Vita da mafioso
La storia è di quelle che possiamo leggere sulla locandina di un qualunque b-movie sulla mafia e non presenta particolari sconvolgimenti creativi. Sicilia: i tre fratelli Mangano, Romano, Angelo e Sonny, tradiscono la famiglia, uccidono il quarto fratello, Chico, e fuggono oltreoceano. Ovviamente, la faccenda non può restare impunita e l'onore ferito chiede a gran voce di essere vendicato.
Nei panni di Mario Mangano, quinto fratello, approdiamo negli States alle dipendenze del boss Vincenzo, suo zio fra l'altro, e cominceremo la nostra ascesa ai vertici del clan, per poter finalmente chiudere il debito di sangue che ci portiamo dietro dalla Sicilia.
Il gioco si presenta con visuale isometrica, ma ruotabile e con un buon livello di ingrandimento, e sfrutta un'interfaccia punta e clicca abbastanza standard. Fin dal primo momento possiamo notare la cura con cui è realizzato il quartiere e la quantità di persone che lo "abitano". L'impatto è spiazzante, in alcuni momenti sembra più una "puntata" di The Sims che un gioco di mafia, poi però basta superare i primi minuti per fugare ogni dubbio.
Potremo portare con noi ogni genere di scagnozzi, feccia e malavita organizzata che riusciremo a reclutare.
Vita da mafioso
Abbiamo già detto che impersoneremo il buon Mario (non l'idraulico!) ma non abbiamo detto che potremo portare con noi ogni genere di scagnozzi, feccia e malavita organizzata che riusciremo a reclutare. Attenzione però: non è uno strategico, quindi dimenticate eserciti di unità da sguinzagliare sulla mappa, i nostri alleati saranno sempre in numero contato e, almeno all'inizio, potremo portarne con noi solo pochi per volta.
Ma che bella gente!
Gangland si struttura in missioni successive e la libertà concessa al giocatore aumenta col progredire delle situazioni di gioco. Sin dall'inizio ci sarà data facoltà di estorcere denaro ai negozianti e reclutare compagni, ma meglio non spendere troppo i soldi del boss Vincenzo, altrimenti potrebbe non piacerci la sua reazione. La fase gestionale consiste nel prendere gradualmente possesso delle attività intorno al rifugio del boss e riceverne gli introiti, col denaro potremo poi allargare il giro di affari e fortificare il quartiere. Man mano che andremo avanti, guadagneremo più potere, fino a diventare noi stessi dei piccoli boss. Una volta che riusciremo a sederci dietro la nostra bella scrivania, potremo impartire ordini, commissionare omicidi, pagare tangenti e persino trovare una donna, sposarci ed avere dei figli.
I figli non sono un'orpello inutile, poichè una volta cresciuti diventeranno delle importanti unità da schierare nella lotta contro gli altri clan e saranno i nostri luogotenenti, con il potere di dare ordini in nostra assenza.
Quindi, tutto intorno a noi avremo raccolto una eterogenea banda composta da piccoli tagliagole, rapinatori e brutti ceffi, ma anche unità speciali come cecchini, matrone, seduttrici, infiltrati e persino ninja!
Prima ancora che uomini d'affari (nonchè uomini d'onore) siete degli spietati assassini!
Ma che bella gente!
Insieme alla fase gestionale, però, si intreccia quella più triviale dei combattimenti, durante i quali, infatti, dovremo scontrarci con altri malavitosi, forze dell'ordine e dovremo persino commettere omicidi, quindi non crediate di tenere le chiappe mollemente incollate alla poltrona dell'ufficio per tutto il tempo, perchè prima ancora che uomini d'affari (nonchè uomini d'onore) siete degli spietati assassini!
