Strategia innanzitutto
La squadra si divide in due gruppi, “alpha” e “bravo” (nell’originale per PC erano tre, ma si finiva comunque per “raggruppare le forze” in due manipoli), e il giocatore prende a scelta il controllo di un singolo membro, lasciando al computer il compito di gestire i suoi compagni diretti ma impartendo ordini alla seconda squadra, che sarà eventualmente chiamata ad avanzare in modo furtivo o a sparare verso qualunque cosa si muova. L’intelligenza artificiale di Ghost Recon è davvero molto buona, e non si ha alcuna preoccupazione nel lasciare in mano ai propri compagni la difesa di postazioni o la copertura. Quando si deve affrontare un gruppo di nemici a viso aperto, si può decidere di attaccarlo da due lati oppure lasciare il secondo gruppo in posizione strategica, magari colpendo a distanza con i cecchini. In alcune situazioni è necessario introdursi in edifici, e anche in quel caso il comportamento dei compagni risulta impeccabile.
Il sistema di controllo del gioco è stato portato con successo sul Dual Shock 2: la levetta analogica sinistra sposta il personaggio nelle quattro direzioni, quella destra lo dirige e controlla il mirino (naturalmente è possibile invertirne il movimento); i tasti direzionali su e giù fanno cambiare posizione al personaggio (steso a terra, accucciato o in piedi, a seconda della situazione), i tasti direzionali sinistra e destra gli permettono di muoversi leggermente di lato mantenendo lo zoom del mirino; i tasto dorsali primari (L1 e R1) servono rispettivamente ad attivare la mappa (da cui è possibile impartire ordini, sempre con i tasti dorsali, o far spostare la seconda squadra verso un punto preciso) e ad aprire il fuoco con l’arma equipaggiata, quelli secondari (L2 e R2) a impartire eventuali ordini vocali (quando si dispone dell’apposita periferica) e a ricorrere agli ordini “veloci”. Infine, il tasto Triangolo attiva il visore notturno (essenziale, quando non si vede una ceppa), il tasto Quadrato cambia l’arma del personaggio, il tasto X ricarica l’arma equipaggiata (mai trovarsi con un solo colpo in canna a cinque centimetri da un nemico!) e il tasto Cerchio è deputato all’azione (aprire porte, prendere il controllo di mitragliatori da postazione, ecc.).
Struttura di gioco
Come ho scritto in apertura, Ghost Recon – Jungle Storm vi permette, nella modalità di gioco in singolo, di affrontare due campagne diverse: Island Thunder e Jungle Storm. Ognuna di esse è composta da otto livelli affrontabili in sequenza, per completare ognuno dei quali è necessario un po’ di tempo (generalmente un’ora scarsa). Be’, se tutto va bene. Spesso, infatti, uno degli obiettivi da completare è portare a termine la missione senza vittime nella squadra, e per ottenerlo bisogna affrontare gli stage in modo “perlustrativo” prima di fare sul serio. Visto che su PC andava molto di moda ricorrere al salvataggio rapido e al relativo caricamento ogni qual volta un membro della squadra finiva ucciso o ferito, su PS2 i programmatori hanno scelto di limitare questi aiuti numericamente. Gran bella decisione, a mio avviso. Quando un agente viene ferito in missione, bisogna lasciarlo riposare “un turno” nello stage successivo perché si rimetta in sesto. A livello finito, poi, i soldati possono essere potenziati nelle loro caratteristiche, tramite la spesa dei punti guadagnati.
Ogni missione prevede il completamento di diversi obiettivi “principali” e solitamente di uno “facoltativo”, i quali possono essere perseguiti senza un ordine preciso. Il successo di una missione sbloccherà nuovi personaggi utilizzabili e nuovi stage per le modalità di gioco in multiplayer (con split screen oppure online). Queste ultime sono piuttosto varie e numerose: si va dalla missione cooperativa (per due giocatori quando c’è lo split screen, per quattro online) a quelle in cui ci si spara contro in diversi modi.
