Se non fosse stato per l'arrivo a Natale de Il Risveglio della Forza, quest'anno nelle sale cinematografiche avremmo avuto un solo vincitore: Mad Max: Fury Road. L'incredibile pellicola di Miller è forse una delle opere più potenti di sempre dal punto di vista visivo, grazie alla sua capacità di raccontare tutto senza troppi fronzoli e all'incredibile attenzione per i dettagli. D'altronde non è un caso, dato che il regista australiano ha praticamente inventato il genere post-apocalittico, codificandone regole, costumi, personaggi e panorami. Il successo però può essere un'arma a doppio taglio. Da una parte può esaltare le folle per ogni tipo di nuovo annuncio legato a un marchio, dall'altra crea altissime aspettative che non sempre vengono soddisfatte. Per questo motivo ci siamo avvicinati a questo tie-in di Mad Max con la dovuta cautela. Visivamente sembrava molto bello, ma sarebbe stato in grado di reggere il confronto con l'esperienza cinematografica?
Saliamo a bordo della nostra V8 per la recensione di Mad Max!
Tra gioco e film
Nonostante il gioco non sia rigidamente basato sul film, Avalanche Studios ha lavorato praticamente in parallelo con la produzione cinematografica, attingendo a piene mani dai bozzetti iniziali e dialogando con Miller passo dopo passo, per fare in modo che tutto fosse coerente con il "canone". Dunque, non vedremo Tom Hardy, non vedremo Furiosa e non sarà necessario aver visto il film per goderci il gioco, ma ritroveremo i War Boys, Gastown, il credo religioso basato sul V8 e sulla benzina, auto che sembrano porcospini rugginosi e, spulciando nelle note, potremo leggere che il cattivo principale, Scabrous Scrotus (il nome l'ha scelto Miller in persona) è imparentato con Immortan Joe.
Il risultato è un prodotto dai colori vivaci e ipersaturi che farà impazzire i fan della saga con i suoi panorami mozzafiato e i combattimenti tra auto, ma che lascia l'amaro in bocca per alcune scelte non proprio illuminate dal punto di vista del gameplay. Togliamoci subito il dente, il più grande problema di Mad Max è lo stesso di molti free roaming: il ripetersi ossessivo di una routine fatta di zone da sbloccare in sequenza e compiti che si susseguono più o meno identici in tutte le aree della mappa. Dunque anche qua, come in Far Cry o L'Ombra di Mordor, troveremo degli avamposti da ripulire uccidendo tutti i nemici presenti, facendo esplodere dei pozzi di petrolio o eliminando un boss particolarmente grosso e arrabbiato. Immancabili, ci saranno aree su cui salire per esplorare la mappa e compiti più o meno difficili che saranno fondamentali per ridurre l'influenza di Scrotus sulla zona e sbloccare nuovi upgrade e incarichi. Lo svolgimento delle missioni è estremamente lineare, soprattutto per quanto riguarda l'assalto agli avamposti. Si arriva, si eliminano difese e cecchini, si entra, si fa a botte con un numero imprecisato di cattivi urlanti e si fa esplodere tutto. Il risultato, insomma, è che dopo un po' Mad Max tende a diventare monotono e la vera molla che ci porterà avanti, più che il divertimento, sarà il bisogno di sbloccare un potenziamento per vedere come funziona o la necessità di racimolare rottami o di abbassare l'influenza dei nemici per sbloccare una missione principale, scelta questa che non abbiamo gradito molto. Per quanto riguarda la longevità, possiamo dire che più o meno il gioco occuperà circa trenta, quaranta ore del vostro tempo; dipende quanto a fondo vorrete esplorare il mondo attorno a voi.
Una storia da non ammirare
L'esplorazione, che poi è la vera essenza del free roaming, è limitata anche dalla goffaggine di Max che può arrampicarsi solo in determinati punti ed è dotato delle capacità di salto di una mucca zoppa, tanto che persino un muretto ad altezza ginocchio può rappresentare un ostacolo insormontabile. Altro grande problema è la gestione del ritmo della storia.
Dopo un inizio scoppiettante cala drasticamente. Certo, facciamo a botte e le auto saltano per aria, sappiamo ciò che dobbiamo fare e le missioni sono coerenti con l'obiettivo, ma non si avverte una vera minaccia, non si ha mai l'idea di essere braccati da un tizio alto due metri che lega in vita le teste dei nemici uccisi. Ciò che invece è reso molto bene è il senso di precarietà delle risorse. Tutto nel mondo di Max si compra con i rottami, quindi ogni occasione sarà buona per fermarsi e fare gli sciacalli, rubando ai morti, cibandosi di ciò che si trova in giro e usando le munizioni con estrema parsimonia. Ora dopo ora il gioco ci trasforma in individui mossi solo dall'istinto di sopravvivenza, pronti a tutto pur di ottenere quella manciata di rottami in più che ci permetterebbero di montare le gomme chiodate.
