Spugna! Pendaglio da forca!
Per quanto riguarda il gioco vero e proprio, ci troviamo di fronte ad un titolo di avventura/azione in terza persona, dove combattimenti contro orde di caparbi nemici saranno alternati ai classici momenti di esplorazione e di risoluzione dei semplice puzzle. Gli Eurocom, ovvero gli sviluppatori, si sono guardati intorno per prendere spunto nel realizzare il combat system per il loro gioco, ed hanno visto che attualmente un modello vincente è quello che unisce il combattimento libero agli eventi precalcolati che richiedono la pressione in sequenza di alcuni bottoni. Questo sistema lanciato con buoni risultati da Resident Evil 4, è stato ripreso e sviluppato ogni oltre aspettativa dall’action rivelazione per PS2 God of War, alzandone il livello di integrazione e al contempo la profondità e il livello di sfida. E’ chiaro che in futuro, sarà questo mix di generi a dettare le direttive per il combat system (basti pensare ad Heavenly Sword), almeno finché non si troveranno soluzioni ancora più intriganti. Dicevamo che gli sviluppatori hanno fatto tesoro di quanto visto in questi anni di giochi action e hanno provato a riproporre questa visione anche nel loro gioco. Il risultato sono dei combattimenti in terza persona piuttosto classici, che richiederanno talvolta la pressione del tasto C per far avviare una micro-scena (l’attore tira una noce di cocco in testa al marrano) che faciliterà lo scontro, che quindi ripartirà normalmente. In alcuni momenti di gioco preciso sarete chiamati anche ad eseguire altre combinazione col pad sempre atte a superare la sfida.
I combattimenti veri e propri invece si effettuano per mezzo dei sensori del wiimote. I gesti riconosciuti sono tre, l’attacco orizzontale, quello verticale e l’affondo, che può essere effettuato a chiusura di combo (sostituti dai tasti nella versione ps2). Gli attacchi vengono riconosciuti piuttosto bene, ogni tanto si perde qualcosa, ma non è facile riuscire in mezzo alla furia combattiva riuscire ad eseguire un movimento preciso anche se semplice come una scossa verticale o orizzontale. Quando si è circondati dai nemici di solito va a finire che si comincia a smanacciare come dei pazzi. Mantenendo la calma invece si riesce a fare quasi sempre quello che si vuole. Il sistema di combattimento inoltre tiene conto del numero di combo che si riesce a concatenare (alla fine se ne sbloccheranno di 4 tipi) senza venire colpiti e senza tempi morti. Le combo serviranno tra l’altro per soddisfare i criteri di una delle missioni secondarie che accompagneranno sempre quella principale.
L’impostazione di gioco è quella classica dei giochi a inquadratura fissa. La camera è ferma in un punto e cambierà l’angolo di ripresa mano a mano che il giocatore si sposta per il livello, nascondendo talvolta nemici e parti o oggetti più o meno fondamentali durante gli scontri. L'interazione nel mondo è piuttosto limitata, e personaggi non hanno un gran set di mosse, possono spostarsi per il livello e usare la spada (o altre armi per colpire i nemici). Non si salta, e tutte le azioni extra si effettueranno tramite la pressione del tasto C in zone sensibili al contesto. Esempio: c’è un corda, premendo C il personaggio la afferra e la usa per arrivare dall’altro lato.
Versione 360/PS3
La recensione che state leggendo si riferisce alla versione Wii/PS2, diversa da quella per 360/PS3, ma se il sistema di gioco è differente, quello che non cambia è la qualità generale del titolo, che si attesta sugli stessi livelli mediocri. Se graficamente le versioni per la nuova generazione non sono affatto male, non si può dire altrettanto del resto. Nei combattimenti spariscono le combo che lasciano il posto ad un sistema di attacco più articolato, ma comunque ripetitivo e veramente elementare. Le sezioni platform ampliate non permettono di ricavarne vantaggi pratici nelle soluzioni di level design, e neanche i puzzle sono migliori di quelli visti su Wii/Ps2. E’ come una torta preparata con ingredienti diversi, che all’occhio sembra più appagante della precedente, ma che in realtà ha lo stesso sapore amaro. Giù dal trampolino anche queste versioni, sarà per la prossima volta.
Commento
Pirati dei Caraibi: Ai Confini del Mondo, sicuramente farà la felicità dei più giovani ammiratori di Jack Sparrow o di quanti sono talmente affascinati dal persoanggio da riuscire a passare sopra ad una realizzazione frettoloso e alla mancanza di idee. Il combat system funziona per la maggiore, le missioni sembrano varie nel background e negli obiettivi, ma si risolvono tutte alla stessa maniera. Va detto a suo vantaggio che alcuni combattimenti o punti di gioco sono piuttosto cinematografici e riescono a catturare la spirito originale del film. L’avventura può essere portata a termine in circa 5 ore, ma si può tornare a giocare per sbloccare tutti i personaggi segreti o i bonus, sia rigiocando le missioni per completare gli obiettivi, sia portando avanti le sfide singole (da sbloccare anche queste, avanzando nel gioco). Tecnicamente si arriva con alti e bassi (tanti) alla sufficienza, poco, soprattutto su Wii, che per ora sembra destinato a ospitare conversioni di una console di 7 anni fa.
Pro
- Due film in un gioco
- Tanti personaggi sbloccabili e giocabili
- Mancano le idee e gli stimoli
- L'avventura dura circa 5 ore
- Realizzazione frettolosa
Dopo il successo mondiale del terzo film, uscito di recente e che racconta ancora una volta le gesta dell’improponibile pirata Jack Sparrow, portato in vita dalla eccentrica recitazione di Johnny Depp, e dei suoi compagni di disavventura, arriva anche il nuovo gioco su licenza. Nonostante il titolo si rifaccia al terzo lungometraggio, nel gioco si narrano anche le vicende del secondo episodio (La maledizione del forziere fantasma).
Potrete vestire sia i panni dell’effeminato Jack, che del resto della ciurma, come Will Turner, Elizabeth Swan e Barbossa. Le riproduzioni digitali sono tutte piuttosto somiglianti, e una particolare attenzione è stata posta verso le buffe movenze di Jack Sparrow. La copia meno riuscita probabilmente è quella di Keira Knightley, forse un complimento celato, come se neanche un personaggio modellato a piacere possa essere in grado di rivaleggiare con la bellezza autentica dell’attrice.