What else is there?
Cancellando dalla mente qualsiasi punto di contatto con i citati capolavori per GBA e DS, ci si può quindi avvicinare a Battalion Wars con una certa curiosità, dettata dal desiderio di scoprire quale sia il risultato di tutti questi mesi di programmazione e per scoprire se Nintendo abbia anche in questo caso azzeccato la decisione di affidare un progetto importante ad un team esterno. Il primo impatto non è in realtà particolarmente incoraggiante: la pochezza di modalità di gioco disponibili, che si limitano praticamente alla sola campagna principale, sembra infatti suggerire una povertà che poi viene confermata anche dai menù e dalle prime sequenze in computer grafica, piuttosto grezze e poco attraenti. Una volta superate alcune schermate è dunque il momento di affrontare il gioco vero e proprio, e fortunatamente in questa occasione le cose migliorano; intendiamoci, Battalion Wars non è assolutamente un gioco esteticamente sorprendente, ed anzi il motore grafico denuncia in più di qualche occasione il lunghissimo periodo di sviluppo. La profondità visiva per esempio non è un granchè, e il frame rate si rivela spesso ballerino, pur restando sempre accettabile. Ma tutto sommato il risultato complessivo è piacevole alla vista, e l’impiego di uno stile fumettoso e colorato contribuisce enormemente a rendere l’esperienza gradevole molto più di quanto avrebbe fatto con una impostazione realistica. Non granchè invece il sonoro, con effetti e musiche davvero poco incisivi. Il gioco vero e proprio, come abbiamo già detto, si basa su una struttura di gioco action in terza persona; il controllo ricade infatti principalmente su un soldato, col quale è possibile muoversi liberamente all’interno delle ambientazioni tridimensionali, saltare, sparare e schivare i colpi nemici con un tuffo laterale. Ma consapevoli della pochezza di tale schema di gioco, i programmatori hanno ben pensato di introdurre anche alcuni basici elementi strategico-gestionali, permettendo di avere sotto i propri ordini un piccolo battaglione composto da uomini con diversi armamenti e caratteristiche. Pur continuando a gestire direttamente un solo personaggio infatti, il sistema di controllo permette di organizzare le truppe al proprio fianco impartendo alcuni ordini, come attaccare un obiettivo, seguire il proprio alter ego o fermarsi ed attendere sul posto nuovi comandi. Lontano dall’offrire un semplice aumento della potenza di fuoco, questo elemento del gameplay si rivela al contrario un aspetto fondamentale nell’approccio col gioco, slegando quindi parzialmente Battalion Wars dal concetto di “un uomo contro tutti” che caratterizza gran parte dei giochi d’azione. Nella fatica di Kuju invece, l’armamento delle varie truppe (o dei mezzi) svolge un ruolo strategico di grande importanza, dal momento che rappresenta sia un vantaggio verso un certo tipo di nemici, che uno svantaggio verso altri dotati di differenti armi. Il concetto di base è sempre quello del sasso/carta/forbici, per intenderci, di comprovata efficacia.
Action-Man
La gestione delle proprie squadre di soldati avviene per la maggior parte tramite il c-stick, in maniera in realtà un po’ macchinosa e non sempre immediata, con effetti deleteri soprattutto nei momenti di gioco più concitati. In realtà è sufficiente un po’ di pratica per avere la meglio su questo piccolo problema, che comunque avrebbe meritato una maggiore cura data la sua importanza nell’economia del gioco. Le missioni, una ventina in tutto per un totale di circa 10 ore di gioco, si basano fondamentalmente tutte su semplici obiettivi, come catturare le postazioni di comando nemiche, eliminare determinati obiettivi o difendere i propri, o ancora respingere gli attacchi degli eserciti avversari. Oltre alle semplici unità di fanteria, il gioco mette a disposizione anche bombardieri, elicotteri, carroarmati e jeep; purtroppo il controllo dei mezzi di terra, specialmente delle jeep, è soggetto ad una fisica davvero approssimativa, che rende spesso la guida difficoltosa e poco realistica. Ma il vero punto debole della produzione Nintendo va senza dubbio ricercata nella lacunosa intelligenza artificiale delle unità controllate dalla cpu, fattore questo particolarmente irritante in relazione ai compagni e alle truppe sotto il proprio comando; la sensazione è quella di avere ai propri ordini degli automi più che dei soldati dotati di un minimo di intelletto. Il peggio avviene durante gli scontri a fuoco più impegnativi, ed è deprimente vedere interi plotoni dirigersi ciecamente contro i nemici senza alcun bagliore di strategia. In questo senso, la presenza dei commilitoni rappresenta in alcuni frangenti più un peso e una preoccupazione che un reale supporto. Per ultimo, il sistema di puntamento è tutt’altro che perfetto, bloccandosi spesso sui propri alleati invece che sui nemici, o semplicemente andando a lockare l’obiettivo sbagliato rendendo l’azione eccessivamente macchinosa e frustrante.
Commento
Battalion Wars è un prodotto basato su fondamenta solide e su una meccanica di fondo intrigante, ma che vede il suo valore ridimensionato da una serie di imperfezioni su cui è davvero impossibile sorvolare. Il discreto appeal grafico, il buon numero di missioni, la apprezzabile varietà di obiettivi e gli interessanti aspetti microgestionali affiancati alla componente action principale devono infatti fare i conti con problemi nel sistema di controllo, in quello di puntamento e, soprattutto, nella lacunosa intelligenza artificiale delle truppe comandate dalla CPU. Tutto sommato la fatica di Kuju resta un titolo sopra la sufficienza, ma qualitativamente molto lontano dai migliori giochi disponibili per Gamecube.
Pro
- Struttura di gioco intrigante
- Discreta veste grafica
- Buon numero di missioni
- Intelligenza artificiale insufficiente
- Sistema di controllo rivedibile
- Nessun extra oltre alla campagna principale
Finalmente. E’ passato talmente tanto tempo dalla presentazione di questo Battalion Wars, e sono state apportate così tante modifiche in fase di sviluppo, che stavamo sinceramente iniziando a pensare il peggio. Sì perchè la genesi di questa esclusiva per Gamecube è piuttosto remota, e va ricercata inizialmente nella serie Avance Wars, tanto che il nome con cui è stata conosciuta per parecchio tempo è stato Advance Wars: Under Fire. Anche se in realtà, con la fortunata ed eccellente produzione Intelligent Systems, ha sempre avuto pochissimo o nulla a che fare. A parte infatti il “tema” del conflitto bellico rappresentato in stile fumettoso, siamo di fronte ad un genere di gioco totalmente diverso sviluppato inoltre da un team altrettanto diverso. Nintendo ha infatti affidato questo progetto a Kuju Entertainment, un gruppo inglese dal curriculum piuttosto avaro di giochi di grande qualità. E ben lontano dall’essere uno strategico a turni, Battalion Wars ha invece scelto la strada dell’action game in terza persona, allontanandosi quindi in maniera inequivocabile dal suo presunto ispiratore.