Il mio mondo è fuoco e sangue
Le vicende di Max Rockatansky hanno tutte una caratteristica in comune: iniziano con una perdita. In questo caso, un po' come nel film, il nostro eroe perde la sua adorata auto nel momento più importante, ovvero poco prima di partire verso una zona idilliaca chiamata Piana del Silenzio. Solo, senza risorse e senza auto, Max viene soccorso da un personaggio decisamente pittoresco: un meccanico gobbo di nome Chumbucket.
Chum è un tizio che ha passato decisamente troppo tempo nel deserto e non ha tutte le rotelle a posto. Vive la sua vita seguendo il credo dell'Angelo della Combustione e tratta auto, benzina, olio e motori con fervore religioso. Se Max fosse Frankenstein, Chum sarebbe il suo Igor, un aiutante deforme e deferente pronto a supportare il suo padrone nella costruzione di un vero e proprio mostro creato con parti di veicoli "morti": la Magnum Opus, un'auto perfetta che permetterà a Chum di realizzare la sua profezia e a Max di vendicarsi di Scrotus e iniziare finalmente il suo viaggio verso la Piana del Silenzio. Prima di arrivarci però dovremo esplorare in lungo e in largo le terre desolate che circondano Gastown, centinaia e centinaia di chilometri di deserti, canyon, gole, rottami e resti di un'epoca ormai perduta. Sotto questo punto di vista il lavoro svolto da Avalanche è semplicemente perfetto. Mad Max è in grado di offrire scorci incredibili, soprattutto al tramonto, quando la luce si fa più calda e le ombre delle carcasse di balena si allungano sulla sabbia. L'aspetto più incredibile è che pur avendo a che fare con un ambiente paradossalmente omogeneo come un deserto, i designer sono riusciti a caratterizzare ogni zona in maniera convincente e caratteristica. Potremo dunque rombare tra le accecanti sabbie di un oceano ormai prosciugato del quale restano solo enormi formazioni coralline ormai essiccate, cercare di non rimanere impantanati nei territori in cui il petrolio sporca la terra, rendendo il fondo melmoso, destreggiarsi tra gole e crepacci, ammirare un'enorme chiatta in bilico su una roccia e consumare il tasto degli screenshot, catturando panorami straordinari.
Sono colui che fugge sia dai vivi che dai morti
Pur non avendo le fattezze di Tom Hardy, il nostro Max è senza dubbio convincente e col tempo potremo equipaggiarlo con il giubbotto di pelle d'ordinanza. Nel corso dell'avventura potremo migliorare le sue abilità e dotarlo di spuntoni chiodati che gli permetteranno di fare più danno nel corpo a corpo, di un fucile da cecchino, di mosse speciali, di un fucile a pompa migliorato e di altri gadget molto utili per uscire vivi da ogni situazione. Nel caso in cui volessimo dargli ancora di più un look da burbero eremita sopravvissuto, potremo anche allungare barba e capelli, anche se questo purtroppo non scoraggerà eventuali assalitori.
Per sopravvivere Max potrà anche contare su una borraccia, da riempire nelle rare fonti di acqua pulita, e che gli permetterà di recuperare un po' di energia. L'acqua potrà essere usata anche per ingraziarsi i nomadi che vagano nel deserto e ottenere informazioni preziose. Nel caso questa preziosa risorsa scarseggiasse, la sua indole da sopravvissuto gli permetterà di riprendere energia nutrendosi di cibo per cani (ovviamente marca Dinky-Di) o, in casi estremi, dei vermi presenti nelle carcasse. Ovviamente tutte le caratteristiche di Max potranno essere migliorate e per farlo dovremo affidarci a un misterioso personaggio chiamato Griffa. Questa specie di santone con uno zaino enorme apparirà ogni tanto sulla mappa e ci permetterà di spendere i punti accumulati con le nostre imprese (tipo uccidere più di cento nemici o liberare almeno tre avamposti) scegliendo fra varie caratteristiche. Potremo aumentare l'energia, il danno con le armi, la capacità di trovare rottami, migliorare il consumo di benzina e così via. Dettagli che all'apparenza possono sembrare minimi, ma che sul lungo termine possono essere fondamentali. Essendo un guerriero della strada, Max è dotato di abilità di combattimento decisamente letali ed efficaci per affrontare uno o più avversari, dopotutto non ha ottenuto il soprannome di "Mad" così per caso. La sua vena di follia quindi spunterà fuori al momento giusto nei combattimenti, permettendogli dopo una serie di combo e contrattacchi, di aumentare sensibilmente la capacità di danno per un breve periodo di tempo. Per quanto riguarda le meccaniche del corpo a corpo il sistema di riferimento è senza dubbio quello di Batman: un tasto per colpire, un tasto per le contromosse e un tasto per schivare, cercando sempre di non farsi accerchiare per evitare aggressioni alle spalle. Gli uomini di Scrotus infatti non si metteranno ordinati e in fila per attaccarci ma cercheranno di sfruttare ogni momento buono per farci la pelle, per fortuna potremo attingere alle scarse munizioni del fucile a pompa per sfoltirne i ranghi. In generale questa parte del gameplay ci è sembrata quella più debole del gioco; pur essendo ben coreografata, si basa su animazioni un po' legnose e imprecise, di sicuro è poco originale. Niente a che vedere con l'adrenalina degli scontri su ruote.
