In Enchanted Arms giocheremo nei panni di Atsuma, un’apprendista incantatore che si trova coinvolto insieme ai suoi amici in un’avventura decisamente più grande di lui. Una trama che si articola in una quarantina d’ore di gioco, passando attraverso vari colpi di scena, e che in generale non sconvolge i tipici canoni jrpg, fondandosi su alcuni valori “universali” come l’amicizia, il sacrificio e l’amore. Del resto salvare il mondo dalle macchine impazzite non sarà facile, meno male che esistono gli amici. Comanderemo un party formato da elementi dotati di caratteristiche peculiari, una menzione di merito, se non altro per l’originalità e l’ampiezza di vedute, va fatta agli sviluppatori che hanno inserito un personaggio omosessuale come Makoto, peraltro decisamente stereotipato in ogni suo aspetto, e che ricopre un ruolo di rilievo nel corso di tutta l’avventura, regalando inoltre diversi momenti di pura ilarità. La storia in sé come detto non è particolarmente innovativa, certo non è malvagia, portandoci ad esplorare le varie zone del pianeta, incontrando posti e villaggi che per i membri del nostro gruppo significheranno sempre qualcosa, portandoli a rivelarci qualcosa del loro passato e ovviamente facendo procedere la trama in quella direzione.
L'intero gioco gira intorno ai golem, servi artificiali la cui origine si perde nelle epoche passate
Nel mondo di Enchanted Arms entreremo in contatto con i golem, una sorta di servi umanoidi artificiali creati durante la guerra che infuriò sul pianeta mille anni prima. Li potremo sfruttare in combattimento e spesso nuove creature saranno il premio per aver superato i dungeon incontrati sul nostro percorso. Raccogliere il maggior numero di golem è sicuramente uno degli obiettivi principali di tutto il gioco, la loro caratterizzazione è decisamente buona, si passa da un look semi-cartoonoso per alcuni di loro ad un look prettamente dark e molto tenebroso per altri. Ognuna di queste creature incantate ha un set unico di abilità, per questo motivo sarà fondamentale la scelta prima di ogni battaglia. Incontrare e sconfiggere le creature è sicuramente appagante, diciamo che il vero e unico difetto è che i golem non si sviluppano insieme al progredire del personaggio, e quindi è ovvio che quelli che incontreremo verso la fine del gioco saranno decisamente più forti di quelli utilizzati nelle prime ore del nostro cammino. Nel passaggio su PlayStation 3, ne sono disponibili inoltre trenta inediti, che vanno ad aggiungersi ai cento già presenti nella versione originale.
Chiunque abbia provato un gioco di ruolo di matrice giapponese sa cosa aspettarsi. Esplorazione, peraltro limitata nel caso di Enchanted Arms ai soli luoghi ai quali abbiamo già guadagnato l’accesso attraverso gli eventi della storyline, combattimenti a turni, sviluppo dei personaggi e ovviamente una solida trama. Di questa abbiamo già detto e di più è meglio non rivelare, per quanto riguarda invece i combattimenti non ci si discosta molto dalla tradizione. Gli incontri con gli avversarsi avvengono casualmente, non è possibile evitarli, e purtroppo la loro frequenza è un abbastanza elevata. Ogni scontro ci immergerà in una sorta di arena, caratterizzata da una griglia sulla quale, come una specie di partita a scacchi, muoveremo i nostri personaggi. Ogni nostro guerriero ha i propri “attributi” che fanno riferimento alle forze elementali come terra, vento, acqua, fuoco, luce e tenebre. Negli scontri utilizzare i personaggi con elementi opposti come acqua contro fuoco sarà fondamentale per infliggere più danni possibili agli avversari. Tutte le statistiche sui componenti del nostro party sono quelle classiche degli rpg, i punti vitalità VP, quelli ferita HP, i punti etere EP e poi gli indicatori che ci aiutano a capire quando è possibile utilizzare attacchi particolarmente efficaci, effettuati in combinazione o tramite abilità extra. Sulla griglia potremo spostare a turno tutti i membri e scegliere se farli combattere corpo a corpo o a distanza, a seconda delle loro rispettive capacità. Per contrastare la fin troppo numerosa mole di incontri casuali con i nemici, gli sviluppatori hanno inserito due comandi utilissimi e cioè l’auto battle, grazie al quale vedremo i nostri personaggi combattere da soli senza il nostro intervento, e il fast forward che ci permette di far avanzare più velocemente il tempo tra un’azione e l’altra dello scontro. La difficoltà degli scontri ci è sembrata abbastanza equilibrata; all’inizio i combattimenti sono quasi impossibili da perdere, mano a mano che l’avventura prende il via invece aumenterà anche la difficoltà anche se, lasciatecelo dire, senza mai raggiungere livelli troppo elevati di sfida. Quest'ultima non diventa mai altissima anche perché alla fine di ogni battaglia i punti HP e EP si ricaricheranno automaticamente ed inoltre, possibilità non da poco, è consentito salvare in ogni momento del gioco, senza raggiungere per forza zone prestabilite.
