicata visto che in Megabyte Punch il gameplay è influenzato sia dalle specifiche abilità sia dal tasto a cui sono legate.
Il sistema di controllo è cambiato rispetto a quello della beta ed è ora possibile accedere a tutte le abilità equipaggiate in modo molto più rapido. La selezione di queste ultime, infatti, non è più legata ai tasti numerici ma a quattro slot che corrispondono ai tasti direzionali. Quando ne premiamo uno l'abilità corrispettiva risulta selezionata ma non si attiva fino a quando non viene premuto il tasto X. Questo tipo di impostazione consente di bypassare la necessità di un pad, riducendo il numero di tasti necessari per giocare, e consente di effettuare combo serrate concatenando più abilità. Ma è necessaria parecchia dimestichezza per riuscire a muoversi liberamente usando, al contempo, l'abilità giusta. Tanto più che alcune abilità prevedono uno spostamento, come il super salto e la trivella, e per essere efficaci devono essere utilizzate puntando nella direzione giusta. Tutto questo, inoltre, viene ulteriormente complicato dalla necessità di effettuare spostamenti precisi, visto che il movimento del personaggio altera in modo significativo il combattimento. Le combo possono essere effettuate solo quando il nostro personaggio è fermo, mentre sferrare un colpo in movimento incorpora una maggiore spinta ineraziale e allontana il nemico colpito. Non male come scelta di gameplay, piuttosto semplice e funzionale alla radice ma, vista la modalità di selezione delle abilità speciali, padroneggiare il movimento, in alcuni frangenti, può diventare fin troppo complesso.
Il segreto della mossa pelvica
Nonostante la componente evolutiva, Megabyte Punch riesce a mantenere un ottimo grado di sfida che, nel caso dei boss, può diventare decisamente elevato. I nemici infatti sono piuttosto intelligenti: saltano come noi, si arrampicano sui muri e difficilmente restano incastrati da qualche parte. Inoltre sono equipaggiati con armi sempre più efficaci e sono estremamente reattivi. Per fortuna il nostro personaggio ha un paio di assi nella manica, il primo dei quali è una poco elegante mossa pelvica che provoca gli avversari per invitarli ad attaccare a testa bassa. La seconda possibilità per scombinare i piani dei nemici, invece, è rappresentata da uno scudo energetico la cui durata è decisamente limitata ma che si ricarica rapidamente e può deflettere gli attacchi a distanza.
Utilizzarlo non è semplice, tanto più che non può interrompere le combo degli avversari, ma è una risorsa estremamente preziosa quando numerosi nemici ci attaccano dalla distanza. Sfortunatamente anche i boss possono usarlo, sono dotati di una reattività estrema, hanno diverse vite a disposizione, possono scagliarci per aria e tendono a incalzarci senza alcuna pietà. Ed è qui che entrano in gioco i byte che consentono di aumentare il numero di vite a disposizione in un livello. Se ci si trova davanti a un boss troppo difficile si può esplorare tutto il livello, migliorando l'equipaggiamento e, appunto, raccogliendo byte a profusione. In questo modo viene limita la frustrazione in caso di sconfitta, consentendo agli sviluppatori di mantenere elevato il grado di sfida e dando un senso a una componente esplorativa che risente della ripetitività di alcuni livelli. Per fortuna si tratta di uno dei pochi problemi del comparto artistico, che può contare su uno stile cubettoso decisamente ispirato, esaltato da sfondi stilizzati suggestivi e da androidi dal retrogusto nipponico, modellati piuttosto bene e sempre cangianti grazie alle svariate componenti spesso esteticamente molto diverse l'una dall'altra. Peculiari sono anche le esplosioni, le nuvole di fumo e le mosse speciali, che non vengono generate da algoritmi ma sono composte da modelli solidi, realizzati con un look decisamente fumettoso e piacevole da vedere. Meno ispirata la colonna sonora che spesso risulta ripetitiva, ma riesce comunque a mescolare in modo adeguato sonorità classiche e moderne. In sostanza, escludendo un sistema di controllo particolare e non semplicissimo da padroneggiare, i problemi di Megabyte Punch non riguardano gli elementi inclusi nel titolo, bensì quelli che mancano. Il multiplayer, infatti, pur includendo sia modalità versus che cooperativa split-screen a quattro, è accessibile esclusivamente in locale. Un vero peccato visto il potenziale competitivo del titolo ma, considerando il buon rapporto tra qualità e prezzo, c'è poco da lamentarsi, tanto più che gli sviluppatori hanno promesso di tornare sulla questione con aggiornamenti futuri.
Conclusioni
Megabyte Punch mescola platform esplorativo e brawler bidimensionale in modo efficace, arricchendo le ottime meccaniche di base con schianti spettacolari, tonnellate di loot e personalizzazione in quantità. Come risultato ci troviamo per le mani un titolo decisamente divertente, esaltato da un buon grado di sfida e da boss di fine livello non banali. Purtroppo manca qualsiasi forma di supporto multigiocatore online e, inoltre, il sistema di controllo non è perfetto. Ma questa imperfezione deriva da una scelta coraggiosa che porta con se alcuni innegabili pregi.
PRO
- Il mix tra brawler e platform funziona egregiamente
- La personalizzazione aumenta la profondità del gameplay
- Esteticamente efficace e spesso spettacolare
CONTRO
- Il sistema di controllo potrebbe risultare ostico
- Multiplayer solo in locale
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Sistema Operativo: Windows 7, Vista, XP
- CPU: Intel Core i7 920
- RAM: 6GB
- Scheda Video: GeForce GTX 570 OC
Requisiti minimi
- Sistema Operativo: Windows 7, Vista, XP
- RAM: 1GB
- Spazio su disco: 100MB