La serie Guilty Gear è cominciata nel 1998 col primissimo titolo sviluppato da Arc System Works per PlayStation, un picchiaduro che si è distinto immediatamente dalla concorrenza degli Street Fighter, Mortal Kombat e The King of Fighters per il suo tecnicismo e l'enfasi riposta sulle combo, ma anche e soprattutto per la cura riposta dallo sviluppatore nella realizzazione e nell'animazione degli sprite bidimensionali.
Col tempo, Arc System Works è rimasta una delle poche software house a non aver mai tentato la facile strada del 3D, sciorinando una serie di franchise che sono entrati nel cuore dei suoi fan quando Guilty Gear, dopo qualche sfortunato porting, è sembrato scomparire dai radar intorno al 2007. Da allora, la software house nipponica ci ha fatto giocare BlazBlue, Arcana Heart e i Persona Arena ispirati all'omonimo jRPG targato Atlus, sconfinando di tanto in tanto su qualche licenza, come Ken il Guerriero e Dragon Ball Z. Ironicamente, i suoi migliori prodotti si somigliano un po' tutti: sono picchiaduro apparentemente semplici, sorprendentemente complessi. Non è un caso se molti fan del genere li prediligono nei tornei, estasiando gli spettatori con lunghissime combo, riprese spettacolari e vittorie degne dei migliori colpi di scena cinematografici. E alla radice di ogni meccanica c'è proprio quell'esperimento del '98, Guilty Gear, che è tornato giusto in tempo per inaugurare l'avvento di Arc System Works su console di nuova generazione. Com'è andata?
Guilty Gear Xrd è probabilmente il miglior picchiaduro per PlayStation 4, ma manca ancora qualcosa
Posate il joypad
Be', è andata come al solito, nel senso che Guilty Gear Xrd arriva in Europa mesi e mesi dopo la release nipponica e quella americana, per giunta nel solo formato digitale e a prezzo intero. Una scelta inspiegabile e ingiustificata, anche perché non è stato compiuto alcun lavoro di localizzazione e i testi del gioco sono rimasti completamente in inglese. E tanto per restare in tema di beffe, lo stesso giorno in cui Guilty Gear Xrd è arrivato nel nostro PlayStation Store, Arc System Works ne ha annunciato l'espansione, sottotitolata Revelator, che uscirà in territorio giapponese entro la fine dell'anno, implementando nuovi personaggi e ulteriori bilanciamenti.
Chi segue il panorama dei picchiaduro da anni, sarà ormai abituato al gioco delle revisioni, ma in questo caso si è passato un po' il segno, benché involontariamente, con un vero e proprio autogol: non ci stupiremmo, quindi, se molti giocatori europei preferiranno aspettare l'uscita della prossima release o ripiegare su questa una volta che sarà calata di prezzo. C'è da dire che le revisioni di Arc System Works più che semplici espansioni o meri DLC sono veri e propri sequel, che espandono di volta in volta la storia della saga, spesso raccontata attraverso interminabili dialoghi e scene di intermezzo. Nel caso di Guilty Gear Xrd, però, lo sviluppatore ha tentato un esperimento coraggioso ma, purtroppo, riuscito soltanto a metà. Lo Story Mode in questione, infatti... non si gioca. Invece di venir raccontata tra un combattimento e l'altro, magari con le scelte multiple e i bivi cui ci avevano abituato BlazBlue e Persona Arena, la storia di Guilty Gear Xrd si sviluppa come un vero e proprio lungometraggio animato, suddiviso in capitoli, da seguire da semplici spettatori per un paio d'orette. È una soluzione che ci ha lasciato un po' interdetti, anche perché lo Story Mode prende le mosse dai brevi e incomprensibili finali individuali della modalità Arcade, e ci ha dato l'impressione di essere stato concepito in fretta e furia nella conversione da cabinato arcade a console PlayStation. D'altra parte, la qualità della proposta questa volta non si discute: invece di costringerci a leggere dialoghi su dialoghi come fosse una visual novel, ogni sequenza è completamente animata sfruttando il motore grafico del gioco, basato a sua volta sull'Unreal Engine 3 con l'aggiunta del cel shading. Sotto questo aspetto, Guilty Gear Xrd è semplicemente incredibile. Ancora una volta, Arc System Works ha prediletto la bidimensionalità, ma si tratta di un inganno, perché i personaggi e gli scenari sono completamente tridimensionali, e l'inquadratura, solitamente fissa, ruota intorno a loro solo in occasione delle pose di vittoria o di alcune mosse speciali, offrendo un'improvvisa e spettacolare dinamicità. La soluzione del cel shading ha permesso ai grafici di mettere in scena un quadro tecnico pressoché indistinguibile da un cartone animato, grazie anche a un sapiente uso dell'anti-aliasing e al frame rate costantemente ancorato ai 60 fotogrammi al secondo. Per farla breve, ogni combattimento di Guilty Gear Xrd è una vera e propria gioia per gli occhi, tra effetti particellari a profusione, colpi speciali pirotecnici e riprese vertiginose, mantenendo però fermamente la chiarezza dell'immagine e incorniciandola nella consueta colonna sonora rockeggiante che ha reso famoso il franchise e che pompa il sangue nelle vene a ogni match.
