Risulta quindi veramente atipico dover annotare fino ad oggi l’assenza di D&D dal genere degli RTS
D&D e la strategia in tempo reale
Tanto caro mi fu Eberron...
Per i fini conoscitori di D&D, diciamo subito che il gioco è ambientato in Eberron, uno degli ultimi (in termini cronologici) universi creati e che Dragonshard tende a seguire le regole (nei limiti del possibile) del role playing cartaceo. Le razze a nostra disposizione, che conosciamo immediatamente tramite una splendida introduzione, sono tre: i classici “buoni” composti da umani, nani e paladini, i molto più originali e sensuali “Lizardfolk”, giganteschi lucertoloidi – rettili ed infine i misteriosi Umbragen, disponibili però solo per le modalità skirmish e multiplayer (di cui parleremo in seguito).
Meltin Pot
Scelta una delle due fazioni a disposizione e di conseguenza uno dei vari “eroi” delle due razze (ottimamente differenziati, non solo sotto il profilo estetico ma anche delle loro caratteristiche peculiari), possiamo cominciare la nostra esperienza in single player e dopo pochi minuti comprendiamo che ci sarà un obiettivo principale da realizzare e poi un buon numero di quest secondarie. Fin qui niente di particolarmente originale direte voi ma le cose cominciano a farsi interessanti sin dalla prima missione quando scopriremo che Dragonshard non è solo un RTS. Dovete sapere infatti che l’azione ludica si svolge a due “profondità” nel senso più letterale del termine: in superficie avremo modo di confrontarci con delle classiche dinamiche da strategico in tempo reale ma negli oscuri Dungeon, l’opera di Liquid si trasforma in un vero e proprio hack’n’slash. L’elemento più interessante è indubbiamente la simbiosi che si verrà a creare fra i due piani di gioco: ecco quindi che i chierici o i guerrieri generati in superficie andranno subito a dar man forte sotto terra alle nostre truppe decimate da mostri di ferocia inaudita. In un genere come quello degli strategici in tempo reale, inflazionato da un numero spropositato di titoli, Dragonshard riesce così a mescolare nel migliore dei modi elementi già noti, ma con un alchimia del tutto inedita che giunge in alcuni frangenti a picchi di assoluta eccellenza.
Dragonshard riesce a mescolare nel migliore dei modi elementi già noti, ma con un alchimia del tutto inedita che giunge in alcuni frangenti a livelli di assoluta eccellenza
Meltin Pot
Se riguardo la componente RPG (che comunque contamina anche la parte RTS visto l’upgrading dei personaggi che avverrà con i punti esperienza da guadagnare con le battaglie vinte) c’è ben poco da dire vista la sua natura piuttosto “standard”, è doveroso spendere qualche riga per annotare le caratteristiche della parte strategica. Il riferimento più consono sotto questo profilo è quello delle ultime produzioni di Timegate Studios (Kohan 2 e Axis & Allies i titoli più recenti): a livello logistico infatti non potremo scegliere di mettere il nostro villaggio in ogni dove ma ci saranno dei punti prestabiliti in cui costruire il nostro insediamento. Altro elemento predeterminato è la grandezza di tali costruzioni: saranno sempre e comunque 16 gli “slot” disponibili a cui poi potremo aggiungere degli avamposti (la cui collocazione è ugualmente già decisa sulla mappa) che possono contenere solo 4 edifici. Come potete capire, l’assoluta determinazione di luogo e grandezza delle nostre roccaforti richiedono un grado di gestione più elevato del solito anche perché, come vi sarete già immaginati, anche il numero di soldati a disposizione sarà limitato. Un’altra somiglianza con le produzioni di Timegate riguarda le unità reclutate: in pratica noi avremo a disposizione delle piccole compagnie autonome composte da un capitano e da vari soldati di complemento che però non seguiranno il loro comandante quando si lancerà nelle avventure sotterranee.
