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CGIL, CISL o UIL?

Quasi allo scoccare dei venti anni dal rilascio del titolo originale, i ragazzi di Starbreeze Studios tentano il colpaccio con un remake di Syndicate. Come sarà andata?

RECENSIONE di Pierpaolo Greco   —   21/02/2012
Syndicate
Syndicate
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Versione testata: PlayStation 3

All'inizio degli anni 90 quel geniaccio di Peter Molyneux insieme alla sua Bullfrog sfornò un capolavoro dietro l'altro ridefinendo o potenziando svariati generi e gettando le basi per diverse innovazioni di gameplay che portarono al periodo d'oro degli strategici su PC. E così accanto ai vari Magic Carpet, Populous e Theme Park, arrivò nel 1993 Syndicate, titolo di strategia in tempo reale dall'enorme componente gestionale dove il giocatore si trovava immerso in uno scenario futuribile alle prese con gigantesche corporazioni che se le davano di santa ragione con l'obiettivo di dominare il mercato elettronico. Le loro armi erano agenti speciali potenziati con l'ausilio di innesti meccanici e chip in grado di sviluppare oltre le possibilità umane le loro capacità e funzioni vitali: dei veri e propri cyborg inarrestabili alla Terminator con a disposizione, tra le altre cose, un arsenale di armi dall'enorme potere distruttivo.

CGIL, CISL o UIL?

Il fascino incontestabile del gioco deve aver smosso gli animi dei ragazzi di Starbreeze Studios, noti al grande pubblico per lo splendido lavoro fatto su The Chronicles of Riddick e The Darkness, al punto da averli convinti a chiedere la disponibilità del franchise ad Electronic Arts per sviluppare il loro personale remake dell'opera. Ce l'avranno fatta a realizzare un prodotto appetibile alle nuove leve del videogioco e in grado di non infastidire i veterani del settore? Scopriamolo insieme.

Spiccatamente cyberpunk

Innanzitutto bisogna partire da un presupposto: il nuovo Syndicate si allontana quasi completamente dal titolo originale approfittando dell'interessante mossa di marketing che gli ha permesso di utilizzare un nome noto sfruttando il minimo indispensabile in termini di universo. E sia ben chiaro che non lo diciamo in termini negativi o influenzati da un qualche pregiudizio perché anzi la visione modernizzata dello sviluppatore riesce a dare risultati persino positivi su alcuni fronti.

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La storia rimane comunque ancorata ai dettami del cyberpunk. Siamo nel 2069, i confini nazionali non esistono più e a comandare sono le corporazioni: enormi aziende frutto di continue fusioni tra multinazionali interamente focalizzate sulla produzione di speciali chip sempre più sofisticati in grado di interconnettere la popolazione umana con la grande rete. L'accesso alle informazioni è istantaneo e convincere le persone a utilizzare i chip di una piuttosto che un'altra compagnia diventa l'obiettivo di queste imprese che ben presto cominciano a sfruttare le tecnologie più evolute per potenziare dei veri e propri agenti dediti allo spionaggio. Non c'è neanche bisogno di dirlo ma ovviamente il giocatore veste i panni di uno di questi, Miles Kilo, alle dipendenze della EuroCorp, creatrice del primo, vero chip di interconnessione, il Dart, ed equipaggiato con la sua sesta versione. Questo è lo scenario che fa da sfondo alla campagna single player, composta da venti livelli comprensivi anche di alcuni ambienti in stile wireframe che fungono da tutorial per impratichirsi con l'uso dei "poteri" del chip e delle immancabili sezioni narrative dove non spareremo un singolo colpo d'arma da fuoco ma assisteremo ad eventi cardine nel canovaccio narrativo di Syndicate.

CGIL, CISL o UIL?

Senza rischiare di finire negli spoiler, sappiate che nelle consuete otto ore necessarie a completare il gioco in solitaria, ci troveremo davanti a numerosi cliché di genere, a qualche capovolgimento di fronte e più in generale vivremo una storia superficiale e scontata in molti passaggi ma con un buon coinvolgimento, complice anche l'ottimo scripting e la recitazione dei personaggi su schermo. Anche se siamo lontani chilometri da quanto raccontato da Bullfrog venti anni fa, la fantascienza cybernetica riversata da Starbreeze nel suo progetto si avvale di un'atmosfera ben ricreata dallo sviluppatore svedese sia in termini di interfaccia su schermo sia nel design dei livelli e nelle soluzioni tecnologiche mandate a video.