Durante le nostre scorribande, potremo utilizzare dei veicoli e, nel più classico gangster-style, sparare dai finestrini, come si vedeva una volta al cinema. Per guidare una macchina basta la patente, ma per aprirla ci vuole un ladro, quindi finchè non ne avremo reclutato uno potremo permetterci il lusso delle quattro ruote soltanto quando zio Vincenzo vorrà concedercelo. Le auto che potremo guidare sono sufficienti a crearci un bel po' di lussurioso interesse, ma non sono tante. Ci sono auto sportive ed utilitarie, berline e veicoli militari, nonchè autocarri e volanti della polizia. Purtroppo, però, la sezione di guida è carente sotto tutti gli aspetti. Innanzitutto, con l'auto non è possibile uscire dalla sede stradale, quindi se vorrete fare un po' di slalom fra i pedoni sul marciapiede o se vorrete scorrazzare tra i tavolini di qualche bar rimarrete molto delusi, inoltre le routine di collisione non riescono a distinguere fra un bidone dei rifiuti ed un lampione, fra il bordo del marciapiede e lo spigolo di un'altra auto, così andrete a sbattere con eguale fragore sia contro un palo di cemento che contro un leggero bidone dei rifiuti. A vedere dalle immagini, sembrerebbe di trovarci di fronte ad un buon clone di GTA, ma non è così. Inoltre le strade sono troppo strette e spesso ci si trova incastrati nelle curve. Insomma, sotto questo punto di vista è una cocente delusione.
Diamo uno sguardo più da vicino al gameplay di Gangland. Le unità a disposizione si differenziano per le caratteristiche, che vanno dai punti ferita alla precisione, e per le abilità tipiche di ognuna. La matrona può curare i feriti e dietro la sua aria paciosa cela una violenta indole da killer, col suo micidiale fucile a pompa, però è dannatamente lenta, come possiamo notare dalla stazza, snocciola banali frasi in italiano e fa delle ottime polpette (vedere retro del manuale). Il cecchino, come possiamo ben immaginare, è un ottimo tiratore dalle lunghe distanze, ma ha un tempo di ricarica molto lento, per cui andrà usato con molta cautela. E poi troviamo avvocati, capaci di corrompere le persone, ragazze di strada, capaci di immobilizzare qualunque nemico con il loro spray urticante, ninja, uomini d'affari, infiltrati, buttafuori e ladri. Una bella combriccola, non c'è che dire.
Quello che emerge, esaminando le varie unità, è che la differenziazione a volte è un po' troppo drastica e mal bilanciata. Ad esempio, la ragazza con lo spray urticante può immobilizzare chiunque e, una volta che ha beccato la sua vittima, questa non può assolutamente reagire, almeno finchè qualcuno non elimina la ragazza. Questo fatto trasforma una banale ragazzotta sbandata in una micidiale macchina da guerra, alla faccia dei più importanti ninja, bombaroli e quant'altro ci viene dalle unità speciali.
Una interessante aggiunte è costituita dalla possibilità di far guadagnare esperienza ai personaggi del gioco, facendone migliorare le doti caratteristiche. Non pensiate di trovarvi di fronte ad un gioco di ruolo, però, qui si tratta semplicemente di una barra che si riempie man mano che uccidiamo nemici e portiamo a termine obiettivi, nient'altro. Non ci sono punti da distribuire nè statistiche da aumentare, quando una unità cambia livello ci viene semplicemente notificato e l'unica differenza è che quella unità è diventata più forte.
La pasta della pizza.
Veniamo adesso all'aspetto tecnico del gioco.
La visuale isometrica, la possibilità di ruotare e zoomare, le persone per le strade e i negozi con la loro microscopica vita quotidiana, sono dettagli che danno una certa piacevolezza all'aspetto più propriamente visivo di questo titolo, ma lo scheletro su cui è cresciuto Gangland è uno scheletro tridimensionale che purtroppo mostra qualche difetto qua e là.
In Gangland non ci sono effetti particolarmente spettacolari, le texture sono piuttosto slavate e se pensate che il cemento abbia la sua rugosità e la carrozzeria delle auto sfavilli lucida al sole vi sbagliate, perchè non c'è ombra di bump mapping nè altri effetti oramai fondamentali. E' tutto molto tridimensionalmente piatto.
Per fortuna, almeno, ci vengono incontro i dettagli di cui è ricca la città, che vanno dall'architettura dei palazzi, spesso curati al punto da apparire come ricostruzioni reali, ai modelli e le animazioni delle persone. Ma questo non basta a risollevarne la qualità grafica.