Realizzazione tecnica
Ghost Recon ha una grande atmosfera, è molto coinvolgente e altrettanto appagante quando si riesce a portare a termine una missione con successo. Tutto questo, però, non è certamente dovuto alla qualità della sua grafica, che su PS2 è peggiore di quanto visto su PC, con l’aggravante che si tratta di un titolo ormai vecchio di qualche anno. La scarsa qualità delle animazioni dei nemici (che si muovono letteralmente a scatti, soprattutto quando visti da lontano), nonché dei propri agenti, distoglie l’attenzione dalla generale povertà dei livelli: scarso dettaglio, texture mediocri, pochi poligoni. PlayStation 2 ha dimostrato di poter fare ben di meglio, ma evidentemente spremere l’hardware Sony non rientrava nelle intenzioni degli sviluppatori. In quest’ottica si inserisce anche il discorso sul sonoro, a mio avviso eccellente per quanto concerne le musiche ma anch’esso privo di alcuna revisione: la colonna sonora è la stessa sentita su PC all’epoca dell’uscita di Ghost Recon, e gli effetti fanno il proprio dovere senza particolari acuti. A ciò bisogna aggiungere la lentezza che affligge i caricamenti, non tanto quelli principali (manca la barra di progresso, ma si può chiudere un occhio al riguardo), quanto quelli che riguardano il rendering degli agenti al momento di formare le squadre. È assurdo, si poteva benissimo lasciare i personaggi inanimati se muoverli significava far aspettare il giocatore anche diversi secondi quando si passa da un personaggio all’altro per vagliarne le condizioni e le caratteristiche. In un caso, addirittura, la PS2 mi si è bloccata…
Commento
Se volete effetti speciali, tantissimi poligoni, belle animazioni, ambientazioni ricche di dettagli… Ghost Recon – Jungle Storm non fa per voi. Ma se di un gioco vi interessa la sostanza e l’ambientazione di questo titolo vi intriga, allora comprare il nuovo prodotto Ubisoft non sarà affatto un errore. È un concentrato di atmosfera, tensione e strategia. È coinvolgente, realistico e molto appagante nell’intrinseca semplicità di fondo delle missioni che propone. Magari la meccanica di gioco ha qualche anno sulle spalle, magari si poteva cercare una soluzione diversa in alcune situazioni (il soldato che finisce le munizioni è spacciato, le mitragliatrici a postazione sono praticamente inutili, le missioni tendono ad assomigliarsi), ma a mio avviso in questo momento non c’è un prodotto capace di tener testa a Ghost Recon nel suo particolare sottogenere.
- Pro:
- Grandissima atmosfera
- Due giochi in uno
- Tante modalità di gioco, anche online
- Contro:
- Grafica mediocre
- Caricamenti fastidiosi nei menu
- Nessun miglioramento rispetto all’originale
Ghost Recon – Jungle Storm è quella che su può definire una “espansione”, benché tale nomenclatura sia molto distante da ciò che di solito propone il mercato delle console. Questo significa che si rifà all’originale Ghost Recon per tutte le caratteristiche tecniche, aggiungendo al prodotto nuove missioni e nuove possibilità. Prendendo le distanze dalla controparte PC, però, il nuovo titolo Ubisoft contiene anche l’espansione Island Thunder (che di fatto raddoppia i numeri di questa produzione), una ricca modalità multiplayer con split screen orizzontale e la possibilità di giocare online.
Per chi non conoscesse Ghost Recon, una rinfrescatina: ambientato in ipotetico prossimo futuro, il gioco ha per protagonista una squadra di esperti a cui vengono affidate missioni non ufficiali. Questi soldati devono colpire e sparire, senza lasciare traccia del proprio passaggio. Al giocatore viene affidato un gruppo di sei elementi a scelta tra quelli disponibili, ognuno con caratteristiche ed equipaggiamento diversi: i “fucilieri” sono l’ideale per gli scontri ravvicinati, sono generalmente dotati di fucile e lanciagranate, e devono agire in modo furtivo; i “cecchini” hanno a disposizione un fucile a lunga gittata con un mirino che gli permette di colpire nemici anche molto lontani, spesso integrato da una pistola con silenziatore; gli agenti di “supporto” dispongono di una gran potenza di fuoco (mitragliatore) e sono l’ideale per i “rastrellamenti”; i “demolitori”, infine, al fucile accompagnano delle cariche esplosive o dei lanciarazzi, necessari per distruggere postazioni o mezzi blindati.