0

Gravity Games Bike: Street, Vert, Dirt

Visto il successo dei giochi di extreme sports come la saga di Tony Hawk, Midway ha recentemente allargato la sua lineup di titoli sportivi inaugurando la serie Sports Asylums, un grande contenitore di tutti i titoli che non rientrano nelle grandi categorie di calcio, basket, hockey e baseball proposte dalla software house americana. Gravity Games Bike promette di portarvi sul sellino dei più grandi campioni mondiali di BMX e rientra proprio in questa serie... seguiteci per scoprirne di più!

RECENSIONE di La Redazione   —   26/09/2002
Gravity Games Bike: Street Vert Dirt
Gravity Games Bike: Street Vert Dirt
Immagini
Gravity Games Bike: Street, Vert, Dirt
Gravity Games Bike: Street, Vert, Dirt
Gravity Games Bike: Street, Vert, Dirt
Gravity Games Bike: Street, Vert, Dirt

Perfetto in locandina, ma...

Il primo aspetto importante di questo genere di giochi è sicuramente quello delle modalità. Quelle previste dal gioco sono quattro: Quick Start, Career Mode, Free Ride e Multiplayer. Purtroppo qualcosa sembra essere andata storto nella mente dei game designers i quali, anziché fornire il gioco di un tutorial, necessario per entrare nella meccanica di gioco, hanno costruito due modalità praticamente identiche: Quick Start e Free Ride si differenziano esclusivamente perché all’interno della seconda è possibile scegliere uno dei bikers proposti dal gioco, una delle sei (identiche) biciclette e tutti gli scenari sbloccati nel Career Mode, chiaramente la modalità principale costituita dai tipici goals che sbloccano i livelli successivi come, ad esempio, raggiungere un certo punteggio attraverso i tricks o esplorare certe parti del livello e raccogliere certi oggetti. Questi obbiettivi sono abbastanza scontati e ricalcati in maniera evidentissimo sul cliché del genere, ma non appaiono al giocatore altrettanto ben congeniati o evidenti di quelli di certi altri titoli, con il risultato che questi si ritrova spesso o a completare obbiettivi per puro caso senza accorgersi del perché, oppure a lambiccarsi il cervello in cerca di quale spudorata tecnica i programmatori possa avere mai concepito per farli compiere.

Gravity Games Bike: Street, Vert, Dirt
Gravity Games Bike: Street, Vert, Dirt

Un controllo non perfetto

Il secondo aspetto fondamentale riguarda il sistema di controllo e di interazione con gli ambienti: BBG è una specie di misto tra le ambientazioni della saga di Tony Hawk o di Aggressive Inline e i tricks del famoso skater o di Dave Mirra XXX. Lo scopo è quello di padroneggiare il mezzo rispetto all’ambiente in modo da potere accedere a tutte le parti più remote o eseguire i tricks più complessi, necessari per il superamento delle missioni. Pur cercando di attingere a tutti questi titoli, Gravity Games BMX non riesce a far altro che unire il tutto in maniera incoerente, senza raggiungere la bellezza o profondità dei mondi tridimensionali di Tony Hawk, lo stile e l’aggressività di Aggressive Inline o la precisione di Freestyle BMX. Gli ambienti, infatti, sono abbastanza scontati anche se certe volte piacevolmente caratterizzati, ma il sistema di controllo è molto impreciso e penalizza notevolmente l’approccio alle tecniche e agli ambienti.

Gravity Games Bike: Street, Vert, Dirt
Gravity Games Bike: Street, Vert, Dirt

Un controllo non perfetto

Mentre muoversi sulle piste più semplici o eseguire i tricks di base risulta facile, giostrarsi tra le strettoie più complicate o portare a termine stringhe complesse di tricks risulta realmente fastidioso a causa del cattivo rapporto tra i comandi del giocatore e ciò che accade su schermo. Anche la fisica del gioco è ispirata a Tony Hawk senza averne la coerenza: se le cadute troppo rapide, i rimbalzi improponibili e le cattive inquadrature senza possibilità di variazione dell’angolo di visione sono i retaggi difettosi dello skater più famoso su console, il sistema di menu, l’interfaccia e moltissimi dettagli come il sangue, gli indicatori testuali o le modalità di sbloccaggio sono dei veri e propri momenti di plagio, ricalcati troppo esattamente perché sembrino delle casualità. Oltretutto, quello che di meglio la saga di Hawk aveva portato avanti, come i tutorials, l’editor dei personaggi o il sistema di collegamento tra i combo, è stato tralasciato oppure omesso. Anziché stivare il gioco di personaggi ridicoli con le caratteristiche praticamente identiche e non upgradabili, i programmatori avrebbero potuto studiare un editor o un sistema di avanzamento delle abilità degni di questo nome. Un punto a favore del gioco risiede nella modalità a due giocatori, abbastanza varia anche se afflitta dagli stessi problemi di meccanica del gioco in singolo e afflitta da un frame rate oscillante.

