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Democracy 3, recensione

Un titolo fatto di bilanci e promesse elettorali, povero graficamente ma ricco di significato

RECENSIONE di Mattia Armani   —   25/11/2013
Democracy 3
Democracy 3
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Negli ultimi tempi la parola populismo è tornata di moda visto il clamore di partiti che per sopravvivere si affidano più alle dichiarazioni clamorose che ai programmi politici. Ma come per i colori sgargianti delle pubblicità, la promessa elettorale altisonante è parte integrante di quel sistema di governo estremamente diffuso che chiamiamo democrazia. D'altronde si tratta di una forma di organizzazione di tipo quantitativo e sebbene vi siano numerose norme atte a rendere la rappresentanza del popolo strutturata e funzionale, l'unica legge assoluta è il consenso. Una legge che è il perno stesso di Democracy 3, gestionale politico molto particolare e piuttosto lontano dalle forme videoludiche più diffuse ma che ha il pregio di evidenziare e tradurre in meccaniche di gioco i paradossi della politica occidentale moderna.

Democracy 3 è un titolo particolare che evidenzia i paradossi della democrazia consensuale

Il duro mestiere del politico

Democracy 3 è il terzo capitolo di una serie sviluppata da Cliff Harris, un sol uomo che è riuscito a creare un prodotto complesso, capace di attirare un discreto seguito, ricorrendo a un'impostazione decisamente particolare.

Democracy 3, recensione

L'intera esperienza è infatti legata a grafici e schede informative, unici strumenti visivi con cui il giocatore, che veste i panni del primo ministro di una delle grandi democrazie mondiali, può valutare quali decisioni prendere per mantenere in piedi il governo, aumentare la percentuale di consenso e accresce il Prodotto Interno Lordo del proprio paese. Ma nonostante la veste grafica spartana, più vicina a quella di uno strumento di analisi che a quella di un videogioco, le meccaniche di Democracy 3 sono decisamente complesse. Selezionare uno dei nodi che compongono la schermata principale del titolo, organizzata in un "grafico radar", evidenzia le numerose interrelazioni e interdipendenze che caratterizzano ogni elemento. Si va dall'educazione alle tasse passando ovviamente per i trasporti, le armi, l'energia, la religione, la salute, lo spazio, le minoranze etniche, i vari tipi di industria, l'evoluzione tecnologica, l'ambiente e le diverse fasce di ricchezza della popolazione. La giustizia è ovviamente uno dei fattori più importanti e la sicurezza del cittadino è uno di quegli elementi su cui fare leva quando si è a corto di consensi. Ma se si ha intenzione di essere ricordati come un vincente, e non come un populista che ha cercato di fare il passo più lungo della gamba, è necessario tenere conto della praticità delle proprie scelte valutando con attenzione percentuali ed effetti collaterali.

Il trucco della promessa populista

Democracy 3 può essere fruito anche inseguendo esclusivamente il consenso, cosa che purtroppo sembra essere nelle corde anche di più di un politico in carne e ossa. Ma è chiaro che in questo caso si perde l'elemento di sfida, unico vero fattore videoludico dell'intera produzione. Ed è qui che ci imbattiamo nel più grande difetto di questo titolo ovvero nell'incapacità di aggiungere novità salienti e qualche extra capace di rendere il tutto leggero e coinvolgente. Democracy 3 è un titolo realizzato con una cura per l'interfaccia più pulita e rifinita di quella del secondo capitolo della serie: le schede informative sono estremamente leggibili e i simboli sono studiati per rendere meno aggressivo il muro di icone che fa da perno all'esperienza. Prendere visione dei dati relativi a un settore o compiere una scelta, così, è una questione di pochi click.

Democracy 3, recensione

Tutavia, nonostante l'invidiabile capacità di mescolare un'anima complessa con un'esperienza agile e intuitiva, si sente la mancanza di un pizzico di pepe che potrebbe essere la simulazione di situazioni di crisi, una componente narrativa, campagne elettorali o una maggiore profondità dei rapporti interni al paese. Crisi politiche, imprevisti e misure d'emergenza sono presenti nel gioco e inoltre le relazioni con i ministri sono importanti visto che questi influenzano il consenso e accumulano i punti che determinano il numero e il peso delle scelte che possiamo effettuare in un turno. Ma è chiaro che proprio questa parte del gioco beneficerebbe di qualche aggiunta mentre sul fronte geopolitico il numero di fattori presi in considerazione è sufficiente e risulterebbe esaltato in un contesto più strutturato. Per fortuna in quest'ultimo capitolo l'influenza delle politiche internazionali si fa sentire e limita l'onnipotenza di un Primo Ministro fin troppo decisivo sulle dinamiche del proprio paese e, inoltre, il supporto Steam Workshop dovrebbe garantire alla community la possibilità di sistemare e arricchire il titolo, ma per quanto riguarda le sue meccaniche del non si può certo parlare di evoluzione. In ogni caso, Democracy 3 è un gioco unico che riesce a proporre una gestione quasi simulativa, sebbene basata su dati fin troppo precisi e prevedibili, di un governo di tipo democratico e questo pur adottando un'impostazione tutto sommato leggera e fruibile.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • OS: Windows 7
  • Processore: Intel Core i7 920
  • Memoria: 6 GB RAM
  • Scheda video: GeForce GTX 770

Requisiti minimi

  • OS: Windows XP
  • Processore: 2 GHz
  • Memoria: 1 GB RAM
  • Scheda video: 256 MB
  • Spazio su disco: 500 MB

Requisiti consigliati

  • OS: Windows XP
  • Processore: 2 GHz
  • Memoria: 4 GB RAM
  • Scheda video: 256 MB
  • Spazio su disco: 500 MB

Conclusioni

Versione testata: PC
Digital delivery: Steam
Prezzo: 22,99€
Multiplayer.it
7.0
Lettori (9)
7.2
Il tuo voto

Democracy 3 è incentrato sulla microgestione di un gran numero di fattori che ci consentono di accontentare il popolo e, ma non è necessario per essere rieletti, migliorare lo stato del nostro paese. Non mancano inoltre crisi di governo, rimpasti e tutta una serie di relazioni da curare per ottenere il consenso che è la principale moneta della politica democratica. Da questo punto di vista tutto funziona piuttosto bene ma si sente la mancanza di un pizzico di pepe in più. Le novità rispetto al capitolo precedente sono poche e l'ottima interfaccia non riesce a bilanciare un'evidente mancanza in termini di coinvolgimento. Impossibile da sconsigliare, questo terzo capitolo della peculiare serie creata da Cliff Harris manca però di quell'evoluzione che speriamo ardentemente di vedere nel prossimo Democracy.

PRO

  • Complesso ma accessibile e immediato
  • Interfaccia accattivante
  • Steam workshop

CONTRO

  • Troppo freddo
  • Poche novità rispetto al capitolo precedente