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Tra le spade e il fuoco

La terza incarnazione della serie Mount & Blade si ambienta nel XVII secolo, dando un tocco di storicità e realismo a uno dei più pregevoli prodotti degli ultimi anni. Ne varrà la pena?

RECENSIONE di Volodia Pellegrini   —   11/05/2011
Mount & Blade: With Fire and Sword
Mount & Blade: With Fire and Sword
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Per un prodotto come Mount & Blade, che basa sulla libertà assoluta la sua stessa essenza, non è poi così facile dover affrontare il balzo da un mondo alternativo - per quanto plausibile - ad un'ambientazione più storica, peraltro ispirata a una trilogia di romanzi, dovendo così sottostare a ben due ostacoli. Il primo dato dalla realtà, sicuramente più limitante della fantasia, e il secondo dovuto al dover seguire anche le vicende e l'ambientazione narrate negli scritti di riferimento. A dire la verità, entrambi gli ostacoli sono stati superati senza grossi problemi: l'Est Europa di Mount & Blade: With Fire&Sword si presenta piuttosto bene tanto nella ricostruzione delle armi e dei costumi (alcuni stupendi) quanto negli stili architettonici delle varie città, anche se un po' più di vita e di dettagli non avrebbero fatto male, mentre dei romanzi vi sono rimasti i personaggi e poco più, lasciando la citata libertà d'azione quanto più aperta possibile. Ciò su cui invece il gioco inciampa è dovuto, ironia della sorte, al motivo di maggior successo della serie, ovvero quel modding che tanto ha fatto per dare fama e onori alla serie e che oggi ne batte gli stessi sviluppatori, confermando la parabola dell'allievo che prima o poi supera il maestro.

Uccidete il mio re, e io ucciderò il vostro

Mount & Blade: With Fire&Sword si presenta fin dall'inizio come la serie ci ha abituati: la creazione dell'avatar va infatti di pari passo con quanto visto nei predecessori, anche se manca la possibilità di avere nobili natali e in generale di scegliere l'origine del personaggio. Decisi il nome e le fattezze fisiche, vanno distribuiti i primi punti tra le solite caratteristiche (si aggiungono ovviamente abilità votate all'uso di armi da fuoco) ed infine affrontata la prima missione che funge anche da tutorial. Fatto questo, With Fire&Sword lascia al giocatore la libertà più assoluta di spostamento tra Svezia, Crimea, Polonia e territori limitrofi, lasciando la possibilità di scegliere quali missioni svolgere, sotto quale bandiera schierarsi o se mettersi al comando di una banda di fuorilegge o mercenari senza patria né onore. Per quanto siano varie e diversificate le fazioni, tuttavia, un giocatore italiano troverà forse difficoltà ad affezionarsi ad una di esse, data la grande distanza culturale e storica tra noi e i contenuti del gioco, quando invece le nazioni dei vecchi Mount & Blade, nonostante rappresentassero un medioevo inesistente, erano forse più stereotipate e quindi più vicine alla nostra esperienza.

Tra le spade e il fuoco

In ogni caso non è questo il vero problema del titolo, quanto la sua totale mancanza di innovazione rispetto al resto della serie: non basta inserire qualche fucile e nuovi costumi per rinnovarne il concept, in quanto armi da fuoco e periodi storici differenti sono alla base della maggior parte delle modifiche, alcune delle quali così accurate da adombrare non solo Warband, ma perfino lo stesso Mount & Blade: With Fire&Sword - ci riferiamo a capolavori quali Old Frontier o Mount&Musket. Rinnovare un Mount & Blade non è nemmeno impedire il reclutamento di soldati regolari se non si è arruolati presso una fazione, limitando ai campi mercenari la ricerca di guerrieri (tutte feature secondarie di quest'ultima espansione), ma bensì migliorarne l'IA in combattimento e i controlli strategici di gruppo, aumentare l'importanza dei rapporti interpersonali e così via. In With Fire&Sword rimangono i medesimi comandi di Warband, sia per quanto riguarda il controllo del personaggio che dell'armata, e le linee di dialogo tra protagonista e altri personaggi rimangono le stesse, scarne che sono sempre state ("cosa fate?", "come va la guerra?", "posso aiutarti?", eccetera), tanto nei confronti dei nobili quanto dei compagni d'avventura.

Tra le spade e il fuoco

Ovviamente nessuno si aspettava complessi intrecci alla Dragon Age, ma un minimo di rapporto che non sia aggiornare le abilità e gli equipaggiamenti dei propri uomini non avrebbe guastato, così come avremmo gradito una maggior profondità nel giostrarsi i favori e le inimicizie dei vari sovrani, i cui umori nei nostri confronti sono ancora una volta mostrati da una scala numerica e da poche righe di testo.
Lo stesso avanzamento di epoca non ha poi cambiato di molto le carte in tavola rispetto le esperienze precedenti, se non aumentando lievemente la difficoltà (un colpo di fucile uccide, indipendentemente che a spararlo sia un tiratore scelto o un saccheggiatore di secondo livello) e dando una scusa per un ridisegnare da zero uniformi e armamenti, che ora guadagnano in dettagli e finezza, arrivando in certi casi a vere e proprie gioie per gli occhi. Sempre a patto che piaccia l'epoca. Meno curati sono invece le città e gli interni, piuttosto spogli e vuoti come sempre, così come un po' deludenti sono le animazioni delle armi da fuoco, alcune delle quali riproducono quelle usate per le balestre, ovviamente non più presenti.