Trofei PlayStation 4
La collezione, composta da 36 trofei di bronzo, 8 d'argento, 3 d'oro e 1 platino, richiede le tipiche soluzioni da picchiaduro: si dovranno eseguire determinate mosse, completare le varie modalità di gioco, sbloccare ogni collezionabile e interagire con gli altri giocatori in modalità multiplayer.
Fuoco alle polveri
Quando si tratta di giocare, finalmente, Guilty Gear Xrd dà il meglio di sé, e riassume in pochi attimi la filosofia che Arc System Works ha elaborato in termini di picchiaduro negli ultimi anni. Apparentemente, basta premere i tasti a caso per eseguire diversi tipi di combo. La disposizioni è sempre la stessa, con un tasto per il pugno, uno per il calcio, uno per il colpo forte e uno per quello di media potenza. La loro combinazione produce effetti diversi, permettendoci di proiettare l'avversario o di scagliarlo in aria, dando inizio a una spettacolare combo aerea. Chiunque abbia giocato BlazBlue o Persona Arena, però, sa benissimo che quei quattro tasti nascondono un sistema di gioco molto più complesso e profondo, in grado di appagare anche il fan dei picchiaduro più navigato. Chi invece non ha molta dimestichezza col genere, non tema: Guilty Gear Xrd propone una modalità di allenamento tra le più complete che ci sia mai capitato di giocare. Essa ci prende per mano e ci introduce gradualmente a ogni comando, spiegandoci via via le strategie più complesse: scatti aerei, riprese a terra, attacchi "on the ground", Psych Burst, livello R.I.S.C. e altro ancora. Tornano, ovviamente, le iconiche Roman Cancel della serie, che permettono di traslare praticamente ogni animazione in un'altra, consumando la barra della Tensione per prolungare le nostre combo.
Considerando che praticamente ogni azione speciale consuma la Tensione, così come le super mosse chiamate Overdrive, è chiaro che il gioco diventa ben presto più strategico che caotico, nonostante la frenesia dell'azione suggerisca differentemente. In questo senso, appare evidente l'utilità della modalità Challenge, che rappresenta un ulteriore livello di addestramento e una sfida aggiuntiva per i giocatori più esperti. In termini di contenuti single player, insomma, Guilty Gear Xrd non delude, ma la varietà è abbastanza risicata e, alla fin fine, ogni modalità serve più che altro a racimolare la valuta con cui sbloccare illustrazioni, personaggi secondari e altri bonus. Quello della varietà è un problema che in Guilty Gear Xrd abbiamo avvertito parecchio. Benché sufficientemente diversi tra loro, la ventina scarsa di personaggi nel roster pesca quasi interamente a piene mani dai primi capitoli della serie, offrendoci la tradizionale commistione di combattenti che scagliano proiettili di qualche tipo, che sacrificano la velocità per la potenza o viceversa oppure che basano le loro tecniche di combattimento su qualche potere assurdo. Siamo lontani dalle peculiarità offerte dai lottatori di BlazBlue, che avevano ciascuno un potere speciale diverso, ma se è vero che personaggi come Sol Badguy o Ky Kiske possono apparire quasi banali, ce ne sono altri, specialmente gli inediti Bedman e Ramlethal, che rinfrescano decisamente il roster. È un mix di vecchio e nuovo abbastanza riuscito, anche se ci saremmo aspettati di vedere qualche altro personaggio in più. Quelli disponibili, comunque, sono abbastanza diversificati, e il buon lavoro di bilanciamento ha fatto sì che online non si incontrino sempre gli stessi lottatori. Purtroppo, però, la parte online di Guilty Gear Xrd lascia molto a desiderare. Non fraintendeteci, il netcode è più che discreto e mostra raramente il fianco, assestandosi magari dopo soltanto qualche secondo di incertezza a inizio partita... ma, prima, quella partita bisognerebbe cominciarla. La soluzione congegnata dallo sviluppatore ha del pazzesco: macchinosa e inutilmente complicata, ci costringe a passare attraverso una serie infinita di menù solo per cercare una lobby in cui potrebbero esserci degli sfidanti. Da una parte, è un'idea interessante che promuove una forma di interazione sociale tra i giocatori (come se non sapessimo cosa succede quando perdono i più immaturi...) ma dall'altra appesantisce enormemente una modalità che spesso si sceglie per giocare qualche partita veloce contro ignoti, immaginandoli a rosicchiare il joypad dopo aver inferto loro l'ennesima batosta. Sempre che il joypad rosicchiato non sia il nostro.
Conclusioni
Guilty Gear Xrd è il salto generazionale che ci aspettavamo da Arc System Works. Graficamente splendido, divertentissimo da giocare, mostra stranamente il fianco su due degli aspetti che lo sviluppatore di solito cura di più: lo Story Mode, ben realizzato ma poco coinvolgente, e la varietà dei combattenti, forse un po' troppo old school. La vera pecca, però, è la modalità di distribuzione. Il gioco viene proposto a prezzo pieno con mesi di ritardo e dopo averne già annunciato una revisione che lo renderà obsoleto: prendetelo in considerazione, insomma, se morite dalla voglia di giocare un buon picchiaduro e non ce la fate ad aspettare almeno un anno.
PRO
- Un cartone animato interattivo a 60 frame al secondo
- È uno dei picchiaduro più complessi in circolazione
- Modalità di allenamento chiarissima e approfondita
CONTRO
- Story Mode da guardare e basta
- In Europa arriva tardi, e a prezzo intero per giunta
- Modalità multigiocatore concepita da un malato di mente