Partito da una campagna indiegogo che si è conclusa con successo racimolando oltre 475 mila dollari, Father.IO è l'ambizioso progetto della software house italiana Proxy42, che dalla conclusione della raccolta fondi si è presa quasi due anni per portare il proprio prodotto nei negozi online e non: si, perché se l'applicazione è scaricabile gratuitamente da Google Play e App Store, un elemento fondamentale per godere appieno dell'esperienza offerta da Father.IO è il cosiddetto Inceptor, un dispositivo di rilevazione da collegare al proprio smartphone acquistabile al prezzo non propriamente irrisorio di 39 euro. Tutto questo per potersi cimentare, assieme a un gruppo di amici, in un FPS in realtà aumentata con dinamiche da laser tag: in questa recensione cercheremo di capire se, come dice il proverbio, il gioco vale la candela...
Tra il dire e il lasertaggare c’è di mezzo il mare
Partiamo dagli aspetti più strettamente pratici di Father.IO: la confezione dell'Inceptor contiene il rilevatore vero e proprio (da caricare tramite un cavo USB rigorosamente non incluso) e un adattatore universale per fissarlo nella parte posteriore del proprio smartphone. Nella nostra esperienza, l'abbinamento via bluetooth del dispositivo non è filato liscio come l'olio, ma a dispetto di qualche iniziale messaggio di errore e una generale lentezza nel riconoscimento, siamo comunque riusciti a completare un processo di configurazione che di certo non entrerà nell'olimpo delle esperenze più user friendly disponibili in ambito mobile. Superato questo ostacolo, al potenziale acquirente di Father.IO se ne presenta subito un altro ben più imponente: trovare almeno una manciata di altri possessori di Inceptor per incontrarsi fisicamente nello stesso luogo e dare vita a deathmatch in realtà aumentata, sparando dunque attraverso lo schermo dello smartphone ma muovendosi con le proprie gambe per affrontare gli avversari. Sulla carta, il titolo Proxy42 supporta un massimo di 32 utenti per partita, sia nella variante tutti contro tutti sia in quella a squadre: numeri onestamente difficili da raggiungere al momento attuale, sia per la diffusione ancora molto ridotta del prodotto, sia per una questione meramente organizzativa, alla quale peraltro gli sviluppatori hanno cercato di porre rimedio mettendo a disposizione una community dedicata e una chat di Discord.
Anche immaginando uno scenario utopistico in cui una trentina di propri amici siano disposti a spendere quaranta euro ciascuno per l'Inceptor per poi incontrarsi nello stesso luogo per sfidarsi, rimane un grosso problema di fondo: Father.IO non è semplicemente un buon gioco, o perlomeno non si tratta di un'esperienza abbastanza appagante da giustificare un tale investimento di denaro e impegno. Un primo limite sul quale è difficile soprassedere è l'evidente mancanza di contenuti, certificata dalla presenza delle due sole modalità sopraccitate (con un unico modificatore che consente o meno il respawn), di quattro classi per il proprio personaggio che non stravolgono certo il gameplay e di un arsenale composto da quattro armi la cui unica peculiarità è rappresentata dal fucile da cecchino, effettivamente capace di restituire un feeling diverso dai più canonici fucili d'assalto, SMG e pistole. Il sistema di controllo non è poi sufficientemente reattivo, specialmente quando si tratta di cambiare l'arma, e le animazioni che sanciscono il passaggio al mirino e la sostituzione del caricatore sono di una lentezza che poco si addice a un titolo con velleità competitive come questo. La totale assenza di elementi secondari che possano incentivare a continuare a giocare (obiettivi o potenziamenti da sbloccare, ma anche delle banali classifiche) potrebbe anche passare in secondo piano se ci trovassimo di fronte a un gioco incredibilmente appassionante, ma non è così: come il "classico" laser tag, Father.IO esaurisce la sua attrattiva dopo pochissime partite, e a meno che Proxy42 non sfoggi il proverbiale asso nella manica con dei futuri aggiornamenti, non metteremmo la mano sul fuoco sulla sua aspettativa di vita sul medio/lungo periodo. Anche sotto il profilo tecnico, il prodotto oscilla tra i proverbiali alti e bassi, con una netta preponderanza di questi ultimi: l'Inceptor funziona bene e con un lag limitato, ma gli elementi di realtà aumentata su schermo sono ridotti al minimo sindacale, gli effetti sonori sono estremamente poveri e l'applicazione è una vorace divoratrice di batteria. Meglio stendere infine un velo pietoso sulle due modalità in single player offerte dal menu principale, un tiro al bersaglio con dei droni e una gara di headshot che francamente lasciano davvero il tempo che trovano.
Conclusioni
Al momento attuale è sinceramente difficile consigliare l'acquisto di Father.IO e della relativa periferica Inceptor, senza la quale il gioco semplicemente non ha alcun senso di esistere: a fronte di una spesa di 39 euro (un'enormità assoluta e non del tutto giustificata per quello che rimane comunque un mobile game) ci si ritrova con un laser tag in realtà aumentata che funziona solo a tratti, contraddistinto da diversi singhiozzi sotto il profilo tecnico e di design, e che necessità di diverse persone fisicamente presenti nello stesso luogo per essere un minimo divertente. Davvero troppe variabili per poter parlare di Father.IO come un titolo appetibile.
PRO
- Idea di partenza molto interessante
- L'Inceptor funziona bene
CONTRO
- Diverse lacune strutturali
- Basilare e ripetitivo
- Prezzo eccessivo