Alla ricerca della pace perduta
Medal of Honor, per chi non ne fosse a conoscenza, fa parte di quel filone di sparatutto (di cui fanno parte anche titoli come ad esempio Band of Brothers di Ubisoft e Call of Duty di Activision) in prima persona che ambientano le gesta dei propri soldati in tempo di guerra, e più precisamente nello scontro derivato dalla seconda guerra mondiale; nel gioco, strutturato come uno sparatutto in prima persona, si impersonificherà un soldato impegnato in una serie di missioni utili a rendere più vicino il momento della liberazione dall'oppressione nemica. Medal of Honor: Heroes non fa differenza, e ambientandosi tra l'Italia, il Belgio e l'Olanda, racconterà la storia di un ristretto gruppo di soldati alle prese con assegnazioni militari a metà tra l'infiltrazione (non nel termine inteso in Metal Gear) e la guerriglia, recuperando oggetti, uccidendo tatticamente sparuti gruppi di soldati nemici e conquistando zone calde della città, il tutto per aiutare il grosso dell'esercito pronto a seguire il gruppo in avanscoperta in caso di successo. Tra le modalità proposte, la campagna è l'emblema del single-player, rappresentando la vera e propria avventura che in un susseguirsi di missioni dal ritmo incalzante porterà il giocatore al meritato congedo e alla vittoria della guerra. Ad ogni missione corrisponderà una serie di obiettivi primari (da portare a termine assolutamente per terminare con successo il livello) ed altri secondari utili solo ad aumentare la valutazione che si riceverà ad ogni fine missione; questa valutazione potrà variare in base ad elementi quali ad esempio la precisione di fuoco, il numero dei tedeschi abbattuti ed il recupero di documenti "delicati": la valutazione vera e propria è raffigurata tramite le classiche medaglie al valore (e se non le usasse Medal of Honor, chi altri dovrebbe...) d'oro, d'argento e di bronzo. Oltre alla valutazione del proprio operato sul campo di battaglia, il giocatore ricevera tutta una serie di premi in base ad una serie di obiettivi extra portati a termine (e non segnalati in missione) che andranno dalla classica "portato a termine la campagna d'italia", passando dal "uccisi 100 nemici con colpi alla testa". Questi extra sbloccabili si divideranno tra medaglie al valore militare e particolari outfit da utilizzare in battaglia (un unico consiglio: il pigiama rosa da soldato tedesco). Oltre alla campagna, EA ha deciso di inserire una specie di death-match offline dove all'interno di una mappa prestabilita ogni giocatore si potrà allenare nell'arte del battle-ground contro avversari (a dir la verità davvero poco intelligenti) controllati dalla CPU. Una delle sorprese più piacevoli riguardanti questo MoH arriva però scorrendo il menù della modalità multiplayer che, oltre all'ormai classicissima partita multigiocatore in modalità ad hoc, permetterà fino a 32 giocatori di sfidarsi online sui server di EA grazie alla modalità infrastruttura. Concludono la conta delle modalità la pagina di suggerimenti da leggere prima di buttarsi in battaglia, e sviscerati per praticamente ogni singolo aspetto dello scontro a fuoco, mettendo in luce strategie e trucchi utili ad uscire dalle situazioni più intricate.
