La formula "Spore incontra Diablo" rappresenta una sintesi piuttosto azzeccata della genesi di Darkspore. Ma il nuovo titolo Maxis non è un semplice mix di cose già viste. Infatti, sebbene anche rispetto al feeling generale l'ispirazione sembri arrivare direttamente da Starcraft, i 25 personaggi sbloccabili, ognuno con tre ulteriori evoluzioni, consentono di sperimentare decine di combo differenti grazie alla possiblità di mescolare in modo differente decine di abilità e di componenti. Inoltre l'azione di gioco è al contempo più lenta e ragionata ma anche più ricca con decine di abilità che si scatenano in contemporanea e includono pet, teletrasporto, stun, meteore, proiettili a inseguimento, sfere energetiche, scudi elettromagnetici e persino la capacità di lanciare missili.
Ovviamente anche l'elemento Spore, legato alla customizzazione dei personaggi, cambia le carte in tavola rispetto alla ricetta classica dell'hack & slash, e inoltre Darkspore porta un'altra novità visto che consente di scegliere in qualsiasi momento quale personaggio utilizzare dei tre che il giocatore può portare in missione. Questa specie di tag team genetico, permette di mettere in "panchina" una creatura ferita e di curarla trovando celle di cura con l'altra, e inoltre amplifica ulteriormente le possibilità di gioco introducendo sinergie tra le creature che includono speciali abilità di gruppo.
Genetica, ci puoi fare di tutto
Ogni creatura possiede un attacco base, un'abilità unica, una variabile, una passiva e una di gruppo con cui è possibile creare sequenze. L'attacco base e l'abilità passiva sono sempre disponibili mentre gli altri poteri utilizzano l'energia genetica che, come sottolinea il colore blu della barra posta sotto a quella della salute, non è altro che il classico mana e come la salute è ricaricabile con power up lasciati dai mostri che abbiamo massacrato. Le nostre creature si dividono in tre branche principali che si possono focalizzare su forza, destrezza o mente. Ogni creatura può avere pet, impugnare armi melee, usare lanciamissili, essere più resistente, più rapida e ovviamente si può evolvere sia grazie all'aggiunta di componenti genetiche avanzate. Inoltre il titolo implementa un inventario alternativo che inizialmente ha solo tre slot liberi, ma può essere ampliato e contiene i catalizzatori. Particolari potenziatori genetici, questi, di forma sferica che troviamo sotto forma di loot e che regalano ulteriori bonus come velocità di movimento, danno, efficacia delle cure, riduzione dei danni subiti, diminuzione del tempo di effetto dei poteri usati dai nemici su di noi e via dicendo. Ma l'evoluzione principale del personaggio è vincolata al sistema di Spore che consente di cambiare diverse parti del corpo dei nostri eroi genetici con "componenti" migliori che richiedono punti DNA; e ciò è reperibile pestando mosti e distruggendo piante ed elementi viventi.
E dobbiamo distruggerne in abbondanza visto che i punti DNA non sono mai abbastanza e sono necessari per "montare" i miglioramenti genetici raccolti nelle missioni e quindi potenziare il livello delle creature che è fondamentale per affrontare il quadro successivo. Il potenziale delle creature deve essere infatti adeguato alla sfida visto che energia e mana non si ricaricano automaticamente e quindi non risulta possibile aspettare la rigenerazione e affrontare ogni situazione come se fosse separata dalle altre. Inoltre un'oculata gestione degli avanzamenti consente di affrontare due missioni di seguito e questo permette di ottenere oggetti di qualità superiore al completamento dell'incarico. Insomma, Darkspore risulta ricco e rifinito ma ha inserbo un'altra sopresa per distinguersi dalla concorrenzo. Infatti per le situazioni veramente disperate c'è un'ulteriore risorsa e si tratta dell'Overdrive. Questo bonus è una sorta di "furia" che si carica infliggendo un colpo mortale a un nemico e che, quando attivata, consente anche per alcuni secondi di subire metà danno, di aumentare la velocità di attacco, diminuire i cooldown delle abilità e pompare i bonus passivi Il risultato è un boost estremamente potente e utile sia per cavarsela in mezzo a un'orda particolarmente violenta sia di fronte a boss capaci di infliggere ingenti danni. Sebbene non sia un elemento legato al gameplay, il nuovo titolo Maxis mantiene anche parte della peculiarità maggiore di Spore ovvero la possibilità di alterare le forme delle nostre creature. Purtroppo le possibilità di manipolazione della forma sono inferiori, viste le necessità legate al diverso tipo di combattimento che si sbilancerebbe mutando radicalmente le proporzioni delle creature, ma sono comunque molte. Inoltre le skin sono a decine e le componenti da equipaggiare ancora più numerose per un livello di customizzazione, anche estetica, invidiabile.
