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Gears of War 2 - Recensione

Tornano Marcus, i COG e uno dei giochi più venduti della storia di Xbox 360. Pronti per Gears of War 2?

RECENSIONE di Antonio Jodice   —   03/11/2008
Gears of War 2
Gears of War 2
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Più grosso e cattivo che mai!

Gears of War 2 si inserisce perfettamente nel solco lasciato aperto dal suo predecessore. Le locuste si sono tutt'altro che arrese, anzi, a sentire quanto dice la voce narrante della loro Regina, non lo faranno mai. Continuano a scavare la terra dal suo interno, inarrestabili, con il nuovo progetto di far sprofondare nelle sue viscere gli ultimi avamposti del genere umano, tra cui Jacinto, ovvero la più grande capitale sopravvissuta alla guerra e ultimo baluardo delle nostre difese. Laddove il primo capitolo iniziava con Marcus finito in prigione per un processo legato alla morte del misterioso padre e recuperato alle fila dell'esercito come ultima risorsa, adesso i COG hanno ben chiaro che, senza il nostro eroe, non c'è alcuna speranza di sopravvivere alla battaglia in corso. E' a Marcus che tocca l'allenamento delle nuove leve, il fratello di quel Carmine morto nel primo episodio, allenamento che altro non è se non il tutorial con cui riprendere confidenza con lo schema di controlli che ha fatto la storia di Xbox 360. Ed è a lui che le truppe fanno riferimento in ogni frangente, sia i nuovi coprotagonisti - come Tai, il guerriero Maori, o Dizzy, il cowboy pilota di carri - sia i membri della vecchi squadra che si riuniscono lungo il dipanarsi dei livelli in un crescendo adrenalinico di pura matrice hollywoodiana.
Cliffy B aveva promesso un gioco che, senza tradire le aspettative del pubblico, sarebbe stato più grosso, più cattivo e più longevo, ed è stato di parola. Gears of War 2 è come il seguito di un'epopea cinematografica che sviluppa, espandendole, quasi tutte le migliori caratteristiche del precedente episodio, senza preoccuparsi di esplorare nuove strade. La storia è come sempre quella di un film d'azione, infarcito di colpi di scena e mostri sempre più grossi, con alcuni dei personaggi che, però, vengono approfonditi, fino a lasciare la sensazione di un vero e proprio manipolo d'eroi in una guerra molto più grande di loro. Questa sfumatura è aiutata dagli oggetti segreti che vanno raccolti durante il gioco, che non sono più solo le piastrine dei COG, ma che variano da manifesti a dispacci, fino alle pagine dei diari dei soldati morti al fronte, che aiutano a dare contenuti all'universo creato da Epic, sulla falsariga di quanto fatto dagli Irrational Games con i podcast di Bioshock. Alcuni dei nuovi personaggi fanno poco più di una comparsa, e alcuni momenti drammatici non sono forse sfruttati a dovere. La cavalcata verso la fine, però, ha alcuni momenti che vi faranno sobbalzare per l'emozione adrenalinica e questo, in un action, è tutto quello che ci si aspetta. Oltretutto, le Locuste lasciano che il giocatore entri nel loro mondo sotterraneo, che si arricchisce di templi e di geroglifici, a mostrare l'esistenza di una cultura alternativa a quella umana, con gerarchie e creature accessorie, protagoniste di alcune delle sequenze più spettacolari di tutta la campagna. E delle quali non vi parleremo per non rovinarvi la sorpresa.

Gears of War 2 - Recensione
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La guida ufficiale di Multiplayer.it

Con l'arrivo del nuovo pezzo da novanta della line-up di Xbox 360, ovvero Gears of War 2, arriva anche la guida strategica ufficiale edita da Multiplayer.it.

Gears of War 2 - Recensione

La guida ufficiale di Multiplayer.it

Il volume a colori, (304 pagine, 14,90 euro) fornisce un compendio indispensabile per avere la meglio nella dura lotta contro le locuste. I contenuti si articolano in materiale dedicato al single player e alle modalità multiplayer, compresa la nuova "Orda". Incluso, anche un poster a colori stampato su entrambi i lati.