Estetica Fantasy
Giudicare la componente tecnica di Dragonshard non è una cosa del tutto semplice. Di certo c’è un motore grafico tridimensionale su cui poggia la rappresentazione grafica del gioco capace di gestire molte unità su schermo senza eccessivi problemi di frame rate neppure con PC di ultimissima generazione. D’altra parte però, spinto anche a risoluzioni elevate e con tutti i parametri grafici attivi, il titolo Atari si mantiene su livelli discreti ma non arriva a quei picchi di eccellenza che abbiamo visto in prodotti dello stesso genere (rimanendo in casa della software house francese, un Act of War si caratterizza per una maggiore cura dei dettagli e un numero di poligoni su schermo molto più elevato). L’accompagnamento musicale non poteva che essere contraddistinto da composizioni molto epiche che svolgono al meglio il loro dovere mentre sono da elogiare le splendide interpretazioni dei personaggi (rimaste in inglese ma sottotitolate in italiano).
Anche a risoluzioni elevate e con tutti i parametri grafici attivi, il titolo Atari si mantiene su livelli discreti ma non arriva a quei picchi di eccellenza che abbiamo visto in prodotti dello stesso genere
Estetica Fantasy
Riguardo infine la longevità, Dragonshard si caratterizza per due campagne in single player composte entrambe da sette missioni principali. Non sono di certo molte ma si contraddistinguono sia per una durata e soprattutto per una difficoltà decisamente sopra la media oltre ad avere un numero elevato di sottoquest aggiuntive. Immancabile il multiplayer (sia in Lan che online tramite i servizi di Gamespy). Liquid ha badato al sodo senza variazioni sul tema di sorta ma proponendo delle battaglie in cui potranno partecipare fino a 8 giocatori. Predisposte infine mappe diverse a seconda del numero di combattenti.
In un genere come quello degli strategici in tempo reale, inflazionato da un numero spropositato di titoli, Dragonshard riesce a mescolare nel migliore dei modi elementi già noti, ma con un alchimia del tutto inedita che giunge in alcuni fragenti a picchi di assoluta eccellenza. La strategia in tempo reale incontra così il gioco di ruolo e l’azione ludica si svolgerà quindi a due “profondità” nel senso più letterale del termine: in superficie avremo modo di confrontarci con delle classiche dinamiche da strategico in tempo reale (che ricordano da vicino le ultime produzioni di Timegate Studios) ma negli oscuri Dungeon, l’opera di Liquid si trasforma in un vero e proprio hack’n’slash. L’elemento più interessante è indubbiamente la simbiosi che si verrà a creare fra i due piani di gioco in un incessante cambio di prospettiva che inizialmente potrebbe anche lasciare un po’ frastornati ma che poi diviene un’esperienza ludica interattiva decisamente riuscita. Grandi punti deboli, Dragonshard non ne ha. Qualche limite lo si incontra nella componente tecnica (non al top nel suo genere) e nelle due campagne per il single player non eccessivamente lunghe. Questi elementi tuttavia non abbassano lo status qualitativo di un titolo che gli amanti di strategia in tempo reale e giochi di ruolo devono assolutamente prendere in considerazione.
Pro
- Ottima ed originale contaminazione fra RTS ed RPG
- Gameplay innovativo
- Ha tutto il fascino di Dungeons & Dragons
- Realizzazione tecnica al di sotto di altri RTS
- Campagne in singolo non eccessivamente lunghe
- Nessuna variazione sul tema per il multiplayer
D&D e la strategia in tempo reale
Che Dungeons & Dragons sia uno dei “brand” che maggiormente abbia ispirato direttamente (Eye of the Beholder, Neverwinter Nights, il prossimo MMORPG sempre di Atari, solo per citarne alcuni) ed ancora più indirettamente (e qui di titoli ce ne sarebbero a bizzeffe…) il mondo dei videogiochi è un dato di fatto acclarato. Risulta quindi veramente atipico dover annotare fino ad oggi l’assenza di D&D dal genere degli RTS. Assenza a cui ha posto rimedio Atari, affidando a Liquid Entertainment (credenziali: Battle Realms, Il Signore Degli Anelli: La Guerra dell’Anello) questo Dragonshard che andiamo subito a scoprire.