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Devil May Cry

E arrivò il giorno della svolta. Un uomo, che di umano ha però ben poco, sfida il Diavolo in un gioco epico che rappresenta la rivoluzione del genere survival horror.

RECENSIONE di La Redazione   —   25/10/2001
Devil May Cry
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La svolta di Capcom...

Shinji Mikami e Capcom non finiscono di stupirci. Dopo più di 5 anni di incontrastato dominio di Resident Evil del genere Survival Horror è finalmente arrivato il momento della rivoluzione che tutti attendevamo. Resident Evil incontra Matrix e il risultato è un action game di grande spettacolarità ma che di horror ha ben poco da offrire aldilà delle ambientazioni gotiche. Devil May Cry è il gioco della svolta su PlayStation 2, arrivato giusto in tempo per sostituire sulla console di Sony il posto lasciato vacante da Resident Evil, ormai destinato ad un pubblico di soli Nintendiani. Le analogie con il capostipite sono comunque evidenti, a cominciare dall'immancabile maniero, scelto come teatro degli "scontri", e da altri elementi onnipresenti come enigmi, mostri fantasiosi e boss finali. Per fortuna, o sfortuna, i punti di contatto finiscono qui lasciando spazio ad una serie di innovazioni che hanno contribuito in modo determinante nel creare un cocktail vincente. Dimenticatevi le lunghe fasi di esplorazione o la ricerca della soluzione ad intricati enigmi. Devil May Cry è azione pura e, anche se non sono del tutto scomparsi gli ostacoli costituiti dagli enigmi, la lora risoluzione apparirà il più delle volte tanto ovvia da sembrare banale. Lo svolgimento dell'avventura si rivela piuttosto lineare e la stessa trama svolge un ruolo secondario, di accompagnamento alle frequenti e spettacolari fasi di combattimento.

Devil May Cry
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Dante sfida la forza di gravità

La prima grande innovazione è costituita dal sistema di controllo, finalmente degno di questo nome grazie al perfetto uso fatto delle leve analogiche del controller. Grazie allo stick sinistro possiamo ora spostarci nelle varie direzioni con una semplicità che sembra lontana anni luce dalla macchinosità del controllo implementato in Resident Evil. Ma è anche la figura del personaggio principale che contribuisce a rendere "diversa" l'esperienza di gioco. Dante, si muove con la disinvoltura di un supereroe. La sua accesa personalità è sottolineata dai capelli bianchi e lucenti, e dall'abito rosso che indossa (e che lo rende molto figo :) ). Lo spadone portato dietro la schiena e le due pistole possedute di default non sono certo un optional in quanto svolgono un ruolo non secondario nel rendere così azzeccato il look del protagonista. Durante gli scontri con i malcapitati nemici saremo in grado di utilizzare sia alcune enormi spade sia armi da fuoco, spesso alternandone l'uso ed arrivando così a risultati ancora più devastatanti. Nel corso dell'avventura troveremo armi aggiuntive, alcune delle quali molto spettacolari, e potremo acquistare (nel vero senso della parola) altri oggetti che ci doneranno energia supplementare o alcuni sorprendenti abilità. Dante è infatti in grado in determinate occasioni di abbandonare il proprio stato umano trasformandosi per alcuni secondi in un demone dagli sconfinati poteri. Potrà volare, lanciare attacchi letali contro i nemici, compiere salti impressionanti fluttuando nel aria e contemporaneamente utilizzare pistole o altre armi. Proprio in queste occasioni potrete assistere ad evoluzioni degne delle più spettacolari scene di Matrix.

Burattini, demoni, scorpioni...

Nelle sconfinate stanze del tenebroso maniero dovremo spesso vedercela con creature dall'indubbia pericolosità anche se a dire il vero gli onnipresenti "burattini" risulta più buffi che insidiosi. Di tanto in tanto ci toccherà affrontare i classici boss di fine livello che non faticherete a distinguere dal resto del gruppo sia per le loro dimensioni spesso fuori scala sia per i notevoli poteri di cui sono dotati.Tanto per citarne uno, non potrà che lasciarvi a bocca aperta il poderoso scorpione infuocato che inconterete nella prima parte dell'avventura e che cercherà in tutti i modi di arrostire Dante. Come ho già puntualizzato in precedenza, Devil May Cry è un gioco d'azione che di propriamente horror ha ben poco. E' ormai persa la sensazione di angoscia che ci accompagnava in Resident Evil, ora sostituita da puro divertimento ed esaltazione per lo strapotere del nostro beniamino. Il livello di difficoltà risulta ben calibrato e, nonostante ci sia da soffrire con i boss più avanzati (soprattutto a livello hard), una volta presa confidenza con i vostri mezzi non dovreste faticare poi troppo a giungere al termine del gioco. Risulta invece solo discreta la longevità (7-10 ore) ma del resto non ci si poteva aspettare di più da Capcom visti i precedenti.