Nuove mosse

In GOW 2, quando si viene tramortiti al suolo, si può strisciare per scappare dalle locuste e per cercare di farsi rianimare dai compagni. Quando a farlo sono i mostri, si aprono diverse possibilità: X per terminare l'avversario con un calcio; Y per montargli addosso e riempirlo di pugni; B per terminarlo con un colpo del calcio dell'arma impugnata. Premendo A, invece, lo si afferra e lo si usa come uno scudo organico dietro cui ripararsi, mentre si spara con la pistola base. Tutte queste possibilità esprimeranno il loro massimo potenziale in rete.

Al riparo!

Il gameplay è rimasto sostanzialmente invariato: tornano la ricarica attiva, il cover system, su cui torneremo dopo, la motosega del lancer e gli scontri all'arma bianca. Le novità sono costituite dalle armi come il lanciafiamme, una pistola che scarica i proiettili ad intervalli, come fosse un piccolo mitragliatore, e un nuovo tipo di bombe. Gli ormai famosi duelli a colpi di motosega o le nuove "mosse" nel corpo a corpo, è probabile che avranno molta più rilevanza per il multiplayer. Ad esempio, farsi scudo con il corpo stordito di una locusta, raramente viene utile durante la campagna single player, mentre non fatichiamo ad immaginare quanto possa essere determinante in uno scontro in cui gli avversari vogliono riservarsi la possibilità di resuscitare un compagno, piuttosto che crivellarlo di colpi per prendere il giocatore che si sta parando dietro. A cambiare, in maniera più evidente, è il ritmo di gioco, molto più frenetico, infarcito di sequenze spettacolari e sempre col fiato sospeso, grazie anche alla quantità di creature che vengono lanciate addosso al giocatore in continuazione. Combattere contro Reaver, Bumark e Corpser (anche 3 alla volta) diventa la norma, quando invece nel primo episodio, le creature più grosse facevano solo fugaci apparizioni e in contesti del tutto scriptati. Torna anche la struttura a biforcazioni dei livelli, solo che questa volta ce ne sono di più e più frequenti. Le sezioni a bordo di un qualche mezzo (ce ne sono di diversi tipi, alcuni davvero "bestiali") aumentano, così come le fasi in cui andare avanti sparando all'impazzata non è la soluzione migliore, e ci sono anche alcune sequenze, per gli amanti del fucile da cecchino, rese spettacolari dalle nuove aree di gioco molto più vaste delle precedenti. Epic è stata anche di parola quando ha promesso un gioco molto più lungo del precedente, visto che le campagna single player, a livello normale, è difficile possa essere portata a termine in meno di 12-13 ore. Soprattutto, se ci si dedica a trovare gli item nascosti, e senza considerare la longevità garantita dalla modalità cooperativa. Questa sensazione di familiarità che da un lato fa sentire il giocatore immediatamente a casa, dall'altro diluisce l'effetto dirompente che ebbero Marcus e soci un paio d'anni fa, ma cambiare in maniera radicale l'approccio al gameplay avrebbe potuto essere persino dannoso, e probabilmente inutile. Gears of War 2, da questo punto di vista, è una roccia granitica.

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Tutti i Bumark che vuoi!

Si evolve anche la cosmesi. L'ultima versione dell'Unreal Engine illumina le scene in maniera molto più efficace, l'HDR regala alcuni scorci da ricordare, soprattutto verso le battute finali di gioco, i liquidi reagiscono in maniera morbida al passaggio di COG e Locuste, e alcune ambientazioni e boss che si incontrano non possono che lasciare a bocca aperta qualsiasi giocatore. L'interattività dei fondali interviene solo per alcuni elementi dello scenario e non è mai determinante ai fini della giocabilità, ma contribuisce comunque a rendere meno statiche le situazioni di guerra più totale. Viene approfondito l'universo di Gears of War, aumentato il numero delle locuste, arricchendo un immaginario artistico che ha conquistato milioni di giocatori. Torna il sangue, che scorre letteralmente a fiumi, in uno scenario che non potrà non turbare i più deboli di cuore, e in un paio di sequenze non si può evitare di sentirsi addosso il peso della polvere e l'orrore suscitato da certe creature. Come per il gameplay, si diluisce in parte quell'impatto devastante di un paio d'anni fa, ma quel che sono riusciti a fare in Epic, considerando la mole poligonale, la definizione della maggior parte delle texture e la fluidità del motore, che oramai non ha più alcun problema in qualsiasi situazione, ha pochi eguali nel panorama odierno, soprattutto per la fisicità con cui sono riusciti a rendere agli scontri con le creature più grandi, e gli ambienti, mai così vasti e dettagliati.
L'audio è completamente doppiato in italiano e i risultati sono ottimi come in precedenza. Musiche ed effetti sonori si confermano agli stessi livelli, con l'accento posto più sulle detonazioni e i colpi d'arma da fuoco, piuttosto che sulla colonna sonora.