Colpi virtuali che infliggono dolori reali

Se ancora non si fosse capito dalle immagini, Syndicate è a tutti gli effetti uno shooter in prima persona che più classico non si può. Alla Call of Duty per intenderci, con livelli piuttosto lineari che lasciano poco spazio all'immaginazione e alla libertà del giocatore ma che talvolta offrono qualche leggerissimo spunto stealth e di interazione con lo scenario a fare da contraltare alle sequenze scriptate che immancabilmente danno spessore alle sezioni più coreografiche. In termini di controlli, il titolo offre comunque qualche piccola deviazione sul tema direttamente legata alle peculiarità del gameplay.

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Oltre quindi alla possibilità di correre e accucciarsi con anche una sorta di copertura automatica quando in prossimità di un ostacolo e che permette di sporgersi frontalmente utilizzando la visuale dal mirino e riducendo il proprio ingombro così da venire colpiti dai nemici con maggiori difficoltà, troviamo le due feature del chip. In primis la visuale sovrapposta Dart, che altro non è che una sorta di bullet time che può essere attivato a proprio piacimento tramite la pressione del grilletto destro e che permette, oltre a rallentare il tempo anche di essere più resistenti al fuoco avversario, di infliggere più danni e di vedere anche avversari riparati se già scoperti in precedenza. Il potenziamento può essere utilizzato per un tempo limitato e si ricarica immancabilmente dopo pochi secondi di riposo, un po' come avviene anche per l'energia del protagonista. La particolare visuale poi non è solo ben riuscita graficamente ed utile nelle sparatorie più caotiche per avere il tempo essenziale per rifiatare, ma serve anche per scovare dei poster nascosti disseminati per le mappe di gioco. Questi rappresentano soltanto una piccola parte dei collezionabili presenti in Syndicate che faranno sicuramente la felicità dei più feticisti di obiettivi, trofei e statistiche, essendo composti da piccoli ologrammi disseminati per l'area di gioco, personaggi, armi ed oggetti secondari che devono essere scovati per entrare a far parte della corposa enciclopedia del gioco. Oltre alla visuale Dart troviamo un'altra peculiarità del gameplay di questo FPS, richiamabile con il grilletto sinistro e riguardante l'interazione con lo scenario e soprattutto con i nemici.

Questi ultimi possono infatti essere influenzati attraverso tre particolari applicazioni selezionabili con la croce digitale: il suicidio, la persuasione o il contraccolpo. Si tratta di azioni che spesso sono in grado di stravolgere uno scontro portandolo a nostro favore e ci vedranno "convincere" l'avversario a farsi saltare in aria con una granata piuttosto che combattere al nostro fianco fintanto che ci sono soldati nel suo campo visivo. Il contraccolpo poi è una sorta di interferenza elettronica in grado di scaraventare a terra due nemici per lasciarli in balia dei nostri colpi per alcuni secondi. Queste app a differenza della visuale Dart si ricaricano molto lentamente con il passare del tempo e molto più rapidamente uccidendo nemici in rapida successione (azione che attiva una sorta di killing spree denominata distruzione) o colpendoli alla testa. L'obiettivo del giocatore è ovviamente quello di gestire con parsimonia e astuzia questi tre poteri tenendo sempre bene a mente che i nemici più potenti, quelli corazzati e soprattutto gli sporadici agenti delle corporazioni avversarie che ci ritroveremo a fronteggiare come veri e propri boss, non possono essere bersagliati.

CGIL, CISL o UIL?

