Un capitano smemorato
"Era una notte buia e tempestosa... " ah no scusate quella è un'altra storia, diciamo semplicemente che, era stata, una notte buia e tempestosa, di cui siamo rimasti superstiti ma storditi, quella che verrà scandita, tramite il resoconto presentatoci durante il tutorial di gioco iniziale, da uno dei nostri marinai più fedeli.
Un tutorial ben più che gradito, visto che il manuale non ci viene certo in aiuto, essendo infatti molto scarno e poco chiaro, senza contare le incongruenze di lingua (e non solo) in esso presenti (ricordo infatti che il manuale è in italiano, ma il gioco è completamente in inglese). Lascia parzialmente perplessi il modo in cui viene portato avanti questo tutorial, visto che il nostro povero capitano, Nathaniel Hawk, oltre a doversi far ricordare i piani previsti del giorno, sembra non ricordare neanche dove abbia lasciato i suoi oggetti personali, ovvero nel baule situato puntualmente di fianco al suo letto, e la sua spada, depositata prontamente dinnanzi ai suoi occhi ancora alquanto assonnati. Eppure la parte più traumatizzante è stata proprio raccoglierli questi oggetti, visto che Pirates Of The Carribbean adotta uno dei sistemi di controllo più scomodi con cui abbia mai avuto a che fare, dove per interagire col mondo circostante i tasti da utilizzare risulteranno variare secondo canoni non propriamente razionali e scontati, tra la barra spaziatrice, invio ed F3 (paradossalmente peggio ancora di quanto visto con Gothic). Proseguendo con il tutorial il nostro amico marinaio ci inviterà premurosamente a tenere il suo corso di sciabola accelerato, dato che non vorrebbe vederci infilzati come spiedini prima del tempo. E così portata a termine la prima seduta di combattimento, potremo tristemente accorgerci di come si possa continuare a ripetere più volte la sequenza d'allenamento, continuando a guadagnare esperienza fino al successivo aumento di livello, trovandoci quindi, con un maggior numero di punti abilità da assegnare oltre a quelli iniziali, quando la nostra guida deciderà che è giunto il momento di darci qualche dritta su come spenderli. Peccato solo che anch'egli sembri soffrire di amnesia, visto che una volta terminato di assegnare i punti a nostra disposizione, continuerà testardamente ed insistentemente a ripeterci i suoi, preziosi sì, ma alla lunga stancanti, consigli su quali abilità sia opportuno scegliere.
Una volta superato l'ingorgo verbale in cui eravamo malcapitati, e facendo appello alla preziosa scelta di dialogo per saltare forzatamente alla parte successiva del tutorial, potremo finalmente scoprire di essere attraccati in porto, dove dovremo reclutare altri marinai di rimpiazzo e riparare lo scafo, per rimediare ai danni provocati dalla tempesta che ci aveva colpiti il giorno precedente. Scesi dalla nave, accompagnati o meno dalla nostra guida, secondo la nostra preferenza, ci ritroveremo a fare la conoscenza degli edifici principali presenti in città, come la taverna, dove potremo all'occorenza reclutare la ciurma di cui abbiamo bisogno, ed eventualmente guadagnarci anche i servigi di alcuni ufficiali, disponibili a seguirci per cifre tutt'altro che modeste, almeno all'inizio del gioco. Vi sarà poi un negozio in cui vendere il carico della nostra nave, o dove comprarne per poi rivenderlo altrove, visto che il commercio sarà uno dei metodi più semplici per ottenere buoni profitti in tempi relativamente brevi, basato sul semplice principio di città che importano ed esportano determinati beni, come mostrato sulla mappa, e rendendo quindi molto semplice svolgere tali mansioni, infine ci sarà il cantiere navale, dove potremo attuare modifiche e riparazioni al nostro veliero, oppure acquistarne uno nuovo. Terminate le nostre commissioni è tempo di dedicarsi all'esplorazione...
