L'emulo di GTA
L’avventura, dal classico schema “guida/esplorazione 3-D”, è suddivisa in sei capitoli ognuno dei quali introdotti da filmati molto azzeccati e che riprendono il tema dei comics americani. All’interno di ognuno di essi il videogiocatore è chiamato a portare a termine tutta una serie di missioni poco lecite che spaziano dal pedinamento di un individuo inviso alla mafia alle rapine con tanto di inseguimento in auto nei confronti di furgoni portavalori, dal furto d’auto alla scorta di qualche boss. Nulla che non si sia già visto in precedenza, insomma. In alcuni casi, poi, un tempo limite stabilirà il periodo entro il quale portare a termine un “lavoro”, rendendo un po’ più difficile la sessione di gioco. Quanto detto fino ad ora potrebbe far credere che questo Driver 76 sia tutto “rose e fiori”, ma in realtà non è così, purtroppo. A causa di qualche errore di programmazione e sviluppo, infatti, la giocabilità in se a conti fatti si rivela al di sotto delle aspettative. Se da un lato abbiamo un modello di guida delle vetture differenziato e realistico a seconda del mezzo a disposizione (moto, camion, auto), dall’altro ci sono delle limitazioni che rovinano in parte l’esperienza videoludica. Le sessioni a piedi e l’esplorazione libera dei quartieri, ad esempio, sono piuttosto limitate: i personaggi non possono ne saltare ne correre, inoltre durante gli scontri a fuoco assisteremo a momenti di assoluto panico quando scopriremo che per abbattere un nemico bisognerà svuotare l’intero caricatore di un arma, manco i nemici fossero dei Terminator… Anche l’IA della polizia lascia spesso a desiderare. Gli agenti, infatti, sembrano avere una doppia personalità fra un folle menefreghismo e l’eccessiva severità, visto che talvolta interverranno in maniera decisa per il semplice e breve superamento del limite di velocità di una zona, altre se ne staranno bellamente tranquilli anche se il videogamer distrugge mezzo quartiere…
Multiplayer
Diverso il discorso invece per il multiplayer, che include diverse modalità di gioco come Street Racing, Destruction Derby, Pink Slip Racing e Swap Meet in cui sfidarsi in locale con gli amici. Elemento questo che alza sensibilmente in positivo il giudizio finale sul titolo Ubisoft. Inoltre sarà possibile scaricare nuove decalcomanie per le proprie vetture. Graficamente Driver '76 risulta essere un prodotto di discreta fattura, nonostante tutto. I quartieri della città, pur se non ricchissimi di dettagli e con poca gente per le strade, sono ben ricostruiti e i modelli delle auto rispecchiano fedelmente quelli dell’epoca, riuscendo perfino ad esaltare il videogamer più fanatico con dei curati dettagli customizzabili man mano che si sbloccano nuovi item e accessori. Bruttini invece i modelli poligonali dei personaggi, un po' grezzi, con alcuni cali di frame rate piuttosto evidenti durante le fasi più caotiche. Splendido invece il sonoro, sicuramente uno dei migliori di sempre nel settore, con le bellissime musiche degli anni ’70 (da David Bowie a Iggy Pop, altri brani sono downloadabili) a fare da colonna sonora alle azioni dei protagonisti, ed un doppiaggio interamente in italiano con tanto di dialoghi ben curati degni di un film.
Conclusioni
L’ombra imponente di Grand Theft Auto si allunga inevitabilmente su tutti i titoli ad esso ispirati. E quasi sempre sono dolori per gli altri. Driver 76 non sfugge alla “legge” (tanto per restare in tema malavitoso) del titolo Rock Star Games e pur difendendosi a tratti con onore, deve cedere il passo al più illustre rivale. Il gioco Ubisoft infatti, non è malaccio, imperfezioni a parte, e anzi nelle fasi di sola guida riesce a essere piacevole e appagante. Tuttavia una certa ripetitività dell’azione e alcune limitazioni tecniche fanno si che Driver 76 sia uno di quei titoli ibridi, a metà fra il “bello” e “il poteva essere fatto meglio”.
- Pro:
- Buona ricostruzione dei differenti sistemi di guida dei mezzi.
- Splendida colonna sonora.
- Gran varietà di mezzi.
- Contro:
- Sezione a piedi limitata.
- Missioni secondarie un pò troppo ripetitive.
- Level design non sempre ispirato.
- IA della polizia da rivedere.
Qualche anno fa, fine dei “mitici” ’90, quando ancora GTA era un titolo dalla grafica bidimensionale, una software house propose al grande pubblico della Psx un gioco che dalla produzione RockStar Games prendeva spunto, ma con qualche lieve modifica e soprattutto, un engine tridimensionale che tanto piacque ai videogiocatori. Il suo nome? Driver. Negli anni successivi, però, mentre Grand Theft Auto compiva passi da gigante trasformandosi in una vera e propria saga, il titolo Atari e Reflections Interactive non seppe ripetersi, evolversi, diventando conseguentemente un prodotto di secondo piano per i più. Ora, un anno dopo Driver: Parallel Lines (Playstation 2, Xbox, Wii) la serie, passata in mano a Ubisoft che ne ha acquisito i diritti, tenta il rilancio e fa il proprio esordio sulla PSP con questo prequel/sequel intitolato Driver ’76. Anche questa volta, dunque, protagonisti della vicenda saranno i simpatici Slink e Ray, nella New York degli anni ’70, impegnati come sempre fra belle donne e automobili rombanti. Proprio la passione dei due amici per le prime creerà loro qualche problema. Ray, infatti, si innamora della figlia di un boss della Triade cinese, Chen-Chi, e per accattivarsi le simpatie del feroce padre, tale Zhou, decide di entrare nel giro del grande crimine col compare di sempre.