Allo stesso tempo il grilletto sinistro può essere utilizzato per hackerare alcuni elementi dello scenario: potremo spostare ascensori, deviare linee energetiche, far sollevare barriere o al contrario rimuovere delle protezioni dalle armature nemiche. Questa varietà di azioni restituisce sulle prime una sensazione di libertà e tattica che fa sempre piacere ritrovare in uno shooter in prima persona altrimenti molto classico ma ben presto il tutto tende a diventare ripetitivo per una certa povertà di situazioni originali. Tra l'altro in molti frangenti ci troveremo di fronte a "semplici" momenti in cui dovremo difenderci da diverse ondate di nemici prima di poter procedere nel nostro viaggio di liberazione con un risultato non sempre così divertente. L'interazione più importante che possiamo avere con il nemico rimane però la possibilità di estrarre dal suo cervello il chip di potenziamento. Si tratta di un evento ben scriptato dagli sviluppatori e che potremo effettuare solo in determinate circostanze scandite della trama e al cospetto di avversari "cruciali" come i boss citati poco sopra.

Deus Ex? No quello è tutta un’altra cosa

E qui entra in gioco quella microscopica componente ruolistica che per un momento ha fatto considerare a molti giocatori Syndicate un diretto concorrente di Deus Ex: Human Revolution. In realtà al di fuori di qualche similitudine in termini di atmosfera, il titolo di Starbreeze Studios è ben lontano dalle forti velleità di personalizzazione del protagonista che invece contraddistinguono il gioco Eidos. Raccogliendo i pochi chip avversari potremo spendere un punto selezionando uno dei 17 potenziamenti disponibili visibili in una schermata dedicata. Troviamo bonus per i danni, potenziamenti per le tre app, addirittura una sorta di scudo per resistere maggiormente ai colpi nemici e un'invulnerabilità di brevissima durata che si attiva un attimo prima di perdere i sensi.

CGIL, CISL o UIL?

Il giocatore è libero di scegliere quale potenziamento prendere di volta in volta ma guadagna un ulteriore bonus alla salute se seleziona bonus limitrofi a quelli scelti in precedenza. L'aggiunta non riesce a rendere più profondo il gameplay ma è comunque interessante ai fini di un potenziamento del sistema di combattimento che risulta comunque ottimo, frenetico e in grado di dare più di qualche scarica di adrenalina al giocatore complice anche l'ampia disponibilità di armi differenti: una quindicina abbondante alcune anche con doppia modalità di fuoco. E arriviamo al multiplayer, seconda colonna portante dell'offerta videoludica di Syndicate che, per alcuni aspetti, supera per importanza persino la componente singolo giocatore. Il titolo offre esclusivamente il cooperative online fino a quattro giocatori sviscerato attraverso nove livelli inediti e interconnessi attraverso una mini-campagna non priva anche di boss. Il gameplay rimane praticamente lo stesso con interazioni sullo scenario e combattimenti molto aspri che mettono alla prova la collaborazione ed il coordinamento tra i quattro giocatori al punto da risultare una sfida anche piuttosto intensa e coinvolgente. Diventerà infatti essenziale dividersi i compiti tra chi, ad esempio, pensa ad hackerare le coperture per gestire il loro dispiegamento, chi assorbirà il fuoco nemico e chi si dedicherà alla cura dei compagni feriti, azione fondamentale per non morire con frequenza disarmante.

CGIL, CISL o UIL?

Chi ha già provato la demo sa quindi cosa aspettarsi ed è importante segnalare la possibilità di sviluppare il proprio agente arrivando a creare una vera e propria classe personalizzata con un determinato loadout comprensivo di armi preferite e ovviamente applicazioni da utilizzare. Il tutto in funzione di un'esperienza (i punti ricerca) che si guadagna completando i vari obiettivi, uccidendo i nemici e interagendo con i propri compagni spendibile per sbloccare tutti i potenziamenti disponibili. In quest'ultimo caso tra l'altro la varietà è esponenzialmente più alta rispetto a quanto visto in single player con applicazioni molto più numerose o maggiormente effettive come ad esempio lo scudo che può "avvolgere" anche gli altri membri del team. Anche su questo fronte è comunque importante sottolineare che non ci troviamo di fronte a nulla di realmente innovativo rispetto agli standard del genere ma è indubbio che una campagna cooperative di questo spessore è in grado di offrire diverse ore aggiuntive alla longevità del gioco all'insegna di un divertimento viscerale e in grado di dare soddisfazione tattica agli amici più affiatati.

