Dopo essere stato annunciato quasi quattro anni fa, Scrolls è finalmente arrivato su PC e tablet lo scorso dicembre, al termine di due lunghissime fasi di testing che l'hanno radicalmente trasformato soprattutto sotto il profilo contenutistico.
Dopotutto, dal 2011 di cose in Mojang ne sono successe parecchie ed occuparsi dei numerosi porting e adattamenti di Minecraft per praticamente ogni sistema presente sul mercato ha inevitabilmente sottratto tempo e risorse alla software house svedese, che ha lasciato sul progetto solamente un manipolo di impavidi sviluppatori. Inoltre l'abbandono della nave da parte di Markus "Notch" Persson (uno degli ideatori del titolo) e il tempo trascorso in tribunale con Bethesda (per il dibattito riguardante il franchise The Elder Scrolls) avrebbero potuto far desistere il publisher a lavorare sul progetto, che arrivato nella sua versione finale ci ha stupito sotto molteplici punti di vista. Non è tutto oro quel che luccica, sia chiaro, ma dobbiamo dare il merito a Scrolls di essere riuscito nell'intento di dimostrare che anche in un panorama che per sua natura è ancorato a precise e radicate meccaniche come quello dei giochi di carte collezionabili, c'è ancora spazio di manovra per rinfrescarne la formula, magari mischiando generi differenti in modo creativo e originale.
Scrolls mischia giochi di carte collezionabili e board game: esperimento riuscito?
Difendi il tuo idolo
Con tutte quelle pergamene e quei mazzi, Scrolls può sembrare un classico gioco di carte collezionabili, ma in realtà dietro questa facciata si nasconde un'anima da strategico a turni anche piuttosto profonda. Il campo da gioco è costituito da cinque corsie, al termine delle quali sono posizionati dei piccoli idoli da difendere allo stremo per evitare di perdere la partita. Basta che ce li distruggano per capitolare, ed è proprio questa semplice meccanica ad aggiungere un'importante componente strategica al classico gioco di carte.
Avendo a disposizione al massimo tre caselle per ogni corsia da riempire con bestie e minion, siamo impossibilitati a mantenere integri tutti gli idoli e obbligati a decidere quali rinforzare adeguatamente e quali sacrificare per la vittoria finale. Gli aspetti realmente interessanti sono la possibilità di muovere ogni pedina della propria parte della scacchiera di una sola posizione a ogni turno e la presenza di un cooldown che obbliga ad aspettare uno o più turni prima di effettuare l'attacco. Tutto ciò dà sostanza al profilo strategico di Scrolls, che prende forma come un complesso board game in cui pianificare nella propria testa i possibili scenari dei turni a venire in base a quando attaccheranno le nostre creature e quelle dell'avversario, cercando di gestire al meglio le carte che si hanno in mano e le risorse necessarie per ogni evocazione. In tal senso il gioco di Mojang introduce un sistema insolito che all'inizio di ogni turno permette al giocatore di sacrificare una pergamena con un duplice obiettivo: guadagnare un'unità di mana oppure pescarne altre due. Ovviamente all'inizio del match si è pressoché obbligati a far crescere i punti da spendere per poter giocare le carte più costose, ma con il proseguo dei turni decidere se è meglio continuare a guadagnare mana, pescare due carte sacrificandone una oppure tenersi ciò che si ha già in mano, rappresenta un dilemma che potrebbe fare la differenza tra vittoria e sconfitta. Inoltre bisogna tenere in considerazione il seme delle carte, perché, come in Magic, anche in Scrolls si possono costruire mazzi misti che richiedono una gestione ancora più accurata delle risorse e una buona esperienza del giocatore con i giochi di carte collezionabili per evitare di incappare in mazzi sbilanciati senza possibilità di vittoria.
C'è sempre da sudare
Con tutte queste opzioni a disposizione trovare il giusto bilanciamento tre magie, artefatti e minion con abilità specifiche non è un lavoro semplice, e si richiede una certa dedizione per comprendere le più di 350 pergamene disponibili e riuscire a creare combo e sinergie efficaci a farci vincere qualche match online. Sul fronte PvP infatti la situazione non è delle più rosee. Al di là si una generale carenza di giocatori che in alcuni frangenti della giornata ci ha costretti ad aspettare anche più di cinque minuti prima di poter entrare in partita, è il livello di difficoltà il vero problema di Scrolls.
Da una parte ci sono l'intelligenza artificiale e i giocatori più smaliziati con cui scontrarsi in partite tirate, ma avvincenti fino all'ultimo turno, mentre dall'altra ci sono coloro che non hanno tanta esperienza con il titolo, ma tentano comunque la sorte nella speranza di imparare ciò che l'approssimativo tutorial non è riuscito a insegnargli. Questo porta a un consistente abbassamento del ritmo e a partite prolisse che vanno in controtendenza col dinamismo tipico dei card game online. D'altra parte è anche possibile incontrare giocatori che seguono il titolo fin dal suo ingresso in alpha e sono oramai dei veri e propri mostri di bravura, in grado di spazzare via il nostro misero deck in pochissimi turni oppure dandoci l'illusione di controllare la partita prima di pulire il board in un attimo lasciandoci inermi e senza un piano di riserva.
Nel caso il PvP si faccia troppo frustrante da un lato o dall'altro, è possibile giocare match casuali contro l'intelligenza artificiale scegliendo il livello di difficoltà, oppure affrontare l'opzione Judgement, una modalità in stile arena che permette di costruirsi un mazzo scegliendo tra carte casuali e di continuare a giocare fino a che non si perdono tre partite. Contrariamente alle aspettative i premi sono abbastanza generosi e permettono ci comprare buste con un buon ritmo, anche perché Scrolls non è un gioco completamente free to play ma un titolo a pagamento di cui è disponibile sul sito ufficiale una corposa demo che dà accesso al tutorial (piuttosto povero e poco esplicativo di alcune meccaniche), ad alcune sfide, alla modalità Schermaglia contro l'intelligenza artificiale e al multiplayer. Se ci si vuole confrontare nelle partite classificate, oppure avere accesso all'arena o ad alcune funzioni secondarie, come il crafting e gli acquisti in game, è obbligatorio sborsare i 4,50€ del biglietto che però, alla fine dei conti, non ci sentiamo di consigliare a chiunque. Se avete una certa esperienza con il genere e la deriva board game vi stuzzica dategli una chance, ma se siete alle prime armi non fatevi ingannare del suo stile grafico delizioso caratterizzato da linee morbide e calde tinte pastello: Scrolls non perdona, ti insegna poco e richiede uno sforzo non indifferente per essere compreso in ogni sua sfaccettatura, ma una volta ingranata la marcia giusta le soddisfazioni non tarderanno ad arrivare.
Conclusioni
Scrolls è un riuscito mix tra un gioco di carte collezionabili e un board game a cui va il merito di essere riuscito a trovare il giusto bilanciamento tra i due generi prendendo quanto di meglio entrambi hanno da offrire. La costruzione del deck vi porterà via ore, mentre le complesse meccaniche di gioco riusciranno a rapirvi obbligandovi a pensare e ripensare ad ogni mossa prima di metterla in atto. Purtroppo il tutto viene in parte rovinato da un comparto multiplayer non all'altezza che fa emergere tutti i limiti del titolo Mojang: pochi giocatori online e un'esperienza a tratti frustrante a metà tra giocatori bravissimi e neofiti abbandonati a se stessi.
PRO
- Riuscito mix tra gioco di carte e board game
- Stilisticamente molto gradevole
- Modello economico equilibrato
CONTRO
- Curve di difficoltà poco amichevole
- Online può essere frustrante