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Revita, la recensione del roguelike in pixel art per Nintendo Switch e PC

Terminato l'accesso anticipato su Steam, l'accattivante roguelike in pixel art sviluppato da BenStar approda su Nintendo Switch e PC: la recensione di Revita

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   19/04/2022
Revita
Revita
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La recensione di Revita ci ha messi a contatto con l'ultimo esponente di un sottogenere, quello dei roguelike, caratterizzato spesso da un grado di sfida consistente e dal perverso fascino della partita secca: una progressione portata avanti nell'ambito del singolo tentativo che inevitabilmente, al game over, chiede di ricominciare da capo.

Il gioco sviluppato dal talentuoso pixel artist BenStar, al secolo Benjamin Kiefer, punta tutto su questo concetto, cercando però di arricchirlo con alcune sfaccettature inedite sul fronte del bilanciamento e degli sbloccabili: pur partendo da zero a ogni tentativo in termini di statistiche, potremo scegliere eventualmente un'arma differente e contare sull'ottenimento casuale di un maggior numero di potenziamenti.

Storia e struttura

Revita, il protagonista alle prese con un commerciante di potenziamenti
Revita, il protagonista alle prese con un commerciante di potenziamenti

Il protagonista di Revita è un ragazzino dai capelli blu che lotta per riottenere i propri ricordi, rubati da un villain che a quanto pare vive in cima a un inquietante campanile. Partendo da una misteriosa stazione della metro, che avremo modo di abbellire e arricchire spendendo di volta in volta le risorse guadagnate con ogni tentativo, il nostro compito sarà quello di scalare la torre e ripulirla dai nemici presenti.

Un ascensore ci condurrà nei vari livelli, generati tramite un sistema procedurale che andrà a mischiare di volta in volta mostri e risorse, creando pattern unici e casuali che possono rivelarsi fortunati o meno: a volte verremo benedetti dalla presenza di avversari di bassa lega e al contempo da upgrade in grado di enfatizzare la nostra capacità di attacco, altre volte ci sembrerà di avere davvero tutti contro, per prima la sorte.

Gli avversari standard (oltre cento!) fungono di fatto da mero preparativo per lo scontro con i sei boss, veri e propri protagonisti del gioco. In questi frangenti dovremo lottare con mostruose creature che indossano una maschera, similmente al Senza Volto de La Città Incantata, ma vantano forme, comportamenti e abilità molto diverse, che bisogna per forza di cose apprendere e memorizzare per poter sopravvivere allo scontro e proseguire la scalata.

La vera progressione in Revita è la nostra stessa esperienza, l'imparare dai propri errori, comprendere quale sia l'approccio migliore da tenere contro un determinato nemico e poi ripetere tutto ancora e ancora, nel tentativo di superare finalmente l'ostacolo più difficile e andare avanti per incontrarne un altro, cercando di non perdere lucidità per via dell'inevitabile ripetitività dell'azione.

Gameplay

Revita, un frenetico scontro con i nemici
Revita, un frenetico scontro con i nemici

La struttura di Revita si concretizza dunque in una classica torre dal grado di difficoltà che si inasprisce man mano che la scaliamo, pur al netto dei tantissimi aspetti casuali che vanno a caratterizzare ogni tentativo e possono dunque renderci le cose più facili oppure, spesso, più difficili. In termini di gameplay il gioco è un action shooter bidimensionale in cui si spara mirando con lo stick analogico destro.

Il sistema di controllo prova ad assecondare le esigenze di precisione e reattività dell'esperienza, assegnando di default lo scatto veloce al trigger sinistro e il salto al dorsale sinistro, mentre si spara con il grilletto destro e il dorsale destro attiva l'eventuale arma speciale equipaggiata. Abituarsi a questo schema richiede un po' di pratica, tuttavia volendo è possibile personalizzare i comandi e assegnare il salto al solito pulsante B per un'impostazione più classica, ma meno performante durante le fasi frenetiche.