In sostanza, giocare in single player a Mount & Blade: With Fire&Sword non cambia molto in meccaniche e possibilità rispetto a quanto visto in Warband, eccetto armamenti e abiti già provati in modifiche amatoriali - a proposito, i mod per Warband sono incompatibili - e non sono certo piccole aggiunte come la possibilità di risse in strada e un maggior numero di quest da parte dei borgomastri a cambiare le carte in tavola. C'è da dire che, in un'ottica di aumento della longevità, è necessario svolgere più missioni per avere buoni rapporti con i lord e quindi essere accettati come combattenti da una nazione piuttosto che l'altra, così come l'aumento dei prezzi di armi ed equipaggiamenti incoraggia a svolgere più compiti per i borgomastri e più scambi commerciali.

Tutti per uno

Indipendentemente dall'evoluzione più o meno evidente dell'esperienza per giocatore singolo, è nel multiplayer che in molti speravano di trovare un'esperienza finalmente diversa e nuova rispetto a quanto visto in Warband, minato da diversi bachi e sbilanciamenti. In Mount & Blade: With FIre&Sword abbiamo mappe più grandi, modalità diverse tra loro (perfino una in cui ogni personaggio comanda un reparto di bot!) e supporto per un numero altissimo di giocatori (fino a 250!): si parte da duelli singoli e piccoli team deathmatch a 20 combattenti fino a immense battaglie e giganteschi assedi, con alcuni momenti di rara epicità e immersività.

Tra le spade e il fuoco

Il sistema di gioco resta lo stesso, e vista la sua efficacia ciò non è di certo un male: ogni giocatore ha un quantitativo di denaro da spendere nell'equipaggiamento - cavallo, armi, armature, munizioni eccetera - e alla cifra iniziale se ne aggiunge via via che si uccidono nemici, dando così modo di equipaggiarsi con oggetti e corazze sempre più potenti/resistenti, in modo da avere un chiaro vantaggio sugli altri giocatori. Tuttavia, il bilanciamento rimane tutt'ora un utopia e le armi da fuoco non hanno poi intaccato così profondamente il sistema di gioco, tanto che molti preferiscono continuare ad usare arco e frecce, sicuramente meno potenti ma anche con ratei di fuoco molto maggiori. Si sa che chiedere 30 secondi per ricaricare un moschetto è un po' troppo quando si combatte contro avversari reali e anche per questo ha preso piede la mania di portarsi dietro anche tre fucili.

Tra le spade e il fuoco

Le armi a due mani restano la potenza che erano una volta, mentre sono diminuiti gli scudi. E' rimasto purtroppo il bug/errore che ha più contribuito a rovinare l'esperienza di Warband, ovvero la mancanza di peso degli oggetti: vedere un uomo in armatura completa armato di spada a due mani schivare le pallottole e poi saltare prendendo al volo un cavaliere è una cosa a dir poco imbarazzante, soprattutto in quei server dove i tempi di respawn sono molto lenti. Considerata l'elevata mortalità in gioco anche per cause ridicole, come improbabili headshot a decine di metri o colpi di spada lanciati a caso da chi vi gira intorno premendo di continuo il tasto di attacco, si può facilmente capire come il confine tra divertimento e frustrazione sia pericolosamente stretto. Restando in tema, lag e problemi sul fronte server sono purtroppo ancora agli ordini della partita, sebbene in quantità meno massiccia che in passato, mentre i crash sono stati fortunatamente ridotti.

Conclusioni

Multiplayer.it
6.8
Lettori (34)
7.9
Il tuo voto

Per assurdo, Mount & Blade: With Fire&Sword piacerà soprattutto a chi non ha mai provato i predecessori, poiché vi troverà tutti quei lati positivi che ne hanno giustificato gli alti voti in passato. I veterani, invece, complici i moltissimi mod in circolazione, non troveranno nel nuovo arrivato niente che non hanno già visto altrove. Anzi, in alcuni casi troveranno perfino di meno (niente diplomacy, per dirne una). Sul versante multiplayer abbiamo scontri di massa epici e interessanti, ma ancora soggetti a sbilanciamenti e bug più o meno fastidiosi. Il prezzo ridotto di 15 euro aiuta sicuramente a sollevare le sorti del titolo, anche se una prova della demo prima di spenderli rimane doverosa da parte di tutti, poiché l'acquisto ad occhi chiusi è una cosa che, stavolta, non ci sentiamo di consigliare.

PRO

  • Graficamente migliorato
  • Introduzione ufficiale di armi da fuoco nella serie
  • Multiplayer sempre interessante...

CONTRO

  • ...ma non esente dai soliti problemi
  • Esperienza di gioco ormai conosciuta
  • Alcuni mod offrono più features

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • OS: Windows 7
  • Processore: Intel Core Quad Q660 2.4ghz
  • Memoria: 4GB
  • Scheda Video: Nvidia Geforce 9800 GT

Requisiti minimi

  • OS: Windows XP/VIsta/7
  • Processore: Intel Dual Core 2.1 GHz o superiori
  • Memoria: 2 GB RAM
  • Scheda Grafica: 128 mb di memoria o superiori
  • Hard disk: 1.2 GB