Sono queste le circostanze in cui ci si accorge di essere un po’ dinosauri: un antico e selvaggio, e forse anche dispotico, bestione di un’era oramai chiusa in un cassetto semiblindato. Ovvero quando un videogioco risveglia nella mente ricordi legati a quei telefilm che, in definitiva, ti porti dietro come Linus faceva con la sua preziosa coperta. E allora via, ancora una volta, a scorrazzare sulle strade di San Francisco immedesimandosi nell’allora giovanissimo Micheal Douglas; oppure montare nuovamente sulla Ferrari di Magnum con una collana di fiori al collo; o ancora tornare ad essere un angelo custode di Charlie… Beh, forse quest’ultimo no. Effetti collaterali derivati da troppa tv ed altrettanti videogame oramai sul groppone, gli stessi sintomi che Reflections Interactive solletica in più di una circostanza con la sua nuova fatica: Driv3r. Tanto, troppo abbiamo aspettato per questo seguito ufficiale di un gioco, arrivato al terzo capitolo, che nella scorsa generazione riuscì ad esaltare i palati di critica e pubblico. Dopo la magnificenza del primo episodio ed il pizzico di delusione derivato dal secondo, arriviamo dunque alla svolta: quando Driver incontra la new generation.
Ps2 vs Xbox. Fight!
Avendo potuto testare entrambe le versioni console possiamo certamente asserire come le differenze fra le due siano esigue. Il sistema di controlli favorisce la console di casa Microsoft nelle sezioni in auto, soprattutto in virtù di quei grilletti sempre molto comodi per ogni sorta di racing game. Di contro qualche punto lo guadagna Ps2 per le sezioni a piedi, proprio per il fatto che i dorsali del pad Sony hanno meno corsa e quindi risultano più immediati per sparatorie o qualsivoglia azione senza vettura. Dal lato grafico notiamo un engine grafico leggermente più solido nella versione Xbox, senza cali di frame in prossimità di esplosioni, cosa di cui invece è afflitta la controparte Ps2. Nient’altro da segnalare comunque, se non queste pignolerie che non cambiano di certo le sorti del gioco su qualsiasi piattaforma esso giri. Passo e chiudo.
Mi scusi sior agente, ho solo fatto un’inversione a U in una strada a senso unico. Perché mi multa?
Driv3r ripesca nello stagno dei precedenti episodi tutte le caratteristiche che lo alzarono ad un livello qualitativo superiore rispetto ai compagni di carreggiata. In questa nuova incarnazione ludo-poliziesca però i signori di Reflections Interactive si sono voluti spingere oltre al mero sequel dal nome altisonante, accompagnando alla modalità ‘on the road’ autentiche sezioni a piedi. In una struttura a missioni notevolmente rigida, i nostri oneri svarieranno dunque dal più canonico degli inseguimenti in auto a sparatorie d’ogni sorta. Non mancheranno anche livelli più particolari come, ad esempio, il secondo ambientato a Nizza. Null’altro che una rivisitazione in chiave ludica del celebre film con Mr. Cage Fuori in 60 secondi, in cui bisognerà girare in lungo e in largo la splendida cittadina francese nel tentativo di rubare tot macchine in un determinato lasso di tempo. Purtroppo la penuria di attenzione da parte dei coder vanifica parzialmente il risultato delle missioni più appetitose, che saranno comunque in minoranza rispetto ai livelli piatti alcuni, assurdi altri, che contraddistinguono questo terzo appuntamento con Driver. Ripescando nuovamente la missione presa da esempio, vediamo come concept e level design sopra lo standard del gioco vengano vanificati da alcune inadempienze piuttosto grossolane. Infatti, la realizzazione dell'obiettivo di questa consisterà nel dover parcheggiare le auto rubate nel rimorchio di un camion in movimento. A questo punto scatta il problema. In altre parole l’eccessiva difficoltà d’immettere, senza alcun tipo d’aiuto, la vettura all’interno del ‘bestione’, considerando l’esiguo tempo per compiere i vari furti, aggiunto al dover ogni volta andare a pescare il tir e la conseguente frustrazione nel ricominciare ogni volta daccapo.
Perché oltre ad errori veniali come questo, e ce ne sono comunque tanti altri, si contano anche errori prettamente concettuali. Il cosiddetto trial & error contribuisce a tarpare le ali ad un gioco con più problemi che soluzioni, per fortuna che di tanto in tanto un qualche check point riesce ad alleggerire il carico. Sostanzialmente ogni missione andrà ripetuta più volte al fine di memorizzare ogni punto nevralgico per poi poterlo bellamente passare, basandosi quindi su una meccanica di gioco oramai sorpassata.
