Il pretesto all’avventura è uno di quelli classici: il solito mago cattivo conquista un nuovo, devastante potere con il quale sfogare le proprie intuizioni maligne, quindi per debellare il caos venutosi a creare un eroe è ciò di cui il mondo ha bisogno. Lady Sia (già principessa di uno dei regni della “resistenza”) assurge quindi ad eroina del gioco. Dopo un incipit tanto brillante, un utile tutorial ci cala di peso nell’avventura. Benché potevano esserci tutti i presupposti per creare una splendida avventura grafica vecchia maniera, gli sviluppatori hanno optato invece per un’impostazione di gioco altrettanto reminiscente di vecchie glorie del passato e di un’epoca del videogioco tanto gloriosa quanto fulgida nella memoria di chi scrive e in quella di coloro abbiano almeno 4 lustri sulle spalle. Lady Sia sembra un gioco di piattaforme, in quanto bisogna si saltare frequentemente e attaccare sprovveduti nemici senza cervello, ma somiglia più a quella derivazione del genere che furono i due Prince of Persia e certi adattamenti CapCom di alcune pellicole Disney, piuttosto che gli assiomatici Mario e Sonic. La differenza può apparire risibile oppure non apparire nemmeno. Sarà che qui si usa la spada e che gli scontri sono uno contro uno (prevalentemente), ma della frenesia e dell’azione pura, degli assiomatici di cui sopra, non sembra esservi traccia. Inoltre, il retrogusto di “picchiaduro a scorrimento” è altrettanto forte. Gli obiettivi da raggiungere sono comunque dei più comuni: raccogliere i diamanti, i punti energia, le sfere di mana (per eseguire semplici, ma utili incantesimi), liberare i prigionieri, sconfiggere i nemici e ristabilire l’ordine un po’ dovunque. Di ogni livello una schermata finale mostra la percentuale di completamento ed il tempo impiegato; se non si è ottenuta una prestazione soddisfacente si può sempre ripetere lo stesso livello, sì da ottenere il “perfect score”. A riguardo, l’esaustivo manuale può venirci incontro.
Se dal punto di vista grafico Lady Sia si dimostra estremamente valido (in realtà certe scelte cromatiche mi hanno lasciato interdetto), lo stesso non può dirsi per il comparto sonoro. Infatti le musichine approntate sono si variabili da ambientazione ad ambientazione, ma ripetitive e poco attraenti (tanto che presto possono venire relegate in un sotto-sottofondo, molto sotto…). Gli effetti sono anch’essi anonimi ed esigui, ma non fastidiosi. Si annovera comunque l’utilizzo dei tool audio Musyx (di Factor 5) e si consiglia, sempre, l’utilizzo degli auricolari per godere dell’audio stereofonico. Il gioco presenta inoltre una longevità ben sopra la media, in funzione dei ventiquattro, rigiocabili, livelli di gioco (più quelli segreti) e della difficoltà medio-alta che impegnerà il giocatore a lungo (e lungo una via che porta frustrazione e tediosità). Da non sottovalutare inoltre, la presenza dell’italiano tra le numerose lingue in cui sono stati tradotti i dialoghi; comici (e/o irritanti) alcuni errori che mi fanno ipotizzare l’utilizzo di programmi per la traduzione automatica oppure l’assunzione (presso i responsabili) dell’italiano come dialetto spagnolo.
- Pro:
- Comparto grafico ammaliante (punto forte del gioco), almeno nelle prime fasi
- Buona longevità
- Buon controllo del personaggio (dopo un po’ di pratica)
- Localizzato (male) in italiano
- Azione varia e molteplice...
- Contro:
- ...ma presto ripetitiva e quindi poco invitante
- Comparto sonoro non in linea con quello grafico
- Può richiedere uno sforzo eccessivo portare a termine l’avventura
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Lady Sia è uno di quei prodotti che proprio non ti aspetti, anzi, credi si tratti dell’ennesima produzione commerciale (aderente al trend attuale secondo il quale il protagonista è un’esponente del gentil, ma neanche tanto, sesso) e invece devi ricrederti subito dell’errata ipotesi concepita. Ciò che sbalordisce immediatamente è l’elevata qualità visiva raggiunta da questo titolo. A volte sembra di avere davanti un’avventura grafica per PC di qualche anno fa, tipo Monkey Island 3 oppure Broken Sword, tanto per dare un’idea. Specialmente nella splendida (tecnicamente) introduzione certi paragoni paiono evidentissimi. Nei livelli di gioco, gli scenari sono disegnati - con uno stile appena deformed - in maniera varia e accattivante, ricreando un’ambientazione fantasy come vista in certi cartoon, inoltre la scala cromatica impiegata è sempre appropriata (benché a volte discutibile) e contrastata in maniera adeguata, per garantire la giusta visibilità anche in situazioni di illuminazione non perfetta. Ci sono poi diversi piani di parallasse sullo sfondo e in certi casi ad essi sono applicate pure perfette trasparenze. La presenza di animazioni sul fondale dona quel tocco finale che rende l’ambiente di gioco affascinante e “vivo”. Ovviamente, le animazioni dei personaggi sono anch’esse buone. Gli sprite – grandi e particolareggiati – sono animati in una maniera volutamente poco fluida così da ottenere (specialmente per Sia) un effetto molto interessante e cartoonesco, sottolineato pure da una spessa marcatura dei contorni. La fluidità complessiva rimane sempre elevata (in verità, non ci sono mai molti sprite animati su schermo).