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Master of Alchemy, recensione

Acclamato dalla critica come uno dei migliori videogame disponibili per iPad, Master of Alchemy arriva anche su iPhone e iPod Touch. Un successo annunciato?

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   15/08/2010
Master of Alchemy
Master of Alchemy
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Praticata anticamente in varie parti del mondo, l'alchimia è una sorta di incrocio fra scienza e magia, e vanta molti punti di contatto con le procedure che caratterizzano la moderna chimica inorganica.

Master of Alchemy, recensione

Fra i suoi elementi di base figura senz'altro la ricerca di un metodo per trasformare qualsiasi materia in oro, ma più in generale vengono studiati i cambiamenti della materia a tutto tondo, miscelando tale ricerca con alcuni spunti filosofici. Ed è proprio la trasformazione della materia, nella fattispecie il passaggio fra i suoi tre stadi (solido, liquido e gassoso), al centro del gameplay di Master of Alchemy, un puzzle game "fisico" realizzato dagli italiani DarkWave Games per Chillingo che ha già conquistato i possessori di iPad e raccolto ampi consensi da parte della critica internazionale. La conversione del gioco per iPhone e iPod Touch si è dunque posta come un passo obbligato, e gli sviluppatori hanno fatto il possibile per mantenerne intatta la struttura e il particolare feeling.

Gargamella knows best

I sessanta stage che compongono il gioco, inframezzati da sequenze testuali che dipanano una trama di un certo spessore, si basano come già detto sul concetto di trasformazione della materia. Ogni scenario presenta delle "tubature" da cui fuoriescono dei liquidi di tre possibili colori (giallo, rosso, blu): il nostro compito è quello di piazzare dei dispositivi che raccolgano tale materiale e ne modifichino lo stato da liquido a gassoso o a solido, a seconda della direzione in cui vogliamo si muova. C'è infatti una sorta di percorso da seguire di volta in volta (lo testimoniano i cartelli con le frecce) per portare la materia del colore che ci interessa verso il suo contenitore finale. A quel punto ogni parte del nostro elemento raccolta muoverà il contatore che determina o meno il raggiungimento dei "requisiti minimi" necessari per completare lo stage. Ad esempio può darsi si debba fare in modo di trasportare quindici parti della materia gialla nell'apposito contenitore, con il percorso che comincia da una tubatura gocciolante posta nella parte alta a sinistra dello schermo. In tale contesto bisogna prima piazzare sotto alla tubatura un dispositivo per la trasformazione da liquido a gassoso, quindi seguire il percorso del gas (che chiaramente sale) fino al limite superiore dello scenario, dove un secondo dispositivo potrà trasformare la materia in solido.

Master of Alchemy, recensione

A questo punto i nostri "cubetti" seguiranno la forza di gravità, andando a depositarsi nel contenitore posto sotto di essi. La procedura appena descritta viene regolata da una serie di fattori: in primo luogo la complessità del percorso aumenta man mano che completiamo i livelli, spingendoci attraverso prove ed errori a individuare la soluzione più adatta al nostro problema; in secondo luogo, il sistema di "merito" che determina lo sblocco dello stage successivo, che si basa sulle stelle (oro, argento o bronzo) ottenute tramite la rapidità della nostra prestazione. Dunque non solo dobbiamo capire come muoverci, ma dobbiamo anche farlo in fretta. Questo elemento del gameplay riesce senz'altro ad aumentare il coinvolgimento e a mettere addosso al giocatore un costante senso d'urgenza, ma allo stesso tempo finisce per scontrarsi con un sistema di controllo che non sempre si piega alle nostre esigenze. Master of Alchemy nasce su iPad e in tale contesto al giocatore vengono concessi ampi spazi di manovra, con lo scenario che viene visualizzato nella sua interezza e su cui possiamo agire partendo da una visione d'insieme. Su iPhone e iPod Touch, per forza di cose, lo stage va continuamente zoomato e scrollato, costringendoci a fare sempre qualche "giro di prova" prima di poter completare il livello con il punteggio che meritiamo. Inoltre la gestione dei dispositivi necessari per la trasformazione della materia appare un po' imprecisa, diventando anche molto macchinosa quando ne dobbiamo collocare due a breve distanza: in tale frangente, il sistema fatica a comprendere quale sia l'oggetto che vorremmo gestire. Il comparto tecnico del prodotto targato DarkWave Games si muove fra alti e bassi, ma appare generalmente di buon livello: la scelta dei colori, le splendide immagini dei "personaggi" fra un livello e l'altro, il design degli scenari risultano davvero azzeccati e contribuiscono alla creazione di un'atmosfera particolare, sottolineata da musiche dal sapore quasi medievale. Diverso è il discorso che riguarda la rappresentazione visiva della materia nei suoi tre stadi, un po' troppo semplicistica. Infine il contesto fisico, essenziale per il gameplay di MoA, si dimostra convincente fin dalle prime fasi.

La versione testata è la 1.0
Prezzo: 0,79€
Link App Store

Conclusioni

Multiplayer.it
8.0
Lettori (10)
5.1
Il tuo voto

Se nella sua versione per iPad Master of Alchemy si presenta come un prodotto straordinariamente riuscito, su iPhone e iPod Touch deve fare i conti con una serie di limitazioni di ordine pratico (le dimensioni dello schermo, in primis) che ne offuscano un po' il fascino. Sul tablet Apple è infatti possibile avere fin da subito una visione globale dello stage che stiamo per affrontare, agendo sui dispositivi in modo rapido e intuitivo finché la materia non si piega alla nostra volontà ed effettua il tragitto desiderato, mentre sui dispositivi con schermo da 3,5 pollici le medesime procedure si rivelano irrimediabilmente più lente e macchinose, costringendoci a un numero crescente di prove preliminari man mano che i livelli diventano più complessi. Si tratta ad ogni modo di un problema aggirabile con la pratica, che rende sì l'esperienza meno immediata ma certo non meno affascinante.

PRO

  • Gameplay di grande spessore
  • Buon numero di livelli
  • Tecnicamente ben realizzato

CONTRO

  • Lo schermo da 3,5" impone qualche limite
  • Controlli talvolta macchinosi