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ISDA Il ritorno del Re

Continua la saga del Signore degli Anelli, in attesa dell'uscita nei cinema del capitolo conclusivo gustiomo l'ultimo nato in casa EA, una trasposizione fedelissima alla pellicola in chiave puramente arcade. Lo stile console sfonderà anche su PC? A voi l'ardua sentenza!

RECENSIONE di La Redazione   —   28/11/2003
Il Signore Degli Anelli: Il Ritorno del Re
Il Signore Degli Anelli: Il Ritorno del Re
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Sulla pista di Mordor

Quello che propone EA non è altro che il proseguimento dell’impresa iniziata con il gioco dedicato al film Le Due Torri. La scelta di portare tale titolo anche su PC (il primo capitolo era esclusivamente dedicato alle console) potrebbe insospettire i più, e in effetti quello che ci si para davanti dopo l’installazione iniziale è la rivelazione limpida e lampante di quanto commerciale sia stata questa scelta. Il giocatore non fa in tempo a capire cosa sta succedendo. Il gioco passa da una introduzione filmata con scene tratte direttamente dalla pellicola originale all’azione pura, catapultandosi nei panni di Gandalf alle prese con gli orchi presso le mura del Fosso di Helm. Il tutto è rapidissimo, l’azione più frenetica che mai focalizza l’attenzione sulla furia della battaglia. I primi rudimenti di come ci si possa muovere in uno scenario tanto caotico vengono forniti di man in mano che il personaggio scatena la sua furia sugli orribili orchetti. Durante la battaglia infatti sarà possibile fare la conoscenza dei principali comandi, per imparare subito le manovre e le tecniche di combattimento più comuni. Il gameplay è assolutamente in stile arcade, e cosa ottimale sarebbe nell’approccio ad un titolo del genere, munirsi di gamepad, unico tipo di controller in grado di fornire un’esperienza di gioco genuina. Per farla breve unico scopo del gioco pare essere quello di avanzare lungo lo scenario proposto ingaggiando furibonde zuffe con ogni essere malvagio intralci il nostro cammino. La presenza occasionale di speciali oggetti con i quali interagire (come le gigantesche balliste del fosso di Helm o le lance provvidenzialmente lasciate per terra da qualche guerriero già caduto) danno infine l’illusione di trovarsi di fronte ad un titolo che vada per oltre l’action game a scorrimento. Effettivamente in qualche occasione viene data l’opportunità di scegliere la strada da prendere, e la meta da raggiungere trascende dal semplice “uccidi e sopravvivi”, ma in fin dei conti il centro dell’azione rimane focalizzata sullo scontro fisico fra il personaggio e una moltitudine di nemici assortiti.

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Sento l'occhio su di me...

L’ambientazione proposta, come già accennato, non si sposta minimamente dagli scenari proposti dal secondo e terzo capitolo della saga cinematografica. Le texture ed i modelli dei personaggi sono totalmente riprodotti sulle sembianze di quelli visti sulla pellicola, ed in questo, bisogna proprio ammetterlo, gli sviluppatori hanno saputo rendere onore alla fonte d’ispirazione. La cura maniacale del dettaglio e la spettacolarità di alcune scenografie superano persino quelle proposte nel precedente capitolo, già notevole proprio per la fine cura dei dettagli scenici. La trama del gioco non osa discostarsi minimamente da quella della pellicola, anzi la segue esattamente in ogni sua sfumatura, allontanandosi in questo modo, di tanto in tanto, dallo scritto originale di Tolkien. Avanzando di livello in livello il giocatore entrerà in sintonia con l’azione ed imparerà a conoscere i vari personaggi proposti nel corso dell’avventura. Difatti la struttura del gioco, pur seguendo una certa linearità, propone alcune scelte fondamentali al giocatore, capaci di mutarne in modo significativo l’esperienza. Innanzitutto l’azione è suddivisa in tappe che seguono lo schema di un diagramma ad alberi. La storia della saga, come certamente saprete, prevede una struttura frammentata nella quale gli avvenimenti si susseguono saltando da un gruppo di personaggi all’altro, creando un sottobosco di intrecci spettacolari ed emozionanti. Per riportare questa peculiarità nel gioco si è scelto di proporre una successione frammentata di eventi tramite i quali il giocatore potrà scegliere come calarsi nella storia.
All’inizio di ogni missione, quando la storia lo renderà possibile, vi sarà chiesto di selezionare con quale personaggio intendete affrontare la prossima tappa. Difatti le situazioni più comuni vi vedranno il giocatore fronteggiare il pericolo assieme alla compagnia degli avventurieri coinvolti nella vicenda. Se al Fosso di Helm sarà chiesto di interpretare esclusivamente Gandalf, così non sarà per l’attraversamento delle lande degli spiriti, che vede protagonista l’assortito terzetto composto dal nano Gimli, Legolas l’elfo e Aragorn, l’uomo destinato a sedere sul trono di Gondor, patria degli uomini. La stessa cosa vale per il cammino intrapreso da Sam e Frodo, che accompagnati dal subdolo Gollum\Smeagol dovranno trovare riparo dalle grinfie dei Nazgul nel tentativo di riportare l’anello alle fauci infuocate del monte Fato.

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Sento l'occhio su di me...

