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Persona 3 Portable, la recensione del GDR che ha cambiato la serie di Atlus

La recensione di Persona 3 Portable, il GDR che ha cambiato la serie Atlus e che torna in versione rimasterizzata e completamente in italiano.

RECENSIONE di Christian Colli   —   17/01/2023
Persona 3 Portable, la recensione del GDR che ha cambiato la serie di Atlus
Persona 3 Portable
Persona 3 Portable
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Sebbene Persona 5 sia il titolo più famoso della serie, quello che ha sdoganato Persona in tutto il mondo anche più del quarto episodio - dalle nostre parti ha sicuramente contribuito la localizzazione italiana di Persona 5 Royal, da poco disponibile anche su Nintendo Switch - il terzo capitolo è sicuramente il più importante, giacché è stato il momento della svolta: è stato allora, infatti, che Atlus ha introdotto la componente slice of life nei suoi giochi, una caratteristica che ha finito per distinguerli da praticamente ogni altro GDR nipponico sul mercato e che ha ispirato innumerevoli produzioni successive.

Nonostante questo, Persona 3, che è uscito nel 2006 su PlayStation 2, è stato riproposto una volta soltanto su PSP qualche anno dopo, e poi basta. È proprio quella versione che Atlus ha deciso di portare sulle piattaforme contemporanee, localizzandola nella nostra lingua per l'occasione, ma in questa recensione di Persona 3 Portable vi spiegheremo perché ci saremmo aspettati qualcosa di più.

Il primo Persona del nuovo corso

Persona 3 Portable, l'Ora Buia riempie il liceo di mostri orribili
Persona 3 Portable, l'Ora Buia riempie il liceo di mostri orribili

Persona 3 ha stabilito l'ossatura della serie per come la conoscono oggi un po' tutti, intersecando l'esplorazione dei dungeon e i combattimenti a turni con la componente slice of life, che vede il giocatore alle prese con la vita di tutti i giorni: le lezioni a scuola, i lavori part-time, la socializzazione con amici, conoscenti e perfetti sconosciuti. Persona 3 ha perciò inventato quelli che i giocatori di Persona 5 chiamerebbero Confidenti, ma che fino a Persona 4 si chiamavano Social Link, ovvero i rapporti coi personaggi secondari che si costruiscono nel tempo, frequentandoli nei momenti di libertà, e che conferiscono bonus e vantaggi particolari ai sensi del gameplay.

Nel mezzo ci sono appunto gli impegnativi combattimenti, che s'ispirano fortemente alla tradizione di Shin Megami Tensei, la serie principale che ha ispirato Persona: a turni, col giocatore che controlla un massimo di quattro personaggi e che deve scegliere le magie e gli attacchi giusti per colpire i punti deboli dei nemici e metterli KO il più velocemente possibile.

Giocando a Persona 3, un fan dell'ultima ora ritroverà più o meno tutte le caratteristiche che può aver apprezzato nella quinta iterazione, compresa la lingua italiana, che è per noi la grande novità di questa conversione in particolare. Anche la narrativa ha fatto da vera e propria apripista, stabilendo alcuni capisaldi che sarebbero poi tornati negli episodi successivi, cominciando proprio con le Ombre, misteriose creature che affiorano nel nostro mondo durante l'Ora Buia, un lasso di tempo che intercorre tra la fine della giornata e l'inizio della successiva. Mentre la stragrande maggioranza delle persone entra in una specie di stasi, alcuni individui riescono a percepire l'Ora Buia e a combattere le Ombre con l'ausilio delle Personae: riuniti in un dormitorio che sembra quasi un quartier generale, questi studenti del liceo Gekkoukan accolgono tra le loro fila il giocatore che, per qualche misteriosa ragione, può manifestare molteplici Personae.