Revita, la statua che consente di sacrificare cuori per ottenere qualcosa in cambio
Revita, la statua che consente di sacrificare cuori per ottenere qualcosa in cambio

Come accennato in precedenza, una delle poche libertà che ci verranno concesse a ogni nuova partita è quella di scegliere le armi che andremo a utilizzare fra le sette bocche da fuoco sbloccabili, che cambiano per potenza, frequenza di tiro, portata e tipologia. Si va dalle pistole classiche alle mitragliatrici, dai fucili ai laser, passando per i lanciarazzi. Danno, velocità e range risultano però spietatamente bilanciati, così che non esista uno strumento davvero migliore di un altro.

Tutto sta a ciò che troveremo lungo il percorso per migliorare il personaggio e il suo equipaggiamento, ma anche il sistema di potenziamento è stato impostato perché si ponga sempre come un compromesso. Per aprire forzieri misteriosi o acquistare oggetti presso i venditori dovremo infatti usare come valuta i cuori che compongono il nostro indicatore della salute, rinunciando dunque alla resistenza in favore di un (eventuale!) upgrade dell'attacco.

Revita, una sequenza di combattimento
Revita, una sequenza di combattimento

Le partite si trasformano così in un percorso anche strategico, in cui bisogna valutare con attenzione quando spendere i propri punti vita in cerca di un possibile potenziamento, perché magari ci troviamo ancora nelle fasi iniziali della salita e anche i boss sono ampiamente alla nostra portata, e quando invece rinunciare a un upgrade troppo costoso, cercando invece di conservare la maggiore resistenza possibile rispetto ai danni che andremo inevitabilmente a subire.

Dopo qualche decina di tentativi la formula di Revita si conferma piuttosto solida e ben congegnata, frutto evidente di un'opera di bilanciamento e rifinitura che l'autore ha portato avanti durante il periodo in accesso anticipato su Steam, com'è giusto che sia, anche se rimane la sensazione di un maggiore accanimento per quanto concerne la bontà del loot man mano che ci si spinge più in alto sulla torre.

Grafica e sonoro

Revita, il protagonista con uno dei tanti personaggi che abitano la stazione di partenza
Revita, il protagonista con uno dei tanti personaggi che abitano la stazione di partenza

Il talento di BenStar come pixel artist viene messo bene in chiaro in Revita, e sebbene l'autore faccia un uso massiccio del "rimbalzo" nelle animazioni il risultato finale è davvero efficace e ispirato, e non si notano cali qualitativi durante la lunga traversata del giovane protagonista. I tantissimi nemici e i boss vantano infatti un design accattivante e coerente con le scelte stilistiche effettuate per la grafica del gioco.

Certo, i livelli di per sé pagano dazio a causa della loro natura procedurale: si tratta alla fine dei conti di semplici stanze vuote, i cui contorni cambiano a seconda della zona della torre in cui ci troviamo ma non riservano grandi sorprese e si mettono dunque al servizio dell'azione, niente più di questo. Davvero ottimo invece il sonoro, grazie a musiche che entrano subito in testa e, complice la natura ripetitiva del gameplay, ci rimangono a lungo.

Conclusioni

Versione testata Nintendo Switch
Digital Delivery Steam, Nintendo eShop
Prezzo 16,99 €
Multiplayer.it
8.0
Lettori (3)
9.4
Il tuo voto

Revita è un roguelike ispirato e interessante, caratterizzato da una pixel art piacevolissima e da una colonna sonora di pregio. Quello che davvero spicca del progetto di BenStar è però soprattutto la visione solida e coerente di un'esperienza che punta sul peculiare bilanciamento fra potenziamenti ed energia vitale, con quest'ultima che viene utilizzata come moneta di scambio nella costante incertezza di cosa ci riserverà il prossimo tentativo. La natura procedurale delle stanze limita inevitabilmente le ambizioni del gioco, che tuttavia si accontenta degli spazi angusti del campanile in cui è ambientato e se li fa bastare, mentre ci spinge a tentare ancora e ancora la scalata.

PRO

  • Gameplay solido e impegnativo
  • Grafica e sonoro davvero ottimi
  • Tantissimi nemici, boss fight entusiasmanti

CONTRO

  • Inevitabilmente ripetitivo
  • Sa essere molto frustrante
  • Gli scenari procedurali sono solo funzionali all'azione