Gears of War 2 - Recensione
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Commento

Chiunque abbia finito il primo Gears of War si ricorderà il commento che gli era morto sulle labbra non appena finita la campagna single player: "Ne voglio di più". Questa nuova avventura rilancia uno degli universi immaginifici più forti e amati, tra quelli realizzati negli ultimi anni, e regala ore di divertimento, senza il bisogno di rifugiarsi nella longevità del gioco online, che aiutò il primo capitolo a sopravvivere alla sua congenita brevità. Marcus, i COG e il mondo di GOW si arricchiscono di particolari e si fanno protagonisti di una battaglia epica e coinvolgente, che segue l'evoluzione di un colossal cinematografico, senza stravolgimenti sul versante della giocabilità, e puntando a confermare e limarne quasi tutti i punti di forza. Il senso di stupore continuo, provato in precedenza, era difficile da replicare, ma lo erano anche l'adrenalina e il divertimento che questa nuova storia sa regalare sotto tanti punti di vista.
Il multiplayer si conferma una delle chiavi del successo della saga e la nuova modalità Orda mantiene anche le aspettative più esigenti.
Ora non resta che aspettare l'epilogo della trilogia, con l'augurio che Cliffy e soci sappiano dare la zampata finale e chiudere tutti i punti rimasti in sospeso.

PS: Dopo l'ultimo boss, aspettate la fine dei credit con le orecchie ben attente, c'è un pezzo d'audio che getta un bel ponte verso il prossimo capitolo.

Pro

  • Le nuove modalità online
  • La campagna
  • La cosmesi
  • La varietà di situazioni
Contro
  • Alcuni personaggi non sviluppati
  • Cover System non ancora perfetto
  • I tempi d'attesa nella creazione delle partite in rete

Un'Orda in arrivo!

Anche questa volta, giocando a GOW, si ha la netta sensazione che i ragazzi del team, davvero, si divertano un sacco a giocarci e, soprattutto, in Multiplayer. E' qui che la storia di Epic viene maggiormente fuori, quando ci si accorge della cura riposta nella costruzione delle mappe (alcune con effetti atmosferici variabili, anche letali e che incidono sull'andamento delle partite), nella limatura di piccoli elementi come la durata della ricarica, nel bilanciamento delle armi e del perché siano state inserite le nuove mosse corpo a corpo. Difficile resistere alla tentazione di premere Y sul corpo di un avversario per riempirlo di pugni quando è a terra, ma ci si espone per molto tempo al fuoco nemico e questo può costare la vita.
Giocando assiduamente, però, ci si accorge di come il cover system sia stato limato, ma non reso perfetto, e capita ancora di trovarsi riparati dietro il muro sbagliato, mentre si voleva invece correre a rotta di collo per cercare di evitare una grandinata di proiettili. Anche il sistema di matchmaking, che pare più preciso e simile a quello di Halo, ha bisogno di una sistemata perché i tempi di attesa nel creare una partita possono essere decisamente lunghi.
Di contro, Cliffy e soci hanno tirato fuori dal cilindro la modalità Orde, in cui fino a cinque giocatori possono affrontare 50 ondate successive di mostruosità sempre più grosse e numerose, attraverso le quali capire che i poligoni non sono certo un problema per questo motore e massimizzare l'esperienza cooperativa di un gioco che ha fatto di questo tipo di sensazioni un marchio di fabbrica. Sopravvivere ad un assalto, circondati da Abietti e locuste, resuscitando i compagni e dividendosi le munizioni trovate al suolo, è un'esperienza che qualsiasi amante del gioco online dovrebbe provare.

Xbox 360 - Obiettivi

Gears of War 2, con il giusto numero di ore di gioco, è piuttosto generoso nell'elargire buona parte dei 1000 punti a disposizione. Finendo la campagna a livello normale, ci si può facilmente trovare con più di 300 punti. Per arrivare oltre i 600, basterà finirlo con un amico a livello Folle. I 1000 sono appannaggio dei più assidui giocatori, aiutati da un pratico indicatore, che segna il progresso nell'acquisizione di ogni singolo obiettivo.