Nella versione Portable di Persona 3, il giocatore può scegliere se interpretare un protagonista maschile, come nell'edizione originale per PlayStation 2, oppure femminile: la scelta non è solo estetica, dato che cambia alcuni aspetti della narrativa e del gameplay. La protagonista femminile dimostra un carattere più spigliato e ironico nelle conversazioni a scelta multipla e può legarsi a comprimari diversi rispetto alla sua controparte maschile. Si tratta, insomma, di una sorta di campagna aggiuntiva che vale la pena giocare, magari in modalità Nuova Partita+ per scoprire tutte le differenze tra le due storie.

Persona 3 Portable, l'ambientazione può ingannare, ma la storia è veramente cupa
Persona 3 Portable, l'ambientazione può ingannare, ma la storia è veramente cupa

La narrativa a tinte horror di Persona 3 è molto più vicina a Shin Megami Tensei che ai Persona successivi nelle atmosfere e nelle tematiche, ma inaugura anche il corso che i primi due Persona - troppo raramente menzionati, ma ugualmente importanti - avevano quantomeno accennato: il gioco esplora in maniera quasi maniacale le psicologie dei suoi personaggi, che nel corso dell'avventura affrontano i loro demoni personali, crescendo soprattutto come individui. Ma al di là degli studenti della Gekkoukan, un po' tutti i comprimari hanno qualcosa da raccontare che invoglia il giocatore a frequentarli, tra vicende struggenti, misteriose o semplicemente buffe.

Persona 3 resta un titolo ben scritto ancora oggi, con un carosello di personaggi memorabili che non a caso abbiamo ritrovato in una pletora di giochi successivi, dal picchiaduro Persona 4 Arena Ultimax al rhythm game Persona 3: Dancing in Moonlight, passando per i due Persona Q su Nintendo 3DS.

Gameplay tra passato e presente

Persona 3 Portable, dovremo esplorare un labirinto procedurale chiamato Tartaro
Persona 3 Portable, dovremo esplorare un labirinto procedurale chiamato Tartaro

Se la storia di Persona 3 continua ad appassionarci anche a distanza di anni, il nostro problema con questa conversione sta proprio in quel suffisso Portable, che rappresenta una scelta controversa sotto diversi aspetti. Presa così com'è, questa edizione è certo fedelissima all'iterazione proposta su PSP più di dieci anni fa: Atlus si è limitata ad aggiungere qualche comoda funzionalità come il salvataggio rapido e a ritoccare la risoluzione dei modelli 3D, e così facendo ha inevitabilmente compromesso la resa visiva finale, vittima di quello stacco tra i modelli poligonali e gli sfondi in 2D più slavati cui ci hanno abituato un po' tutte le remaster di questi anni, a cominciare da quelle dei Final Fantasy di Square Enix. Dopodiché, se escludiamo la summenzionata aggiunta della lingua italiana, i contenuti sono rimasti identici, e quindi chi ha già giocato Persona 3 su PSP può tranquillamente saltare questa uscita.

Tuttavia, al netto dei vari contenuti aggiuntivi - come la campagna della protagonista femminile, i livelli di difficoltà extra e tutta una serie di bilanciamenti e migliorie alla qualità della vita - che in un certo senso rendono questa versione la migliore lato gameplay, Persona 3 Portable resta una specie di versione troncata rispetto all'originale per PlayStation 2, perché privata non solo delle belle cinematiche a cartoni animati, che si sarebbero potute anche implementare in questa versione, ma anche di tutta la parte esplorativa fuori dai dungeon, sostituita da schermate praticamente punta e clicca che fanno tanto visual novel.