Grafica solare, lunare e stellare
Non appena avremo salpato verremo introdotti di getto, tramite una sequenza animata, nel bel mezzo della storia vera e propria, e ci troveremo ben presto a dover spiegare le vele in tutta fretta per sfuggire a morte certa. Bisogna ammettere che la grafica svolge fin da subito il suo mestiere ben più che egregiamente, quando tra il fragore dei cannoni che ci aprono il fuoco contro, veniamo circondati dagli schizzi dell'acqua provocati dai proiettili nemici che si infrangono sul mare a pochi centimetri dallo scafo, per poi notare come i successivi abbiano strappato le vele della nostra imbarcazione, che a stento riesce a prendere il largo, lasciando sul mare la scia del suo passaggio, tra stupendi effetti di luce, e di riflessi del sole sull'acqua...probabilmente la più realistica e meglio realizzata fino ad oggi per un gioco. Scende la sera, e la luna prende il suo posto in alto nel cielo, il cielo stellato si specchia sul pelo dell'acqua, e lo spettacolo che ci si presenta sarebbe molto suggestivo, se non fosse per quell'invadente tasto di zoom, schiacciato quasi per sbaglio, che a malincuore mostra gli interni della nave nel dettaglio, o meglio, l'assenza totale di essi, e soprattutto dei nostri cinquanta e più marinai, rappresentati da pochi e sparuti omini che vagano disperatamente su e giù per lo scafo come anime dantesche in pena (e sul manuale parla di equipaggio che riproduce realisticamente le manzioni dei marinai). Ripristino rapidamente la visuale precedente e cerco di scacciare dalla mia mente ciò a cui i miei occhi avevano assistito, in fondo sono un capitano, e ho molto altro a cui pensare e sogni di gloria a cui aspirare... inoltre devo essere tollerante, non gli ho ancora nemmeno dato la paga ai miei marinai, era naturale che non fossero molto motivati a darsi da fare a bordo... ma mentre inizia a levarsi in me la seria ipotesi di un possibile ammutinamento (che nel gioco corrisponde alla fine prematura della partita) finalmente scorgo la costa in lontananza... e mi sembra in qualche modo familiare... Appena scesi a terra mi rendo conto di come sia ben più che familiare, visto che la città in cui sono approdato è praticamente la stessa che avevo abbandonato.
Grafica solare, lunare e stellare
Inizialmente il diverso stile architettonico potrebbe trarre in inganno, ma la realtà è ben altra, e mi svela come le città siano quasi sempre predefinite e riassunte in un semplice schema di questo tipo: il classico porto più o meno simile, una zona selvaggia all'incirca delle stesse dimensioni di quella delle altre città e con eventuali bracconieri, che possono comunque essere "cancellati" uscendo dalla zona e riaccedendovi successivamente o viceversa (di certo non il massimo del realismo, probabilemente uno degli effetti della fortuna, presente tra le scelte di abilità del personaggio che possiamo incrementare, e che evidentemente può essere facilmente manipolata), una zona di spiaggia dove si può ormeggiare nelle vicinanze la nave per evitare di dover attraccare nel porto (nel caso per qualche ragione avessimo bisogno di rimanere nascosti ad occhi indiscreti), e la città stessa, composta, salvo poche eccezioni, da case totalmente uguali tra loro, sia interiormente che esternamente (sembrano veramente fatte con il copia e incolla, probabilmente per risparmiare risorse), e soprattutto i soliti servizi, anch'essi identici tra loro, con gli stessi modelli riciclati per i vari negozianti e tavernieri. La cosa che però lascia sconcertati è il così detto muro invisibile che blocca l'area di gioco esplorabile, coadiuvato anche dall'assenza, e siamo nel 2003, della possibilità di consentire al nostro povero e menomato personaggio di potersi sollevare in aria abbozzando qualcosa che ricordi un salto. Ebbene si, spesso le zone all'aperto sono volutamente progettate in modo da creare una sorta di dislivello, che renda impossibile al giocatore, sprovvisto di ogni mezzo per arrampicarsi in un qualsiasi modo, di scalare quindi anche il più basso dei montarozzi, che funge così da muro invisibile e ci costringe a seguire la via predefinita dagli sviluppatori, davvero frustrante, come se ci trovassimo ingabbiati. Ma già che abbiamo parlato dei modelli, precisiamo anche che si riducono ad una decina circa, ripetuti per tutti gli abitanti delle varie città, c'è da dire che sono anche resi scarsamente, soprattutto nelle animazioni che risultano essere macchinose e poco naturali, se non troppo evanescenti nel caso del protagonista. Le musiche sono inizialmente orecchiabili, ma alla lunga tendono a diventare anonime, nulla a che vedere con i toni musicali di un Morrowind, Icewind Dale o Baldur's Gate. Stessa cosa per gli effetti sonori che svolgono il loro dovere, ma nulla di più.