Duelli a quattro ruote
Secondo gli sviluppatori il gioco è "per il 60% da giocare in auto e per il 40% a piedi" e questo è subito evidente dall'incredibile attenzione posta nel regalare al giocatore un'esperienza quanto più simile possibile agli scontri di Fury Road. Motori urlanti, auto che volano per aria, esplosioni, rostri, gente che si butta sul cofano per prenderci a pugni, convogli da assaltare, arpioni che sventrano carrozzerie, c'è tutto ciò che abbiamo sempre desiderato e volendo potremo anche catturare e guidare le auto dei predoni.
Il modello di guida è ovviamente molto all'acqua di rose e beneficia della grande esperienza di Avalanche nel creare situazioni spettacolari, che ci permetteranno di compiere acrobazie incredibili, derapate, speronamenti e testacoda senza intaccare più di tanto l'auto. L'unico difetto di questo motore fisico è che, rendendo le vetture molto leggere, basta un sasso sulla strada per saltare come se fossimo in una puntata di Hazzard o farci cappottare malamente, una situazione decisamente spiacevole quando siamo inseguiti da due maggiolini che sputano fuoco. I duelli possono avvenire in vari modi: spontaneamente, magari perché incontriamo per caso una vedetta oppure perché dobbiamo eliminare le auto avversarie di un convoglio o in una Corsa della Morte. Sparsi per la mappa infatti ci sono alcune colonne di auto e camion che seguono traiettorie circolari e che potremo assaltare per ottenere ornamenti particolari o procurarci un gran numero di rottami. Queste sfide potranno però essere affrontate solo dopo aver potenziato a dovere la Magnum Opus perché ci metteranno davanti a un gran numero di veicoli che non vedono l'ora di farci a pezzi e trasformarci nell'ennesimo cadavere delle Wasteland. Nelle Corse della Morte invece dovremo semplicemente arrivare prima degli altri, usando una delle auto presenti nel nostro garage. Poco importa se facciamo saltare il serbatoio degli avversari o se prendiamo una scorciatoia.
Ammiratela!
La Magnum Opus è una presenza così importante in Mad Max che può tranquillamente essere definita una coprotagonista, visto che ci passeremo parecchio tempo a bordo. Il suo ruolo è cercare in tutti i modi di far breccia nel cuore degli appassionati e soppiantare la Interceptor, un compito difficilissimo che, va detto, è stato preso molto seriamente dagli sviluppatori. L'auto può essere smontata e modificata in ogni sua parte, partendo dalla scocca fino al motore, i rostri, i paraurti da speronamento e altre dotazioni fondamentali per un mondo in rovina.
La Magnum Opus non è dotata solo di strumenti d'attacco basati sullo speronamento, ma di alcuni gadget decisamente interessanti. Mentre saremo alla guida, Chum si occuperà infatti di fornirci supporto stando aggrappato alla parte posteriore, questo gli permetterà di scagliare letali lance esplosive e di utilizzare il rampino. Questo strumento è particolarmente utile per neutralizzare rapidamente i veicoli nemici. Inizialmente potremo usarlo solo per colpire i piloti delle auto meno corazzate e trascinarli fuori, ma una volta potenziato potrà strappare ruote e pezzi di armatura, una caratteristica fondamentale per eliminare i convogli. Migliorare e potenziare la Magnum Opus diventa col tempo un'ossessione, una vera e propria sfida con sé stessi, anche se per farlo bisognerà completare alcune missioni, passare molto tempo a raccogliere rottami e diminuire il potere di Scrotus sul territorio con compiti a volte ripetitivi.
Conclusioni
Mad Max è un gioco di alti e bassi. Da una parte abbiamo una caratterizzazione di ambientazioni, personaggi e veicoli incredibile, che farà perdere la testa a tutti gli amanti della saga di Miller. Dall'altra, purtroppo, è un gioco poco originale come gameplay, azzoppato da meccaniche ripetitive e poca fantasia. Un peccato perché, a conti fatti, sarebbe potuto essere molto più del buon gioco che è.
PRO
- Ambientazione perfetta
- Combattimenti in auto esaltanti
CONTRO
- Missioni molto ripetitive
- Storia dal ritmo molto basso
- Il corpo a corpo è legnoso