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I cavalieri del re

La nuova produzione freemium di Gameloft ci catapulta nel medioevo, in un torneo dedicato ai migliori cavalieri

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   07/06/2014
Rival Knights
Rival Knights
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Il Gioco Gratis della Settimana è l'appuntamento di Multiplayer.it che, ogni sabato, mette sotto i riflettori un'app per iPhone scaricabile a costo zero. Non necessariamente titoli nuovi né di etichette di primo piano ma piuttosto, semplicemente, prodotti che meritano di essere presi in considerazione. A maggior ragione se non si deve sborsare nemmeno un centesimo.

Quanto tempo è passato dall'ultima volta che ci siamo cimentati con un simulatore di giostra medievale? Potrebbe sembrare una domanda scherzosa, ma in realtà una risposta c'è: più o meno otto mesi, ovvero dall'uscita di Joust Legend per i dispositivi iOS.

I cavalieri del re

Il titolo sviluppato da Rebellion ci metteva infatti nei panni di un cavaliere impegnato a guadagnare denaro e gloria all'interno di tornei man mano più difficili, in cui di volta in volta due contendenti dovevano sfidarsi in sella al proprio cavallo, imbracciando lunghe lance che avrebbero poi tentato di conficcare nelle rispettive armature per ottenere la vittoria. Un progetto interessante ma controverso, dato che il gameplay si basava esclusivamente sul timing, ovvero bisognava fermare un indicatore al momento giusto per determinare lo spunto della carica e la zona del corpo da colpire. Un po' poco per garantire un intrattenimento duraturo, e infatti l'esperienza di Joust Legend esauriva rapidamente il proprio fascino, fiaccata oltretutto da una connotazione freemium abbastanza limitante. Gameloft, lo diciamo subito, ha voluto gettare il proprio guanto di sfida e cimentarsi con questo particolare sottogenere action partendo da un'idea molto simile, certamente coadiuvata da numeri di tutto rispetto (150 missioni per cinque "casate", ognuna difesa da altrettanti boss) ma stringente nei suoi tentativi di monetizzare e finanche meno sfaccettata quando si parla di gameplay. Cerchiamo di affrontare i due argomenti in maniera un po' più chiara. Per effettuare una partita con Rival Knights bisogna "spendere" un sigillo, ovvero la tradizionale "energia d'azione" che però, complice la brevità dei duelli, finisce per esaurirsi molto rapidamente, lasciandoci in attesa di ricariche relativamente rapide (circa cinque minuti per sigillo) oppure chiedendoci di impiegare la valuta pregiata (i diamanti) per ripristinare l'energia e tornare in azione. Un approccio limitante, insomma, che viene applicato anche al multiplayer online, che definiremmo "asincrono" ma che in realtà si basa semplicemente sulle statistiche degli utenti per mettere in piedi una parvenza di duello reale.

Rival Knights è un simulatore di giostra medievale molto bello da vedere, ma non altrettanto da giocare

Uccidono più le stat della spada

I cavalieri del re

Arriviamo quindi alla questione del gameplay. Rival Knights si gioca in pratica come un drag racer, solo che in questo caso sullo schermo, in modalità portrait, c'è il cavaliere che sferza il cavallo anziché un pilota che cambia le marce della propria muscle car. Bisogna toccare il touch screen alla fine di un countdown (piccola nota: lo si deve fare in anticipo perché il timing è evidentemente sbagliato) per partire, quindi toccarlo nuovamente quando l'indicatore dei "giri" raggiunge la zona verde. Quando avremo raggiunto la velocità finale, ci verrà quindi chiesto di muovere la lancia per mirare a un punto preciso dell'armatura del nemico, nell'ottica di una situazione non statica ma dinamica, dunque certamente non semplicissima da gestire. Il problema vero è che anche portando a termine in modo perfetto tutte le fasi appena elencate, possiamo comunque perdere il duello perché le nostre statistiche di attacco, difesa e potenza della cavalcatura sono inferiori a quelle dell'avversario. Entra quindi in gioco, a gamba tesa, il grinding necessario per acquistare nuove armi, nuove armature, nuovi cavalli o potenziare l'equipaggiamento in nostro possesso, seguendo i canoni freemium che ben conosciamo e di cui gli sviluppatori Gameloft sono certamente esperti. La campagna è molto lunga e non manca un pizzico di varietà, visto che alle sfide standard si contrappongono mini-tornei alla meglio di tre round, gare basate sugli achievement e sessioni in cui ci viene chiesto di combattere usando oggetti presi in prestito, ma gli eccessivi limiti e la ripetitività del gameplay, oltre ai vincoli imposti dai sigilli e dall'esigenza di monetizzare, rendono l'esperienza ben presto scialba e poco significativa. È un vero peccato, perché sul fronte della realizzazione tecnica è stato fatto invece un lavoro eccellente, con i modelli poligonali dei cavalieri e dei cavalli ricchi di particolari e ben animati, spettacolari sequenze in bullet time che enfatizzano i colpi messi a segno, ambientazioni evocative e piene di dettagli, arricchite finanche da un meteo variabile.

Conclusioni

Versione testata: iOS (1.0.0)
Terminale utilizzato: iPhone 5s
Prezzo: gratuito
Multiplayer.it
6.5
Lettori (9)
4.7
Il tuo voto

Il primo impatto con Rival Knights è senz'altro positivo, visto che il nuovo titolo targato Gameloft vanta una grafica dettagliata e spettacolare, che rende davvero bene la velocità e l'intensità della giostra medievale, e ci offre un numero straordinario di missioni nell'ottica di una campagna man mano più complessa. Il problema è che, al di là di questi "specchietti per le allodole", il gioco non ha molto da offrire in termini di gameplay, essendo tale aspetto basato su meccaniche semplicistiche, la cui efficacia dipende peraltro dalle statistiche dei personaggi in azione più che dalla corretta esecuzione dei quick time event. Ci troviamo insomma di fronte al tradizionale "bello senz'anima", un prodotto dotato di un indubbio impatto visivo ma che mostra ben presto tutti i propri limiti.

PRO

  • Davvero bello da vedere
  • Campagna particolarmente lunga, con qualche variazione
  • Indubbiamente immediato...

CONTRO

  • ...ma gli manca un minimo di spessore
  • Approccio freemium limitante
  • Le statistiche contano più dell'abilità