Lo stile scelto dagli sviluppatori per il menu di selezione dei personaggi pare un omaggio ad un classico del genere quale Golden Axe (uno dei capostipiti del action game a scorrimento, vicino al Signore degli Anelli anche per l’ambientazione puramente fantasy), riproponendo il caratteristico menu a scorrimento circolare sul quale i personaggi scorrono come su di una passerella rotante. Ogni personaggio vanta di un proprio stile di combattimento, legato in particolar modo all’arma in dotazione, oltre che di personali caratteristiche che ne identificano le peculiarità sul campo di battaglia.

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Combo? Arcade più che mai!

Analizzando le azioni di gioco si potrebbe quasi stendere un rapporto sull’evoluzione del genere a partire dagli antiquati arcade da sala giochi. Già, perché lo stile, in fin dei conti, è proprio quello, ovvero lo scorrimento su livelli divisi per scene attraverso il quale il giocatore deve scontrarsi con i nemici generati da appositi spawn situati sul terreno o già predisposti in luoghi ben definiti sulla mappa. La novità (che poi non è neppure così rivoluzionaria) sta nell’introduzione di alcuni lievi tratti tipici del GdR quali l’avanzamento di livello del personaggio e la possbilità di apprendere, mediante lo scambio dei punti guadagnati in combattimento, nuove tecniche. Per l’esattezza si tratta di combo (combinazioni di tasti) attraverso le quali i personaggi potranno scaturire particolari mosse speciali dagli effetti devastanti. L’interfaccia proposta, piuttosto semplice, ma funzionale, terra sempre in allerta il giocatore sullo stato di salute del personaggio, l’eventuale stato della missione (ad esempio quanto pericolo sta correndo Frodo, nell’esporsi all’aperto, di cadere fra le grinfie dei Nazgul) e lo stato di avanzamento per la progressione dle livello di esperienza. Uno speciale indicatore inoltre vi terra aggiornati sulla potenza dei colpi che state sferrando. Più colpi a segno e uccisioni contemporanee saranno eseguite, maggiore sarà il numero di punti esperienza assegnati. Ogni sequenza positiva di colpi riceverà una valutazione in gradi, tramite la quale sarà possibile tenere d’occhio le proprie prestazioni. Tutte queste peculiarità comunque non distolgono lo sguardo da quello che costituisce la vera anima di questo titolo, ovvero la pura e semplice filosofia: avanza ammazza distruggi e regala lividi a più non posso.

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Il gusto di rovinare la sorpresa: arte dello spoiling!

Un ultimo sguardo critico va posato su un particolare imperdibile, ovvero sulla gigantesca quantità di materiale video presente in questo gioco. D’altra parte con i suoi due cd di installazione è ovvio pensare che non tutto sarà dedicato alle texture (anche se di ottima fattura) e ai modelli dei personaggi. E’ di dovere dunque una precisazione, se avete intenzione di guarnire l’albero di natale con questo titolo tenete ben presente una cosa: la quantità di spoiler presente è impressionante! Superate infatti le prime fasi di gioco, ancora legate al secondo capitolo, si supera bene presto la linea di demarcazione che separa quest’ultimo dal capitolo finale, che attualmente deve ancora uscire nei cinema e la cui proiezione (pur essendo già pronta la pellicola da mesi) è attesa per il primo trimestre del 2004. Il sottoscritto è stato costretto a gustarsi, contro la propria volontà, scene inedite tratte proprio dal film in questione. Il che ci riporta all’annoso problema dello spoiling, ovvero la sottile arte del buttare in pasto alle masse parte di film o libri, non ancora disponibili o in attesa di essere visti. Valutate con attenzione questo problema, e se non volete rovinarvi la sorpresa (dato che questo gioco ripercorre fedelissimo gli avvenimenti del film), attendete per lo meno la visione del film prima di scartare l’eventuale regalo, fan avvisato, mezzo salvato (da un antico detto hobbit).

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    Pro:
  • Divertente passatempo
  • Grafica curata
  • Buona la fusione pellicola\gioco
    Contro:
  • Controlli non sempre efficaci
  • Forse un po' troppo arcade
  • Rischio spoiler!

Il Natale si avvicina e, come da consuetudine, si avvicinano anche i momenti tanto cari ai negozianti di mezzo mondo. In uno scenario tanto carico di spiritualità e allo stesso tempo di folle commercio affiorano gli evergreen che ogni anno tornano a sollazzarci. Le trilogie o “piùlogie” degli ultimi tempi poi ci hanno aperto di nuovo gli occhi in materia di commercial e affini. Matrix, Harry Potter, Star Wars, giusto per citarne alcune si sono sicuramente rivelate miniere d’oro attualmente difficilmente estinguibili. Fatta eccezione per la saga dedicata alla tormentata famiglia Skywalker quella del Signore degli Anelli è da considerarsi pioniera del campo dei progetti a lungo termine e ad ampissimo raggio. Un giro di merchandise che non risparmia praticamente nessun settore del vendibile ha investito i fans di tutto il globo. Non potendo essere da meno l’industria dei videogames non ha approfittato del passaggio di questo treno che viaggia ad altissima velocità e si è unita al carrozzone. E se alcuni hanno tentato di fare le cose, per così dire, per conto proprio, Electronics Arts ha di certo preferito la via del “titolo ufficiale” incatenato a quattro mandate alla trilogia ufficiale dell’ormai famosissimo Peter Jackson.