Trofei PlayStation 3

Il titolo offre i consueti 51 trofei, di cui 4 d'oro, ben 46 di bronzo e l'immancabile platino. Non ci sono invece trofei d'argento, tantomeno nascosti. Quelli dorati sono legati all'uccisione di due boss in modalità particolari, al completamente del gioco al livello di difficoltà massimo, e al raccoglimento di tutti i collezionabili presenti. La maggior parte degli altri trofei sono legati al completamento di gruppi di capitoli della campagna single player e alle uccisioni di nemici in condizioni speciali. Non mancano una decina di trofei legati al multiplayer cooperative. Ad un primo passaggio di gioco piuttosto rapido, comprensivo di qualche partita in multigiocatore, difficilmente supererete il 30% di trofei sbloccati.

Tecnicamente ineccepibile

Assolutamente eccelso il lavoro fatto da Starbreeze Studios sul comparto tecnico del gioco. Graficamente Syndicate è un bel gioiellino da vedere con effetti di luce e artifici tecnici che riescono a ricreare su schermo la sensazione tangibile di trovarsi davanti a una qualche interfaccia utente futuribile. Il protagonista è spesso accecato da fonti luminose molto forti che inibiscono la pulizia del campo visivo e il tutto si unisce alla visuale Dart e alle varie sovraimpressioni che costantemente popolano lo schermo restituendo al gioco un feeling estetico unico. Molto buone anche le animazioni dei corpi e facciali di nemici e comprimari e di discreta fattura i particellari e gran parte dei fumi volumetrici. Peccato soltanto che questa mole di dettaglio vada a discapito del frame rate che a malapena riesce ad essere stabile sui 30 frame per secondo e su PlayStation 3, la versione da noi testata, è spesso vittima di crolli di fluidità anche piuttosto evidenti. In termini di intelligenza artificiale abbiamo notato una predisposizione dei nemici, al livello di difficoltà normale (il secondo sui tre disponibili) a rimanere un po' troppo allo scoperto e più in generale ad avere la tendenza di volerci colpire sempre molto da vicino specie quando sono corazzati e potenziati da una qualche armatura. Spesso capita quindi di ritrovarsi inseguiti dai nemici più coriacei con il risultato di portare il giocatore ad effettuare poco realistiche corse all'indietro mentre bersaglia l'inarrestabile nemico. Molto buoni gli effetti audio ed assolutamente eccezionale la colonna sonora che, se pure poco presente durante il gioco, ha un paio di temi ricorrenti molto orecchiabili e assolutamente in linea con l'atmosfera cyberpunk del gioco. Non manca ovviamente un doppiaggio italiano di ottima fattura tediata dall'immancabile problema di sincronia del labiale.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.4
Lettori (106)
7.7
Il tuo voto

Syndicate ci ha indubbiamente divertito grazie ad alcune interessanti soluzioni di gameplay ed uno stile visivo unico che arricchiscono un sistema di combattimento in linea con i migliori shooter in prima persona di questa generazione. I più nostalgici faticheranno a trovare elementi di connessione con il titolo originale di Bullfrog ma probabilmente non era neanche nell'interesse di Starbreeze allacciarsi in modo forte al prequel quanto piuttosto sfruttare una licenza che appare ricca di spunti narrativi e di idee futuribili in grado di coinvolgere il giocatore. Se considerate che a tutto questo si aggiunge un profondo comparto multiplayer e un aspetto tecnico molto appariscente capirete perchè ci sentiamo di consigliare Syndicate sottolineando però la sua mancanza cronica di picchi positivi in grado di fargli superare il traguardo raggiunto soltanto dai giochi migliori.

PRO

  • L'interfaccia di gioco è originale e molto futuribile
  • La campagna cooperative diverte ed è profonda nel gameplay
  • Tra la visuale dart e le applicazioni al giocatore è data una buona libertà tattica nei combattimenti
  • Tecnicamente restituisce un ottimo colpo d'occhio...

CONTRO

  • ...anche se spesso a discapito della fluidità dell'azione
  • Non c'è un elemento di gameplay in grado di elevarlo dalla massa degli ottimi shooter in prima persona
  • Dell'originale Syndicate non c'è rimasto praticamente nulla