Sparagli ora (e dopo un colpo sparagli ancora)
Per quanto sulla carta Medal of Honor: Heroes si presenti con i migliori presupposti, è nel momento in cui si impugnerà per la prima volta la console che i problemi busseranno alla porta. Il primo, più evidente ed importante è relativo al quesito che molti lettori fino ad ora si saranno posti: in questo tipo di giochi ci si muove sfruttando i due stick analogici e combattendo praticamente solo con i dorsali, qui come funziona? La risposta è -purtroppo- solo una: nell'unico modo possibile, ovvero utilizzando l'unico stick analogico e muovendo la telecamera (ovvero l'arma) con i quattro pulsanti cerchio, triangolo, quadrato e croce. La scelta (per quanto nelle opzioni vengano date abbastanza tipologie differenti di comandi utilizzabili) non è delle più felici, sia per via della scarsa reattività dei giocatori che si ritroveranno a premere dei pulsanti per mirare e sparare, sia per via della precisione del puntamento delle armi. Questo elemento "genera" altre due dannose considerazioni di cui la prima è legata all'usabilità: teoricamente sarebbe possibile invertire i comandi relativi allo spostamento e quelli per il puntamento, ma così facendo il feeling con gli spostamenti sarebbe totalmente stravolto rispetto alla memoria corporea accumulata giocando a tutti gli FPS sino ad ora usciti. Il secondo fatto è invece legato alla creazione di una serie di problemi a cascata provocati dal non perfetto (o per meglio dire, raffazzonato) sistema di controllo: a causa della poca precisione nello spostamento dell'arma, il sistema di puntamento è stato reso semplificato permettendo ai giocatori di colpire i propri nemici anche senza prenderli realmente, come se ci fosse una specie di area sensibile attorno ad ogni tedesco presente nel gioco, area che se colpita vale come un colpo portato perfettamente a segno. Il problema della precisione di tiro si ripercuote inoltre sulle scarse quantità di nemici presenti nei livelli del gioco: le ambientazioni sembrano deserte, con pochi gruppi di soldati posizionati unicamente vicino agli obiettivi sensibili, ne risente quindi la componente legata alla sensazioni che giochi del genere riescono a scaturire nei giocatori; il vero jolly di questo tipo di giochi sta tutto nel permettere al giocatore di turno di immedesimarsi totalmente nella sua controparte virtuale, di essere in tensione nei momenti subito prima della battaglia, della volontà di coprire il proprio fratello d'arme che combatte fianco a fianco: tutto questo viene a mancare e questa assenza fa crollare parzialmente il castello di illusioni creato per trasportarci indietro nel tempo di 60 anni.
Sparagli ora (e dopo un colpo sparagli ancora)
Graficamente il gioco è inattaccabile: è incredibile scoprire gioco dopo gioco quello che gli sviluppatori possono tirare fuori da un hardware come quello di PSP, che sembra non conoscere limite tecnico. Alla fluditità di gioco si associa però una troppo evidente lentezza del movimento dei soldati causata, ancora una volta, dai limiti dettati dai comandi di gioco. Il sonoro si attesta sugli ottimi livelli tipici delle produzioni di Electronic Arts: il doppiato è di ottima fattura, i filmati sono corredati da brani sinfonici degni del miglior film storico e gli effetti sonori legati alle armi sono riprodotti in maniera abbastanza veritiera, o perlomeno evitano eccessiva artificialità.
Spesso e volentieri si è criticato su queste pagine la fossilizzazione del catalogo del portatile Sony, a volte troppo preso a proporre remake di titoli dalla generazione playstation in giù, EA ha avuto il coraggio di sviluppare appositamente un nuovo capitolo di MoH su di un hardware che per come è strutturato difficilmente si adatterà mai a certi tipi di gameplay, sparatutto in prima persona. Il gioco, graficamente parlando, tira fuori i muscoli del portatile Sony, ma l'assenza del secondo stick analogico (di assoluta importanza per titoli del genere) sgonfia l'esperienza di gioco rendendola a tratti più frustrante che emozionante. Il voto è da considerarsi quindi il riflesso dei comandi di gioco, poco adatti alla piattaforma per come si presenta allo stato attuale delle cose, magari in futuro con una strutturazione differente dei comandi intelligente, si potrà ridiscutere la bontà degli sparatutto in prima persona.
- Pro:
- Da lodare la voglia di buttarsi in qualcosa di nuovo da parte di EA
- Ottimo comparto grafico e sonoro
- Corposa modalità multyplayer
- Contro:
- Controlli inadatti e davvero poco intuitivi
- AI dei nemici non troppo sviluppata
- Manca il classico feeling legato ai giochi di guerra
La guerra è stata definita in molti modi in passato: sanguinaria, inutile, tragica, eroica e primitiva sono solo alcuni degli aggettivi a lei associata. Oggi grazie ad Electronic Arts si può tranquillamente annoverare un nuovo aggettivo sul ruolino di marcia della parola "guerra": portatile, è questo l'esperimento tentato dal publisher canadese che porta una delle sue saghe di maggior successo su PSP in versione assolutamente inedita ed esclusiva, Medal of Honor: Heroes.