Anti-aliasing? Assente!
“Gauntlet: Dark Legacy” è la trasposizione dell’omonimo coin-up. Un “arcade perfect”? No, di più. La migrazione verso un sistema potente come PS2 infatti ha giovato sia al frame rate che alla risoluzione. I programmatori Midway hanno fatto un lavoro discreto con il porting del gioco, ma non si sono sforzati più di tanto. Infatti la grafica, seppur nitida e colorata, soffre di alcuni difetti, primo fra tutti l’assenza dell’anti- aliasing (ultimamente troppo “ignorato” dalle softco). Anche il frame rate, migliore del coin-up, si aggira sugli ormai miseri 30 fps rendendo il rendering abbastanza lento. Per dare un idea migliore si sappia che fare andare l’ego virtuale da una parte all’altra dello schermo è un’operazione che richiede parecchio tempo (esperienza soporifera ndJ). I poligoni su schermo sfortunatamente non si sprecano, e donano al gioco quell’aria di stile antico che però sfigura di fronte alla meraviglia visiva di alcuni titoli disponibili. Una nota positiva va alle textures di discreta fattura e ben illuminate. Grazie alla presenza di tali limitazioni cosmetiche il motore grafico di “G:DL” non soffre di problemi quali rallentamenti, scatti, pop-up ecc. anche nelle fasi d’azione più concitate e con una miriade di nemici su schermo. Questo proprio perché la quantità di poligoni è direttamente proporzionale alla pesantezza dell’engine poligonale. Questione di compromessi. Discretamente curati anche alcuni effetti grafici, come l’evocazione di alcuni summons e di alcune magie, che sono dotati di buoni effetti luce che ben si addicono all’atmosfera gotich-fantasy del gioco. Niente di speciale, dunque, a livello cosmetico per un titolo che si può definire carino sotto questo pdv. Si tenga sempre conto, però, che si tratta di un gioco che gira su una PS2! Mica roba da poco…
La monotonia: una brutta bestia
Una cosa eclatante che si nota fin dai primi venti minuti, nel gioco Midway, è l’onnipresenza della monotonia. Quest’ultima deriva tanto dalla ripetitività delle situazioni di gioco, quanto dalla limitata giocabilità che, pur avendo a suo vantaggio un numero consistente di azioni eseguibili, dà la facoltà al giocatore di sbarazzarsi facilmente dei nemici tenendo premuto il magico tasto “X” (attacco rapido). Ciò limita considerevolmente il gameplay che si attesta su livelli medi. Peccato! Con qualche accortezza in più ci sarebbe divertiti maggiormente. Nel gioco si utilizzano tutti i tasti del joypad Sony. I comandi risultano semplici ed efficaci, e la loro risposta è abbastanza celere. Con la levetta sinistra (analogica in questo caso) il personaggio si muove; con i tasti frontali si effettuano due tipi di attacchi (quick e low) e si possono utilizzare magie e attacchi magici, invece i tasti dorsali offrono la possibilità di parare, attaccare con carica, compiere uno strafe e aggredire gli avversari in massa (solo in multiplayer). Mentre nella modalità di game singola il giocatore viene spesso affetto da gravi disturbi mentali di origine monotona, è in quella multiplayer che “Gauntlet” offre il massimo del suo limitato divertimento! Infatti è possibile collegare, previa spesa per multitap, fino a quattro joypad alla console, picchiare seriamente il malcapitato di turno, e adottare le giuste strategie di squadra con lo scopo di arrivare a fine livello con più energia e denaro possibile. Nel game Midway, infatti, è possibile acquistare pozioni e magie più o meno care (a secondo della potenza di esse) prima di iniziare la devastazione dei mostri. Se si desidera divertirsi davvero con “Gauntlet” è quindi necessario procurarsi tre amici pronti ad armarsi fino ai denti, ad iniziare questa mistica e violenta avventura e a farsi strada tra una sfilza di bestie assetate di sangue.
