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One Piece Pirate Warriors 2, recensione

Continua l'assalto della ciurma di Rufy a PlayStation 3!

RECENSIONE di Marco Perri   —   04/09/2013
One Piece: Pirate Warriors 2
One Piece: Pirate Warriors 2
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Quando Namco disse di voler rendere annuale la cadenza della costola Musou di One Piece, non furono in pochi a interrogarsi sulla fattibilità dell'intenzione. Il primo episodio, recensito nemmeno un anno fa, aveva coperto in maniera più che dignitosa una bella fetta di avventure marinare di Rufy, lasciando ad un eventuale seguito le briciole di una narrazione che Eiichiro Ora ha recentemente messo in pausa, complice una lieve malattia che lo ha costretto in ospedale.

One Piece Pirate Warriors 2, recensione

Quando si propongono tie-in basati su opere in corso lo spettro dei binari paralleli incorre impietoso, rendendo difficile gestire i ritmi decisamente blandi di uscita dei "tankobon" e fonderli con il famelico trend di sfornare capitoli su capitoli videoludici che raggiungono in poco tempo la matita dell'autore. Se a tutto questo si unisce l'utilizzo di un modello di gameplay come quello Musou, visibilmente arcaico ma sapientemente rinfrescato nel primo capitolo della saga di fine 2012, il risultato di un seguito rischia di deludere, visto il brand citato, le aspettative giustamente tarate verso l'alto. Omega Force sceglie una strada nuova, inesplorata, curiosa ma coraggiosa in quanto completamente slegata dalla narrazione del manga. La paventata supervisione di Oda nei rapporti tra personaggi promette una coerenza di fondo nella gestione dei rapporti, dei dialoghi e delle alleanze; a crearsi è uno spartiacque tra puristi e amanti della sperimentazione, che inevitabilmente colloca One Piece Pirate Warriors 2 in una sua nicchia di difficile catalogazione. Ma qual'è il risultato finale?

La storia che non c'è

Si chiama Dream Story: la trama di One Piece Pirate Warriors 2 è creata ad hoc per questo titolo Namco ed è completamente slegata dalla linea temporale, di eventi e di personaggi che imperversano nel fumetto. Intendiamoci, il cast è sempre quello, uno sterminato e favoloso elenco di pirati e marine resi famosi dalle pagine di Oda; semplicemente, qui sono mischiati in maniera anomala, con un pretesto che astrae senza paura da ciò che i fan hanno imparato ad apprezzare ed amare in questi anni. Il tutto ruota attorno ad un'arma micidiale che tramuta quasi tutta la ciurma di Rufy in nemici, con alleanze su fronti opposti tra pirati e marine a fare da sfondo alla vicenda. Dobbiamo dirlo apertamente: se Namco pensa di dar linfa al suo brand continuando a proporre storie totalmente inventate e di difficile digestione per i lettori del manga, le gambe di Pirate Warriors appaiono ora più corte che mai. La trama inventata non è da scartare in toto, sia chiaro: ci sono spunti interessanti, incuriosisce saperne di più e scoprirne i passi che portano all'epilogo.

One Piece Pirate Warriors 2, recensione

Ciò che nel cuore di un fan difficilmente riesce a far breccia è il sapere che l'interezza di quanto giocato è completamente inesistente nell'universo di Oda. Stona non poco l'essere consapevoli che le basi narrative, di combattimento e di avanzamento su cui si basa la narrazione iniziano e finiscono con il videogioco e non hanno nulla a che vedere con il One Piece pubblicato su Shonen Jump. È un principio da puristi, eppure è proprio quel principio a mettere dei paletti ad una possibile, e pericolosa, apertura a sconfinate storie inventate che di One Piece hanno poco se non i personaggi e le ambientazioni e che, vista la forzatura, porta in primis a chiedersi perché proporle. Il primo episodio di Pirate Warriors aveva il pregio di iniziare la saga e portarla avanti senza troppi stravolgimenti che, seppur ovviamente presenti in quanto dettati dalla struttura ludica, non apparivano forzati bensì coerenti con la storyline del manga. Stavolta Omega Force riprende le sperimentazioni tanto care al principio "E se..." già adottate nel tie-in di Kenshiro e ci basa tutto l'episodio. Il pretesto per aumentare visibilmente il cast di personaggi giocabili è ambizioso, ma il risultato è un continuo susseguirsi di scontri e situazioni che appaiono fini a se stessi, retti solo dall'incredibile carisma e affetto che i personaggi coinvolti fanno scaturire negli appassionati del brand piratesco. Namco Bandai ha scelto di giocarsi la carta dell'episodio spin-off un po' troppo presto, forse nell'ottimistica speranza che il materiale in uscita da qui ad un anno giustifichi un nuovo episodio che rientri nei canoni della narrazione tradizionale del manga. Forse un po' troppo ottimistica.

Tra alti e bassi, One Piece ritorna su PlayStation 3 con tanta azione ma poche idee

Trofei PlayStation 3

Il titolo fornisce 40 trofei, divisi in 23 Bronzo, 13 Argento, 3 Oro e l'onnipresente Platino. La raccolta è bilanciata tra avanzamento, combattimento e raccolta di collezionabili. Non sono pochi gli obiettivi legati alle monete, sparse nei livelli, così come quelli correlati all'esecuzione di particolari mosse in breve tempo. La scoperta di nuovi scenari, l'utilizzo dei personaggi a disposizione e la raccolta di monete per sbloccare la galleria interna al gioco completano la lista.

