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PainKiller: Hell Wars

Brutta giornata per i fotoreporter... Se una morte durante un incidente stradale può sembrare la fine di tutto, in Painkiller non è che l'inizio di una lunga guerra tra le forze demoniache per guadagnarsi un posto in paradiso.

RECENSIONE di Andrea Moi   —   25/10/2006
Painkiller: Hell Wars
Painkiller: Hell Wars
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In Painkiller non dovremo semplicemente viaggiare nei gironi infernali, anzi i vari capitoli offrono ambientazioni del tutto differenti tra loro, partendo dalle cattedrali in pieno stile gotico con scheletri, zombie, streghe e non morti, per arrivare a campi militari risalenti alla seconda guerra mondiale con relativi soldati nazisti non morti da dover combattere. Se il cambio di ambientazione è un fattore positivo, l’unico punto in comune tra i differenti stage è la più totale linearità del level-design. In sostanza si entra dal punto A, si uccide qualunque cosa si muova, arrivando al punto B, e poi si ricomincia.

PainKiller: Hell Wars
PainKiller: Hell Wars

Painkiller è in pratica una sorta di doom-clone uscito nel 2006. I nemici hanno un’intelligenza artificiale molto limitata, gli attacchi sono quasi sempre frontali, e diventano potenzialmente pericolosi solo quando il loro numero è elevato, cosa che ad ogni modo succede spesso. Per chi non lo avesse ancora capito, uno degli elementi caratteristici di Painkiller è l’alto tasso di violenza. In pieno stile horror avremo arti che si staccano per i colpi ravvicinati e litri di sangue durante ogni scontro. Immancabili i vari bonus, che troveremo in forma di carte Black Tarot, nascoste negli angoli più sperduti degli stage, e che permetteranno a Daniel di guadagnare alcune abilità speciali, come il poter infliggere danni moltiplicati, invulnerabilità, aumento di velocità e perfino una sorta di bullet time che rallenterà i vari nemici. La parte migliore del single player di PK sono senza dubbio i combattimenti con gli enormi boss che, al contrario dei loro sottoposti, costringono ad utilizzare la testa per elaborare varie strategie, piuttosto che tenere schiacciato il tasto di fuoco sul pad.

Il metodo di controllo è del tipo standard, comune ai vari first person shooter usciti sulla console Microsoft, tranne per un particolare, il modo di cambiare arma. Scordatevi, purtroppo, il classico arma precedente e successiva e preparatevi ad assegnare due armi principali sul D-Pad, per poi dover premere il tasto nero ed assegnare nuovamente ad altre armi il relativo spazio sulla croce digitale. Parlando dell’arsenale a disposizione di Daniel, troviamo qualche idea interessante, relativa al design delle armi stesse ed ai due tipi di sparo effettuabili. Gli sviluppatori hanno inserito alcune combinazioni di armi parecchio diverse tra loro, un esempio su tutte la mitragliatrice a canne rotanti unita ad un lanciafiamme. La possibilità di usare i due tipi di sparo porta a combo utilissime particolarmente nelle modalità multiplayer.

PainKiller: Hell Wars
PainKiller: Hell Wars

Uno dei lati più apprezzabili di PainKiller è senza dubbio la realizzazione della sezione multigiocatore, che supporta fino ad 8 giocatori in System Link e su Xbox Live. Le modalità di gioco disponibili variano da quelle standard come i deathmatch individuali o a squadre, per poi arrivare ai duelli, perfetti per l’uno contro uno, fino alle modalità create ad hoc, come il voosh in cui le armi in nostro possesso cambiano in maniera random. Le arene utilizzabili sono numerose e ben calibrate per il numero di giocatori, e per rendere più vivace il tutto, sono stati inseriti alcuni bonus speciali dedicati, differenti da quelli nel single player.

PainKiller: Hell Wars
PainKiller: Hell Wars

Parlando degli aspetti tecnici di PK, si può notare che il motore utilizzato è una versione ottimizzata di quello usato nella versione PC. Il risultato globalmente rientra nella media degli fps disponibili Xbox, restando distante dai leader nella categoria come Doom, Chronicles of Riddick, Black, Halo o Half Life. I livelli offrono aree molto vaste, ed i modelli su schermo sono sempre numerosi, purtroppo spesso nel singleplayer si notano rallentamenti.
Le animazioni e l’interazione con i fondali sono ben curate, in particolare quest’ultima deriva dall’implementazione della fisica tramite il middleware Havok 2.0, e si fa notare sia nella realizzazione del rag-doll sui modelli, sia per le componenti distruttibili all’interno degli stage. Nonostante questo aspetto rimanga limitato ad un maggiore coinvolgimento scenografico, piuttosto che ad influenzare significativamente la meccanica di gioco, come avviene ad esempio in Half Life 2, i risultati ottenuti sono più che apprezzabili.

Il reparto sonoro invece risulta essere molto più curato, sia nella colonna sonora decisamente azzeccata, ricca di tracce in stile heavy metal che compaiono nelle sequenze clou dei livelli, sia negli effetti sonori ed ambientali

PainKiller: Hell Wars
PainKiller: Hell Wars

Commento

Painkiller è sostanzialmente una re-interpretazione dei primi titoli Id Software, ovvero nessun risvolto particolare nel gameplay durante l’evolversi della storia, livelli estremamente lineari, IA dei nemici minimale, ed il tutto si evolve negli scontri contro i vari boss. Per chi cerca un fps vecchio stile, immediato frenetico e con una buona componente multiplayer, PainKiller è una possibile scelta, chi vuole qualcosa in più, probabilmente dovrà dirigersi su altre soluzioni.

Pro

  • Azione frenetica ed immediata
  • Multiplayer ben implementato
  • Reparto sonoro
Contro
  • Troppo Lineare
  • Qualche rallentamento di troppo
  • I.A dei nemici da dimenticare

Painkiller: Hell Wars, dopo essere uscito a fine estate negli Stati Uniti, è finalmente arrivato sulle Xbox di tutta Europa, ed è un port della versione PC uscita nel 2004, compresi i livelli aggiuntivi.
Il nostro alter ego virtuale, Daniel Gamer, viene trasportato in una sorta di dimensione parallela dopo essere rimasto vittima di un incidente automobilistico. Purtroppo anche dopo essere morti non troveremo la pace eterna, a meno di sconfiggere i vari generali delle armate di Lucifero, in modo da potersi guadagnare l’accesso al paradiso e ritrovare i propri cari. Dopo le varie sequenze di introduzione realizzate in computer grafica, ci troveremo nel primo degli oltre 20 livelli che costituiscono l’ossatura della modalità single player. Gli stage sono divisi in 5 capitoli, ognuno dei quali termina con una battaglia contro l’immancabile boss di fine area.