Maestri di scherma
Come spiegato in precedenza, avremo modo in alcune occasioni, sia sulla terraferma, sotto forma di ladri e briganti, sia durante un assalto ad una nave, di sguainare la spada e combattere.
Purtroppo però anche il sistema di combattimento è scarso, lasciando spazio soltanto alla monotonia e alla ripetitività dopo pochi tentativi, in quanto questi, si riducono semplicemente ad un parare il colpo nemico, rapidamente sferrare un contrattacco, per parare nuovamente, e così via, senza nessuna sequenza di movimenti offensivi o qualunque tipo di colpo mirato. Esiste un tasto per schivare i colpi all'indietro certo, peccato solo che a causa della restrittezza degli ambienti in cui ci troveremo a combattere, finiremo spesso per ritrovarci colle spalle al muro, ovvero quando all'improvviso ci accorgeremo che il pessimo sistema di telecamera, non configurabile, non potendo arretrare ulteriormente ingrandirà a dismisura la visuale sul nostro personaggio, attivando un'enorme circolo di semitrasparenza che ci renderà impossibile distinguere i colpi del nemico, mentre in altri casi potrebbe addirittura capitare di uscire per sbaglio da uno dei punti di accesso a quella zona senza accorgersene, per poi rientrando, trovare i propri avversari dissolti.
E' totalmente assente anche il famoso strafe (e qui parliamo addirittura dei tempi di Doom), ovvero lo scarto laterale, che avrebbe consentito in quei casi di sfuggire a quelle posizioni svantaggiose e soprattutto di schivare i colpi avversari anche lateralmente. Per come stanno le cose, i combattimenti variano dal tedioso al frustrante nel caso gli avversari siano in evidente superiorità numerica, ovvero praticamente sempre, anche se con uno o più ufficiali al proprio servizio, che ci seguiranno anche sulla terraferma, basterà semplicemente tenere premuto il tasto della parata per tutto il tempo finchè i nostri subordinati non avranno estinto la minaccia nemica, o viceversa attaccare impudentemente ogni nemico mentre questi sono impegnati ad attaccare gli ufficiali. E' possibile anche usare una pistola, a colpo singolo inizialmente, con la possibilità di acquistarne o appriopriarsi di modelli migliori più avanti, ma anche in questo caso basterà semplicemente premere il tasto per far fuoco, la mira e la ricarica sono automatiche, e comunque si può usare solo a brevissima distanza, rendendola praticamente quasi inutile, se non nei pochissimi casi di combattimento contro un solo avversario.
In questo modo l'abilità del giocatore diventa praticamente ininfluente ai fini del risultato, in parte dovuto anche all'IA dei nemici che si limitano a camminare verso di noi similmente a degli zombie, ed attaccarci senza sosta, non cercando mai di parare un nostro colpo o arretrare, ma adottando uno stile da kamikaze, ovvero attaccare incessantemente fino alla morte, senza tenere conto poi, di evidenti problemi nel pathfinding sia dei nostri alleati che dei nemici, che tendono ad incastrarsi al primo ostacolo
Commento
Il nostro personaggio non presenta neanche la possibilità di sceglierne il nome, sebbene ci venga dato modo di dare un soprannome alla nostra imbarcazione. Il sistema di avanzamento delle abilità è funzionale, ma al tempo stesso ristretto, dal momento che ogni abilità è legata ad uno o più prerequisiti, costringendo quindi il giocatore a specializzarsi in un campo quando al tempo stesso ci si trova nella necessità di doversi specializzazare in più rami delle varie abilità. Oltre a queste potremo incrementare anche le nostre caratteristiche, che ci consentiranno ad esempio di aumentare la nostra mira, la nostra influenza sulla ciurma, le difese della nostra nave, e la bravura nel prendere d'assalto le navi nemiche, rendendo un minimo personalizzabili e differenziate le capacità del nostro alter ego.