Persona 3 Portable, in questa versione si punta e clicca per interagire con scenari e personaggi
Persona 3 Portable, in questa versione si punta e clicca per interagire con scenari e personaggi

Questa soluzione tarpa sicuramente il senso d'immersione del giocatore, anche se l'esplorazione nell'originale non era stata strutturata bene come nei titoli successivi, e risultava alla lunga monotona. Resta comunque la possibilità di esplorare in terza persona il Tartaro, il labirinto procedurale che si manifesta nella Gekkoukan durante l'Ora Buia, e che il giocatore deve scalare nel corso dell'anno scolastico per arrivare alla fine dell'avventura. Qui Persona 3 Portable, pur migliorato nel gameplay già rispetto alla prima edizione del 2006 con l'introduzione di nuove meccaniche e bilanciamenti, mostra il fianco e tutti i limiti di un GDR vecchia maniera. Il sistema di combattimento è funzionale, ma anche più insipido rispetto ai titoli successivi, e il Tartaro, col suo intreccio di corridoi casuali, non è esattamente il massimo del divertimento da navigare.

Persona 3 mantiene comunque quella componente strategica che i fan delle serie Atlus dovrebbero adorare: possiamo conquistare nuove Personae e poi fonderle nella Stanza di Velluto al cospetto del solito Igor, sbloccando entità sempre più forti o comunque più adatte ai nostri scopi. Le funzionalità della Stanza di Velluto sono chiaramente più limitate rispetto alle iterazioni successive della serie, ma consentono comunque una gran varietà di strategie.

Persona 3 Portable, i combattimenti a turni sono strategici e impegnativi
Persona 3 Portable, i combattimenti a turni sono strategici e impegnativi

Persona 3 Portable è ancora oggi un GDR esemplare, ma alla terza volta che lo giochiamo, anche se sono passati molti anni, dobbiamo riconoscere che è invecchiato malino rispetto, per esempio, al sempre ottimo e fresco Persona 4 Golden. Siamo comunque di fronte a una riedizione, e non a un remake, ma dispiace che Atlus non ne abbia approfittato per proporre un titolo più completo, aggiungendo, per esempio, i contenuti di Persona 3 FES.

Per chi non lo sapesse, Persona 3 FES era una specie di DLC - un disco aggiuntivo per PlayStation 2, in verità - che nel resto del mondo è stato proposto in una specie di pacchetto unico che comprendeva la campagna originale, soprannominata The Journey, e i contenuti extra: una vera e propria campagna aggiuntiva, The Answer, che continuava la storia dopo lo struggente finale di Persona 3, chiudendo il cerchio su molti personaggi. Il gameplay di The Answer era sicuramente criticabile sotto diversi aspetti, ma la narrativa era meritevole di attenzione; tuttavia, col tempo Atlus sembrerebbe aver confermato la canonicità di Persona 3 Portable, ignorando quanto raccontato in The Answer, e la scelta di riproporre questa versione nel 2023 sembrerebbe confermare la decisione presa all'epoca.

Conclusioni

Versione testata Nintendo Switch
Digital Delivery Nintendo eShop
Prezzo 19,99 €
Multiplayer.it
7.5
Lettori (9)
8.3
Il tuo voto

Persona 3 Portable è una semplice versione rimasterizzata del titolo omonimo uscito su PSP tanti anni fa e come tale sente tutto il peso dei suoi anni: se la narrativa tiene botta magistralmente, sul fronte del gameplay potrebbe essere difficile adeguarsi ai suoi limiti, soprattutto se si arriva direttamente da Persona 5 Royal. Resta un titolo fondamentale per comprendere l'evoluzione della serie Atlus, ed è un peccato che la compagnia nipponica non si sia impegnata un po' di più da un punto di vista tecnico e contenutistico, magari implementando le cinematiche a cartoni animati o la campagna aggiuntiva di Persona 3 FES. Continuiamo a sognare, insomma, quel remake che unisca il meglio dei due mondi in un Persona 3 definitivo.

PRO

  • La storia è sempre appassionante e ricca di personaggi memorabili
  • Risoluzione migliorata e qualche comoda funzionalità moderna
  • Rimane un titolo fondamentale per chi ama i GDR giapponesi

CONTRO

  • È la versione PSP di Persona 3 coi suoi pregi e difetti
  • Lo stacco tra i modelli 3D e gli scenari è un pugno in un occhio
  • Peccato che non siano stati aggiunti i contenuti di Persona 3 FES