L’abito non fa il monaco
Per quanto riguarda la longevità bisogna fare un discorso a parte. Se con essa s’intende la mera lunghezza di tempo necessaria a completare tutti i livelli, si deve sottolineare il fatto che essa è abbastanza alta, soprattutto nel gioco in singolo, a causa della difficoltà dei boss di fine “regno” e non tanto per ciò che concerne i quadri ad essi precedenti. Se invece col termine “longevità” si desidera rappresentare la voglia che il videogiocatore ha di proseguire nell'avventura, beh… in questo caso il giudizio del sottoscritto non è molto positivo. Essa risulta minata sia dalla presenza di una sola modalità di gioco, sia da altri fattori. Infatti, a meno che non si giochi con altri amici, il titolo in questione offre davvero poco divertimento e non spingerà certo con la forza il fruitore a procedere lungo i vari livelli (una trentina circa) a causa della già citata reiterazione delle situazioni e degli enigmi. Questi ultimi sono caratterizzati dal tradizionale schema che consiste nel tirare le leve (oramai arrugginite) e aprire i soliti cancelli con le chiavi trovate. E va bene che è un gioco arcade, ma i programmatori avrebbero potuto sudare un tantino di più per rinnovare strutture e contenuti di gioco divenuti obsoleti. Una menzione positiva riguarda l’accompagnamento musicale il quale svolge la sua funzione in maniera egregia e si traduce in un piccolo spettacolo per le orecchie. Le musiche ,che faranno da sfondo alla lotta contro i cattivi, sono infatti dotate di uno stile gotico che riesce benissimo a dare l’idea della situazione in cui l’eroe di turno verrà a trovarsi. Stesso discorso non può essere fatto a proposito degli effetti sonori che, come in altri giochi del genere, svolgono in maniera modesta il loro lavoro. Nulla di particolarmente rilevante quindi sotto questo aspetto. “Gauntlet: Dark Legacy” non è malvagio, anzi. Dipende dai gusti soggettivi. E’ un titolo che i fan della serie non possono lasciarsi assolutamente sfuggire, mentre gli altri farebbero bene a risparmiare quei soldini e ad aspettare la vicina uscita del più prosperoso “Onimusha”. Se comunque qualcuno stesse prendendo in seria considerazione l’acquisto del titolo Midway, è caldamente consigliato anche quello di un bel multitap che sicuramente non nuoce alla salute…ma al portafoglio si!
- Pro:
- Divertente in multiplayer
- Arcade perfect!
- Contro:
- Monotono in singolo
- Arcade perfect…
Una vecchia conoscenza
Qualsiasi videogiocatore che si rispetti ha necessariamente sentito parlare di Gauntlet: Dark Legacy. Anche se sono passati molti anni dalla sua prima uscita nelle sale giochi il titolo ex-Atari ha rivoluzionato il modo di giocare introducendo una spassosissima modalità in multiplayer che riusciva, anche nelle sue incarnazioni successive, e riesce tuttora ad attirare davanti al suo cabinato orde di ragazzi. I fan del gioco in questione, ora sviluppato e distribuito da Midway, che posseggono una PS2, saranno quindi più che felici di poter mettere le mani su un titolo d’azione che vede il proprio personaggio picchiare a sangue qualsiasi nemico su schermo. Contenti loro… La trama del gioco è semplice; il demone Skorne, una volta imprigionato grazie ad un incantesimo dello stregone Sumner, riesce a sfuggirvi incutendo panico e terrore negli otto regni i quali entrano così in un periodo di profonda oscurità dominato dal male. A chi spetta l’arduo compito di risolvere la situazione? La risposta è ovvia. Il videogiocatore sarà chiamato ad impersonare uno degli otto (ma solo inizialmente ndJ) eroi che, armati fino ai denti, dovranno farsi strada tra i lunghi livelli che pullulano di mostri e trappole di varia natura. Il party aumenta quantitativamente procedendo nel gioco, per un totale di sedici guerrieri. Ognuno di essi ha differenti peculiarità, lasciando al giocatore la possibilità di scelta. Avremo a disposizione il guerriero, esperto con le armi ma incompetente nell’uso di magie, il mago (il nome è tutto un programma), l’elfo, la classica via di mezzo fra potenza e magia, ecc. I nuovi eroi potranno essere scovati in alcuni sottolivelli segreti nascosti nelle diverse ambientazioni.