Durante lo svolgimento della storia principale, saranno presenti delle possibilità di scelta su come gestirsi e da che parte schierarsi, ma saranno limitate dalla trama e quasi totalmente prive di soluzioni alternative, dato che il journal non viene aggiornato quasi mai, mancando spesso di svariati dettagli relativi ai dialoghi principali avuti con dei personaggi importanti, rendendo difficile ricollegare o ricordare dei riferimenti a persone o luoghi specifici.
Le quest secondarie sono povere e ripetitive, e miscelate alla stessa ripetitività delle locazioni di gioco e degli abitanti stessi, che risponderanno tutti allo stesso modo, se non quei pochissimi che svolgono un ruolo in qualche missione più o meno secondaria. Inoltre quest'ultime risultano essere in alcuni casi impossibili da portare a termine a causa di alcuni errori nella loro implementazione ed/o mancanza di opzioni di dialogo necessarie a portarle a termine con successo.
Sono piacevoli alcuni momenti nelle taverne ed alcune conversazioni, che risultano essere simpatiche ma niente di più, interessanti anche alcune possibilità fornite dalla trama dove viene messa in gioco anche la componente ruolistica, visto che è presente anche un'allineamento modificabile nel corso del gioco, a seconda delle relazioni che stabiliremo, specialmente nei confronti dei pirati, ma sono eventi rari purtroppo, che non bastano da soli a rendere appettibile questo titolo, di cui non è mai stata nemmeno discussa l'ipotesi di una eventuale patch per porre rimedio all'elevato numero di bug, di una specie rara fortunatamente, che sembra aver imparato ad albergare anche tra i mari di Pirates of the Carribean, primo fra tutti quello che rende corrotti i salvataggi di gioco, che mi ha costretto più volte a ricominciare dall'inizio fino all'esasperazione (sistema di salvataggio pessimo poi, perchè praticamente uguale alla versione per console, non presentando quindi la possibilità di nominare il salvataggio, portando spesso a spiacevoli equivoci, in parte dovuti anche come spiegato in precedenza all'estrema somiglianza tra le varie locazioni di gioco), e i crash al desktop, insomma le premesse per un gioco interessante c'erano tutte, ma il titolo è stato portato a termine troppo frettolosamente, restando in parecchie situazioni approssimativo, inoltre la scomodità e totale mancanza di immediatezza nella gestione di interfaccia e controlli rendono Pirates of the Carribbean un prodotto adatto esclusivamente agli appassionati del primo capitolo di Sea Dogs, che sono disposti a chiudere non uno, ma entrambi gli occhi, dinanzi ad una serie di gravi problemi che affliggono il gioco. Nonostante ciò, chi riuscisse ad andare oltre questi problemi e le limitazioni tecniche imposte, potrebbe comunque trarne momenti di svago.
- Pro
- Ambientazione interessante
- Grafica nell'insieme gradevole
- Scontri navali parzialmente tattici
- Contro
- Interfaccia pessima
- Giocabilità ripetitiva
- Problemi tecnici e bug di un certo rilievo
Un breve panorama caraibico...
I pirati dei Caraibi: La maledizione della prima luna, inizialmente avrebbe dovuto corrispondere al titolo di Sea Dogs 2, ovvero il sequel del gioco targato Akella, in collaborazione con Bethesda, che ci aveva visti indossare i panni del capitano di un vascello, veleggiando per i sette mari alla ricerca di fortuna.
Ma questa ricerca della fortuna fu bruscamente interrotta durante la preparazione di questo seguito, nel momento in cui Disney acquistò i diritti del gioco e ne fece cambiare il nome per adeguarlo a quello dell'ononimo film.
Naturalmente però, per scontati interessi economici, la Akella venne "spronata" nell'affrettare lo sviluppo del titolo, per essere in grado di lanciarlo sugli scaffali in concomitanza con l'uscita del film nelle sale.
In realtà però il gioco non ha nulla da spartire con la sua controparte cinematografica a livello di storia, fatta eccezione appunto del titolo e dell'ambientazione, dotata indubbiamente di un suo fascino particolare.
Ma cosa ha da offrire dunque questo Pirates Of The Carribean?