Tecnicamente il prodotto di From Software risulta avere alti e bassi, con i primi specialmente per i modelli poligonali dei personaggi, golem compresi, che risultano ottimamente curati in ogni fase di gioco. Molto cinematografiche le scene che si svolgono durante i dialoghi, durante i quali i due personaggi che affrontano la discussione si presentano in primo piano, mettendo in evidenza la grande qualità dei dettagli, lasciando come sfondo la zona in cui si svolge l’incontro. Durante i combattimenti risaltano moltissimo le animazioni degli attacchi, anche gli effetti particellari durante queste scene e in particolare durante gli attacchi EX, la variante prevista in Enchanted Arms delle più conosciute “summon”. Gli ambienti sono curati, soprattutto all’inizio del gioco, perdendo un po’ di dettaglio con il passare delle ambientazioni. Balza però all’occhio la differenza di cura che c’è tra gli oggetti e gli edifici presenti nelle zone raggiungibili e quelli più in lontananza. Inspiegabilmente si possono poi trovare strane texture in bassa risoluzione, che proprio sugli schermi hd risaltano molto, e qualche incertezza per lo più nelle animazioni di Atsuma. La vera mancanza di Enchanted è quella di non essere dotato di una traduzione italiana, neanche per quanto riguarda i sottotitoli, limitandone quindi la fruibilità solo a chi conosce un minimo di inglese. I dialoghi sono infatti completamente nella lingua d'Albione mentre è possibile sentire anche l’audio originale giapponese, decisamente migliore rispetto all’adattamento occidentale. Una mancanza della versione PS3, a fronte delle altre aggiunte, è la modalità online, che permetteva di sfidare altre persone con i mostri in proprio possesso.
Commento
Enchanted Arms va preso per quello che è, un discreto prodotto che va a colmare una lacuna momentanea della lineup di PlayStation 3. Oblivion infatti, pur essendo un grandissimo titolo, è un altro modo di intendere i giochi di ruolo e gli amanti dei J-Rpg non avevano a cosa dedicarsi. Il gioco di From Software non sconvolge il genere, anzi rimane anche troppo nei canoni della tradizione, presentando però una storia interessante e un buon sistema di combattimento. Se siete smaniosi di poter giocare il primo J-Rpg in alta definizione, Enchanted Arms potrebbe fare al caso vostro.
- Pro:
- Storia interessante
- Buon sistema di combattimento
- Curato nei dettagli
- Contro:
- Mancata la traduzione in italiano
- Scontri casuali troppo frequenti
- Tecnicamente alti e bassi
Lo sviluppo di un gioco appartenente al genere dei J-Rpg è sicuramente tra i più lunghi che possano esserci in ambito videoludico, vuoi per la grossa quantità di dialoghi che li caratterizzano, vuoi per la grande varietà di ambientazioni e livelli. Per vederne un buon numero anche su console next gen dovremo aspettare ancora parecchi mesi, nel frattempo arriva anche su PlayStation 3 Enchanted Arms, primo esponente del genere apparso diversi mesi or sono su Xbox 360.