Durante le fasi più concitate del gioco, inoltre, il controllo dei personaggi diventa piuttosto difficile e più d'una volta ci troveremo a cliccare su una unità per vederne selezionata un'altra. Impartire gli ordini, inoltre, quando lo scontro si fa affollato, è allo stesso modo seccante, dato che puntare il mouse su un affollamento di unità non ne rende agevole la selezione. Per fortuna, almeno, che tramite la pausa attiva possiamo interrompere l'azione per comandare le singole unità, purtroppo però si può dare un solo ordine per volta, perchè non sono supportate le code di comandi. Ma meglio di niente, no?
E' tutto molto tridimensionalmente piatto.
La pasta della pizza.
A sopperire alla qualità grafica e alle imprecisioni del sistema di controllo, almeno, viene un audio ben confezionato con musiche carine e buoni effetti. Unica nota dolente sono le frasi in italiano. Ma dovevano proprio mettercele?
Commento
Gangland è, di fatto, un gioco divertente, non un capolavoro, ed ha i suoi difetti, soprattutto nella sezione di guida, che a mio avviso non avrebbero affatto dovuto inserire.
Gangland mescola le carte di tanti mazzi diversi fra di loro e il risultato non è sgradevole, anzi sulle prime battute si rimane piacevolmente sorpresi, poi pian piano si comincia ad avere una visione più ampia e l'entusiasmo iniziale viene ridimensionato. Ciò non toglie che in definitiva si tratta di un titolo capace di coinvolgere e divertire, anche se non in maniera ottimale.
Se cercate un buon surrogato di Mafia o un piacevole diversivo a GTA, allora rimarrete delusi, ma se cercate un titolo divertente e capace di tenervi davanti allo schermo per qualche ora, allora Gangland fa per voi, l'importante è soprassedere di fronte ad una pessima sezione di guida e ad una grafica che mostra qualche anno sul groppone.
I combattimenti sono divertenti e ben realizzati, magari qualche opzione in più ed un bilanciamento un po' più raffinato non avrebbero fatto male, ma tutto sommato ci si diverte anche così e poi la possibilità di mescolare fasi di azione a fasi di pianificazione e gestione rende molto più profondo l'approccio al gameplay e questo è un ottimo punto a favore.
Insomma, in definitiva, com'è questo Gangland? Ma una buona via di mezzo, ovviamente. E' un po' grezzo, avrebbero potuto spendere del tempo in più per limare certe spigolosità, ha una grafica datata e non è un granchè originale, però è divertente. E non costa neanche molto. Che volete di più? Il voto?
Eccolo...
C'era una volta il Belpaese...
C'era una volta un paese dove gli abitanti mangiavano solo pasta, avevano mamme grasse e con i vestiti a fiori e dove per aprire un'attività si usava il piede di porco. In quel felice paese gli uomini erano tutti mafiosi e le donne tutte matrone e, soprattutto alla sera, quando si era tutti raccolti intorno al focolare domestico e nonno Angelo raccontava le storie della sua infanzia, non mancava mai un piatto di ravioli...
In una cornice quanto mai stucchevole si inserisce la trama di Gangland, novello titolo dei misconosciuti Mediamobsters, dove il Belpaese descritto qui sopra prende realmente vita fra le pieghe digitali di questo gioco.
La trama, di per sè, non è malvagia, riproponendo il solito tema dei fratelli mafiosi che tradiscono la famiglia e della sanguinosa vendetta che ne consegue; quello che è davvero triste è la grassa quantità di luoghi comuni sugli italiani, che traborda da ogni byte. Ovviamente, i mafiosi sono italiani, il primo scenario dove ci troviamo a giocare si chiama Little Italy ed è letteralmente stracolmo di bandiere e bandierine tricolore (non fa niente se ci troviamo in una fantomatica città dall'americanissimo nome di Paradise City) e - con altrettanta ovvietà - gli italiani mangiano solo ravioli e polpette.
Se non siete ancora svenuti, allora proseguite con animo più leggero, perchè le cose miglioreranno, più avanti.