L'hack & slash manipolato geneticamente
Immancabilmente anche i nemici hanno le proprie abilità, resistenze e devono essere affrontati tenendo conto delle peculiarità che sfoggiano tra cui troviamo anche il carapace, che li rende molto resistenti alle percosse, o simpatiche capacità come quella che gli permette di risucchiarci in mezzo a un'orda famelica. E quest'evenienza può rivelarsi piuttosto drammatica se in quel momento ci troviamo ad usare una creatura vulnerabile e specializzata negli attacchi a distanza. Ma non è finita qui. Oltre a sfoggiare svariati poteri standard, alcuni avversari possiedono anche difese speciali che consentono loro di diventare indistruttibili, magari rilasciando gas venefici, o di teletrasportarsi. E la questione diventa ancora più spinosa nel caso dei boss di fine livello, gli immancabili cattivoni che troviamo ad aspettarci alla fine di parecchie missioni. Questi ultimi non sono solo robusti e cattivi ma sono anche dotati di abilità spettacolari e incentrate su scienza e genetica, che permettono loro di replicarsi più e più volte, di creare vortici elettromagnetici e di compiere molte altre devastanti amenità volte a spazzarci via dal creato. Per quanto riguarda la difficoltà il titolo si ispira chiaramente a Diablo, con orde improvvise di mostri, spesso piazzate a fine quadro e sottolineate da un allarme, e con tre livelli di difficoltà da sbloccare via via e tutti necessari per scalare la ripida vetta dell'evoluzione. Ovviamente con il salire della difficoltà sale anche la qualità degli oggetti sganciati dai mostri e gli ultimi livelli arrivano a una difficoltà tale da rendere consigliabile un'alleanza con altri giocatori, in modo da avere potenza offensiva e cure in contemporana. Infatti anche Darkspore, come ogni hack & slash che si rispetti, è sviluppato intorno alla modalità cooperativa a 4 giocatori che incrementa ulteriormente le già complesse interazioni tra abilità e poteri. Come in altri titoli del genere l'aumento di giocatori incrementa anche il grado di sfida degli avversari ma conseguentemente aumentano anche i guadagni in termini di punti DNA e oggetti rendendo la modalità cooperativa piuttosto invitante. Per fortuna a supportare il gioco online troviamo un'infrastruttura complessa che fa tesoro dell'esperienza altrui introducendo chat contestuali, matchmaking funzionale e profili completi che mostrano le creature del giocatore. Inoltre non manca il classico PVP che consente di organizzare match 1vs1 e 2vs2 e richiede l'utilizzo millimetrico delle abilità dei personaggi conferendo particolare importanza a quelle che stordiscono o incapacitano l'avversario. In questo caso l'uso azzeccato delle tre creature è fondamentale ed è necessario rispondere adeguatamente agli eroi utilizzati dall'avversario in modo da non essere troppo vulnerabili magari trovandosi a troppa distanza da un combattente a distanza usandone uno lento come un bradipo. Tra l'altro il potenziale tattico di Darkspore è incrementato anche dalla durata degli scontri che grazie alle tre creature e alle abilità di difesa risultano sensibilmente più lunghi rispetto a quelli degli hack & slash classici.