Gravity Games Bike: Street, Vert, Dirt
Gravity Games Bike: Street, Vert, Dirt

Audio/Video

Venendo al reparto visivo, il gioco si presenta nella media bassa dei giochi PS2, unendo un motore tecnologico scontato ad una caratterizzazione discretamente apprezzabile. Gli ambienti sono abbastanza vasti e con un numero decente di poligoni, presentando in più il non indifferente vantaggio di non rallentare o sfarfallare troppo, se non nei momenti più concitati. Diverso il discorso sui personaggi che, pur vantando sulla carta un motion capture ultrarealistico, si muovono in maniera goffa e irrealistica e hanno reazioni incoerenti rispetto agli ambienti. La selezione di brani operata dai produttori è invece discreta: prendendo ispirazione ancora una volta dai più grandi successi del genere la Midway ha ingaggiato due o tre bands dal repertorio hip hop o new metal e, dopo essersi accaparrata un paio di successi dei più famosi Distrurbed e Sevendust, ha sbattuto questi ultimi in copertina per dare benzina al reparto pubblicitario. Le musiche sono dunque gradevoli anche se, come conseguenza, leggermente ripetitive e riservate agli amanti del genere, con una piacevole opzione di jukebox che ne ottimizza la resa, mentre gli effetti e i campionamenti sono carini e nulla di più del solito già sentito.

Gravity Games Bike: Street, Vert, Dirt
Gravity Games Bike: Street, Vert, Dirt

In definitiva...

A giudicare dalla lista dei suoi difetti, Gravity Games Bike potrebbe sembrare un titolo orribile. Si tratta in realtà di un gioco che con una attenzione maggiore avrebbe potuto essere anche più che discreto, ma che risulta decisamente mediocre in quanto interamente scopiazzato da altre proposte ben più meritevoli: di conseguenza anche gli amanti del genere potranno rintracciarvi una semplice distrazione da titoli di ben altra levatura come la saga di Hawk, Aggressive Inline, Freekstyle BMX, Matt Hoffman BMX o Dave Mirra's XXX. Mentre non offre niente di innovativo, tutto ciò che GGB presenta è una scopiazzatura derivativa e non altrettanto valida dei titoli sopraccitati, afflitta da una produzione affrettata e priva persino di un adeguato debugging. Dando un’occhiata all’accozzaglia del resto della line-up Midway Sports Asylums ci si rende conto dell’assoluta attenzione all’aspetto commerciale dei titoli, portato avanti spavaldamente al costo di una certa mancanza di controllo qualitativo.

Gravity Games Bike: Street, Vert, Dirt

In definitiva...

    Pro:
  • carina la colonna sonora e il jukebox
  • gli appassionati possono distrarsi con un affitto valido attendendo Tony Hawk 4
  • multiplayer in due
    Contro:
  • completamente derivativo, praticamente un clone misto
  • cattivo controllo dei personaggi
  • niente tutorials o editor dei personaggi
  • prevedibile e abbastanza ripetitivo

Dato il recente interesse del pubblico per i giochi di extreme sports, Midway ha recentemente allargato la sua lineup di titoli sportivi inaugurando la serie Sports Asylums, un grande contenitore di tutti i titoli che non rientrano nelle grandi categorie di calcio, basket, hockey e baseball proposte dalla software house americana. Gravity Games Bike promette di portarvi sul sellino dei più grandi campioni mondiali di BMX e rientra proprio in questa serie. In effetti il titolo rientra perfettamente nel cliché degli extreme sports games più famosi, come la serie di Tony Hawk, Aggressive Inline o Freekstyle BMX, rispetto ai quali mostra di non mancare in nulla a livello “di copertina”: selezione dei più famosi bikers del mondo, un cumulo di tricks da eseguire, livelli che prevedono una serie di missioni alternati a competizioni a sbloccaggio progressivo, colonna sonora new metal e hip hop, filmati “segreti” da sbloccare e una manciata di extra in più per i più perseveranti. Tuttavia, GGB tradisce una produzione estremamente superficiale, capace da un lato di farlo essere un clone di titoli più famosi fino al limite del plagio e dall’altro di renderlo lacunoso in molti aspetti fondamentali, come il controllo o la gestione delle collisioni. Si tratta di un titolo non terribile ma che probabilmente non offrirebbe nulla di particolarmente interessante per il giocatore medio e certamente nulla di nuovo o valido all’appassionato del genere. Ma entriamo progressivamente nel merito della presentazione, delle modalità, del controllo e del reparto audiovisivo.