Da notare che rispetto al primo demo circolato nei mesi scorsi in Giappone è cambiata radicalmente la struttura del gioco ora suddiviso i 22 missioni più altre numerose missioni segrete. L'avventura diventa così il più possibile vicina alle pagine di un racconto suddiviso in capitoli e credo che la novità abbia giovato al risultato finale.

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Capolavori architettonici in un videogame

Giunto il momento di parlare della realizzazione tecnica di Devil May Cry, credo che sia giusto attribuire ai programmatori Capcom i giusti onori per un risultato che ai nostro occhi, e alle orecchie, appare assolutamente straordinario. Nonostante la mancanza di alcun tipo di antialiasing, DMC è (GT3 escluso) la migliore espressione delle ormai dimostrate potenzialità dell'emotion engine della PS2. Le incredibili costruzioni architettoniche poligonali sono solo l'elemento più evidente di una cosmesi che non ammette paragoni. Sensazionali effetti di luce accompagnano inoltre le evoluzioni di Dante o sottolineano la singolarità di alcune ambientazioni da film. Molto scenografica la luce del sole che, penetrando dalle finestre, illumina alcune stanze del castello. Il personaggio principale gode di una realizzazione molto convincente per quanto riguarda la bellezza della sua caratterizzazione e invece eccellente per quanto concerne le sempre fluide animazioni che rendono Dante molto "ganzo" nei suo movimenti.
Molto convincente risulta anche la parte audio grazie all'originalissimo mix costituito da musiche rockeggianti di grande vigore e da incalzanti melodie "rubate" alla tradizione della musica classica. Ottimi anche gli effetti sonori e il parlato che, seppure in Inglese, risulta piuttosto spassoso.

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In attesa della versione Pal..

Dopo una recensione così prodiga di elogi, i pur pochi difetti trovati nel gioco non potrebbero influenzare in alcun modo il giudizio finale. Devil May Cry potrà sembrare ad alcuni di voi corto o ripetitivo, ma credo che si trattino di considerazioni soggettive non condividibili dalla maggior parte di chi acquisterà il gioco. Devil May Cry, seppure in versione americana, è un capolavoro nel suo genere e probabilmente il miglior titolo disponibile per PlayStation 2 insieme a GT3 con cui ogni titolo in uscita dovrà inevitabilmente fare i conti ancora per diverso tempo. La versione PAL di DMC, precedentemente prevista per Novembre, arriverà nei negozi solo nel mese di Dicembre ma credo che l'attesa verrà ampiamente ripagata. Pare infatti che la versione per il mercato nostrano sarà totalmente tradotta in Italiano (parlato compreso) e che includerà la tanto agognata opzione 50/60Hz in precedenza snobbata dalla software house nipponica. Buone notizie che dimostrano ancora una volta che Capcom... ne sa una più del diavolo! :)

    Pro:
  • Divertimento e azione allo stato puro
  • Protagonista di grande fascino
  • Grafica strepitosa
  • Musiche sempre appropriate
    Contro:
  • Mancanza antialiasing
  • E' difficile trovare altri difetti...

Le più angoscianti paure del nostro inconscio hanno abbandonato i nostri incubi prendendo vita all'improvviso. Il Diavolo, impersonificazione del male e signore della morte, è riuscito a sfuggire all'incantesimo che lo ha segregato nell'oltretomba per duemila anni e ora la sua minaccia incombe sull'umanità. L'unica persona in grado di contrastarlo è Dante, coadiuvato non da Virgilio, ma da un assortimento di armi e di poteri magici tali da renderlo semi-invulnerabile. Il nostro eroe non è legato all'Alighieri da alcun legame di parentela, ma è invece figlio del demone Sparda, colui che in passato aveva sconfitto il Diavolo, e di una misteriosa donna. Forte della propria natura ambigua di uomo/demone, Dante è pronto a sfidare le forze del male in una lotta che sconvolgerà i due mondi, il terreno e l'ultra-terreno.