Chirurgia plastica per mostri spaziali
Dal punto di vista estetico Darkspore non mira certo a sbaragliare la concorrenza. Gli elementi distruttibili sono rari, le strutture sono anonime e la mole poligonale degli sfondi è piuttosto ridotta. Ma le ambientazioni sono parecchie e vanno da pianeti sulla via del collasso fino a territori nevosi passando per giungle e foreste. Inoltre non mancano elementi rifiniti che sono capaci di distogliere l'attenzione da quelli meno curati. Le pavimentazioni aliene sono attraversate da lampi di luce, le radici velenose pulsano, il sangue riluccica in ampie chiazze e sullo sfondo talvolta compaiono buchi neri e visuali suggestive.
Le creature utilizzate dal giocatore sono realizzate con cura e la customizzazione consente di avvicinare ai nostri gusti estetici ogni eroe genetico. I modelli sono piuttosto rifiniti e sono arricchiti da texture definite e animate che si arricchiscono via via grazie agli elementi applicati dal giocatore al suo entourage di eroi genetici. Inoltre ogni creatura, mostri inclusi, è contornata con un leggero ma deciso effetto Cel Shading che, trattenendosi dallo zoomare eccessivamente, incrementa la definizione percepita. La grafica dunque più che povera è ottimizzata e studiata per sottolineare gli effetti luce e soprattutto gli esseri viventi che rappresentanto il cuore dell'azione. Ma Darkspore offre anche un contorno che include un laboratorio, una plancia e, proprio all'interno di quest'ultima, uno schermo usato per mostrarci i suggestivi filmati di intermezzo e il dilagare della spora oscura. A sottolineare il tutto troviamo una colonna sonora suggestiva e dall'inconfondibile sapore fantascientifico che in certi frangenti ricorda molto da vicino le avvolgenti sonorità dei Vangelis. E come ciliegina sulla torta il comparto sonoro ci presenta l'immancabile voce femminile simil robotica che ha un appeal irrinunciabile pur essendo ormai un clichè nelle produzioni ambientate dello spazio.
Conclusioni
Sebbene diversi elementi ricordino senza dubbio le produzioni Blizzard, Darkspore ha una propria anima costituita dalle centinaia di combinazioni rese possibili dall'utilizzo alternato di tre creature. Tre eroi genetici in continua evoluzione ed equipaggiati con catalizzatori, elementi genetici, armi e dotate di potenziamenti temporanei come l'overdrive. Purtroppo le creature non possono essere manipolate in profondità, come accadeva in Spore, ma in cambio Maxis ci regala un'infrastruttura multiplayer di prima categoria e un gameplay che, per quanto sia solo relativamente innovativo e per certi versi più lento rispetto alla concorrenza, si rivela decisamente articolato, impegnativo e profondo.
PRO
- Customizzazione estrema
- Abilità a profusione
- Longevità assicurata
- Supporto multiplayer di ottimo livello
CONTRO
- Struttura di gioco in parte "riciclata"
- Interazione con il mondo di gioco quasi inesistente
- Tecnicamente e stilisticamente funzionale ma non certo strabiliante
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Sistema operativo: Windows 7
- Processore: Intel Core i7 920
- Memoria: 6 GB
- Scheda video: Geforce GTX 275
Requisiti minimi
- Sistema operativo: Windows XP SP3/Vista SP2/Windows 7
- Processore: P4 3.0 GHz o Intel Core 2 Duo 2GHz e equivalenti
- Memoria: 2 GB
- Scheda video: 256 MB, Shader Model 3.0, GeForce 8800, ATI X1900
- Intel HD
- Spazio su disco: fino a 10 GB