Pirati, armati, colorati

Conoscendo i meccanismi di sviluppo annuale non stupisce vedere come il motore che muove questo episodio sia lo stesso del primo. Ciò che invece fa storcere il naso è il notare come l'aliasing sia rimasto immutato e libero di disegnare fastidiose scalette, quasi anacronistiche se confrontate con un aspetto tecnico tutt'altro che sontuoso. I modelli dei personaggi principali sono ottimi, dettagliati, animati in maniera realistica e fedele al manga e all'anime, ma tutto il resto è triste figlio di quel genere Musou che non si evolve affatto dal primo capitolo; i comprimari hanno pochissime caratterizzazioni, che si ripetono senza sosta nel marasma dell'azione, con livelli dal design povero di contenuti e di colpi d'occhio che appaiono più che mai dimenticabili e poco ispirati nella realizzazione. L'impressione è di navigare in contenitori di armate di nemici e non in ambientazioni studiate per fornire stimoli differenti, con il risultato che il viaggiare da una parte all'altra dell'area si consuma in un mero movimento di stick, senza regalare emozioni d'ambiente o attrattive stilistiche particolari che spezzino la ripetitiva azione di gioco.

One Piece Pirate Warriors 2, recensione

Il frame rate rimane ballerino, con fasi di fluidità ad alternarsi ad altre in cui l'azione convulsa fa crollare il numero di fotogrammi. Un anno fa applaudivamo la scelta di Omega Force di rinfrescare il suo genere d'appartenenza con l'aggiunta di simpatiche trovate di platforming, "Quick Time Event" e idee di azione variegate che aprivano spiragli su una rivitalizzazione riuscita. Purtroppo, in Pirate Warriors 2 il team è inspiegabilmente tornato indietro in quel recinto di ripetitività fin troppo conosciuto, costringendo il giocatore ad andare da una parte all'altra della mappa solo per menar fendenti, eliminando ciò che di buono aveva proposto nel primo episodio e rendendo estremamente più diretto e basilare l'azione di gioco. Il risultato, mancando filtri di differenziazione ludica, stanca in breve tempo e a poco serve la decisione del team di mettere spesso di fronte alla scelta morale se aiutare un alleato o combattere un nemico, in quanto le conseguenze sul risultato finale, oltre ad essere aggirabili una volta capito il meccanismo, sono poco influenti. Tanta quantità a schermo, ma fin troppo poca varietà.

Un lungo viaggio

Il pregio maggiore del secondo episodio è indiscutibilmente la ricchezza del roster, che conta ben trentasei personaggi giocabili, e il buon quantitativo ludico inserito tra le modalità di gioco. La storia principale ha una longevità invidiabile, ma il fiore all'occhiello è la possibilità di utilizzare ogni personaggio sbloccato per completare gli episodi o tentare la fortuna nelle sfide che pian piano si sbloccheranno avanzando. Difficilmente ne avrete bisogno, ma se il momento lo impone potrete chiamare in soccorso un amico tramite PlayStation Network che interverrà per aiutarvi nella co-op online. Peccato che per farlo il vostro compagno dovrà aver completato quella missione nella sua storia, il che rende un po' limitante questa trovata di Omega Force.

One Piece Pirate Warriors 2, recensione

Il bello di sbloccare i personaggi secondari è proprio il poter accedere alle sfide singole di ognuno, che garantisce altre ore di gioco al pacchetto. Fa il suo gradito ritorno la Galleria, sezione in cui risiedono materiali acquistabili per la gioia dei collezionisti di voci, filmati e musiche di gioco, che si alternano tra composizioni ispirate ad altre dimenticabili. La grande quantità di materiale inserita deve però fare i conti con una semplificazione del sistema di gestione dell'inventario, non più personalizzabile nello sbloccare combinazioni di monete ma gestito da linee stabilite da Omega Force. Questo aspetto rende molto meno accattivante il completamento, destino analogo per le combo di mosse, rese disponibili in automatico dall'aumento di livello. In linea con l'obiettivo di rendere ogni personaggio facilmente giocabile in ogni area, la possibilità di investire denaro nel recuperare esperienza rende stimolante lo sperimentare sempre un personaggio differente per scoprire e testare con mano le mosse a disposizione, scegliendo di conseguenza il protagonista ideale per ogni situazione. Omega Force ha prediletto un approccio di massimizzazione dei contenuti, reso disponibile proprio dalle invenzioni narrative che se da un lato prestano il fianco ad una potenziale forzatura di eventi, dall'altra aggiungono una corposa dose di sostanza al titolo, garantendo una buona rigiocabilità.

Conclusioni

Multiplayer.it
7.0
Lettori (109)
8.5
Il tuo voto

One Piece Pirate Warrios è un prodotto dal retrogusto amaro, in quanto Namco e Omega Force hanno scelto una strada singolare che non convince in pieno. La formula di gameplay scelta risulta più povera rispetto al primo episodio e quindi più pesante da digerire, anche per grandi fan dell'universo di One Piece. Tanta quantità di contenuti si scontra con una ripetitività che alla lunga mina il divertimento, complice un comparto tecnico altalenante: ad una ottima modellazione dei protagonisti si unisce un'insufficienza delle ambientazioni, un level design per nulla ispirato e difetti di frame rate ed aliasing ereditati in blocco dal primo capitolo. Pirate Warriors 2 rimane un buon titolo per gli amanti del brand piratesco, ma le forzature di una storia inventata e un forte senso di déjà vu lo trattengono dall'essere un passo avanti per la serie.

PRO

  • Avventura longeva
  • Tanti contenuti
  • Buona trasposizione dei personaggi...

CONTRO

  • ... ma il comparto tecnico è sotto la media
  • Storia completamente slegata dal manga
  • Meccaniche musou noiose e ripetitive