Il cosiddetto trial & error contribuisce a tarpare le ali ad un gioco con più problemi che soluzioni
Chiunque abbia mai avuto la fortuna d’incappare nel primo Driver sa quanto gli inseguimenti siano divertenti, appassionanti ed appaganti. In questo terzo episodio della saga le scorribande non sono da meno, soprattutto se si considera l’elevata IA delle vetture e la vastità delle città che faranno da sfondo ai nostri freno a mano. Se nel primo caso avremo contro vetture talmente competitive da modificare gli itinerari secondo le nostre mosse, purtroppo i sopraccitati background sono tanto grandi quanto desolati. Vedere Miami ridotta ad un traffico stile post-nucleare mette, in effetti, un po’ di tristezza. Nulla però a confronto delle sezioni a piedi, che si rivelano un’autentica croce per i Reflections Interactive. Tanner senza vettura è come un pesce fuor d’acqua: pochi diversivi a disposizione, tanti problemi nell’eseguire qualsiasi movimento e, di conseguenza, anche una precisione di mira che va a farfalle. A poco serve impostare la mira automatica nel menù delle opzioni, se non a addolcire una pillola realmente troppo amara. Pillola che s’inasprisce ulteriormente considerando la IA degli scagnozzi che si porranno tra noi e la fine di ogni missione. Già, la stessa intelligenza artificiale di cui sopra cantavamo le gesta, nelle sezioni senza macchina rasenta lo zero semi assoluto. I nemici non faranno altro che porsi dinanzi a noi per poi crivellarci di colpi dilapidando caricatori su caricatori, senza la benché minima reazione alle nostre mosse e senza nemmeno seguire pattern d’attacco prestabiliti. Nel 99% dei casi inoltre, rubare una vettura ad un qualsiasi individuo vedrà una non reazione totale: il conducente semplicemente abbandona il mezzo e se ne va.
Segnali nettamente più positivi per ciò che concerne la realizzazione dei mezzi di trasporto, che per numero di poligoni, varietà e fisica a loro applicata risulta più che soddisfacente. Infatti, potremo guidare qualsiasi veicolo a due o più ruote, ma anche imbarcazioni acquatiche; il livello di dettaglio si assesta su buoni standard, così come l'esecuzione dei danni. Anche gli ambienti di gioco godono di una riproduzione abbastanza fedele e dettagliata, anche se, come detto sopra, la vastità si ripercuote proprio sul loro popolamento oltre che sullo stesso engine grafico. Avremo cali di frame rate piuttosto frequenti, ed ancora più frequenti saranno i casi di pop up decisamente fastidiosi e deleteri. Presenza di aliasing ed animazioni dei personaggi da rivedere farciscono negativamente un comparto grafico tutto sommato senza infamia e senza lode. Sonoro invece da lodare, e per una soundtrack composta da motivi sempre attinenti ed orecchiabili, e per un doppiaggio in italiano che non fa grossi danni. Solo un appunto. Doppiaggio in inglese formato da un cast di attori professionisti del calibro di Ving Rhames, Michelle Rodriguez, Michael Madsen e Mickey Rourke. In quello italiano? Federica Fontana.
A poco serve impostare la mira automatica nel menù delle opzioni, se non a addolcire una pillola realmente troppo amara.
Commento
Il passo più lungo della gamba. Di questo si tratta. Reflections Interactive è stata probabilmente costretta a spingere sugli scaffali un prodotto evidentemente incompleto, soprattutto per quanto riguarda la fase di debugging. Avevano fatto determinate promesse e, in un certo senso, le hanno mantenute. Questo fa loro onore solo in parte, perché il risultato, che è quello che conta, è purtroppo deludente. Aspettavamo un nuovo Driver con gli attributi ed invece è un passo indietro rispetto ai precedenti capitoli della serie. Le sezioni in macchina sono sempre divertenti, ed è da questo che la software house inglese deve ripartire. Driv3r è un gioco con troppi difetti ma che riesce, nonostante tutto, a strappare qualche ora di divertimento -a patto di guidare e non camminare- e qualche emozione data perlopiù da filmati in computer grafica eccezionalmente realizzati. Un gioco adatto quindi a chi il genere lo divora e non n’è mai sazio. Chi invece non l’ha mai apprezzato non inizierà certo da qui.
- Pro:
- Ottimi FMV.
- Missioni in auto sempre divertenti.
- Gran varietà di mezzi.
- Contro:
- Sezione a piedi assolutamente insufficiente.
- Problemi grafici ad affliggere direttamente il gameplay.
- Level design non sempre ispirato.
- A volte frustrante.
Fell on black days
Nuovamente nei panni del bisbetico Tanner partiremo in un’avventura tutta pallottole e sangue, la condizione ideale per il nostro eroe di turno. Reflections Interactive ha concentrato parecchi sforzi per imbastire una regia degna di questo nome e FMV decisamente spettacolari, tutto per assorbire quanto più il giocatore nel contesto della sua nuova produzione. S’inizia dalla fine come nelle più recenti produzioni d’autore, per poi ritornare agli albori del primo misfatto con un flashback in perfetto stile. Il risultato è senza dubbio ottimo, e colma appieno l’assenza di una trama solida ed efficace. Il poliziotto dal grilletto facile dovrà quindi improvvisarsi ancora una volta criminale, al fine di inserirsi in una banda capitanata da una donna tanto bella quanto priva di scrupoli. Calita, questo è il nome della femme fatale, ci porterà oltre che ai margini della legge, anche a visitare tre bellissime città che formeranno così un triangolo di intrighi, usi e costumi ben delineato. Saremo sballottati fra tre paesi agli antipodi l’uno dall’altro: Miami, Nizza e Istanbul. Parlavamo di usi e costumi, ed infatti la softco di Newcastle s’è prodigata nel tentativo di riprodurre fedelmente ogni peculiarità delle cittadine di cui sopra. Le stesse vetture subiranno sostanziali variazioni secondo la locazione, con tanto di una sorta di R5 nel territorio francese. Data, infatti, la possibilità di radere al suolo qualsiasi tipo di veicolo, questi non saranno sotto licenza bensì quanto più somiglianti possibile alle controparti reali.