Dal Pc con affetto
Uscito nel 2004 su personal computer, il remake del classico datato 1987 ha riscosso all’epoca un ottimo successo tanto di critica quanto di pubblico, guadagnandosi anche un adattamento per X-box qualche mese dopo. Per la versione PSP, i programmatori hanno scelto di mantenere invariata l’esperienza di gioco e tutti i contenuti dell’originale, con qualche compromesso solo per quanto riguarda l’aspetto tecnico che comunque non è mai stato particolarmente evoluto anche in occasione del debutto su Pc. La trama che fa da sfondo alle vicende è invero piuttosto debole e banale; figlio di una famiglia di ricchi mercanti, il protagonista ha vissuto durante l’infanzia il dramma di vedere i propri cari arrestati ingiustamente, e raggiunta la maturità ha deciso di partire nel tentativo di liberarli. Ma si sa, senza denaro si può fare ben poco, e quindi quale migliore soluzione di diventare un pirata? Pirates è quindi uno strategico non particolarmente complesso ma non per questo poco coinvolgente, anzi; il maggiore pregio della produzione 2K Games, che alla resa dei conti è niente altro che una raccolta di più-o-meno-mini giochi, sta proprio nella capacità di fornire al giocatore continuamente nuovi stimoli, fino a raggiungere in breve tempo la celeberrima sindrome del “ancora 5 minuti e poi smetto”. Una volta superata un breve fase preliminare nella quale si è chiamati a scegliere le abilità specifiche del proprio alter ego, arriva il momento di iniziare il gioco vero e proprio, a partire da uno dei numerosi porti disponibili. Questi rappresentano uno dei punti nevralgici del gioco, dal momento che attraccandovi si apre di fronte al protagonista una serie di azioni che è possibile compiere nel luogo in questione. Andare alla taverna per esempio, per arruolare marinai, ottenere informazioni da barista e cameriera o acquistare oggetti e segreti da qualche losco figuro; o recarsi dal mercante, per vendere o comprare merce a prezzi interessanti, oppure riparare e potenziare le barche della propria flotta, o ancora andare a parlare col governatore per ottenere la concessione ad attaccare le imbarcazioni ostili. Una volta salpati, ci si trova di fronte alla parte maggiormente “action” del prodotto, con decine di barche di svariate bandiere da cui stare alla larga o al contrario da attaccare a proprio piacimento, dopo averne valutato il potenziale di fuoco; nel caso si scelga la via dello scontro, è necessario prestare attenzione alla direzione dei venti per utilizzarli quindi a proprio favore al fine di mettersi accanto all’imbarcazione nemica salvo poi dare il via libera ai cannoni. Le battaglie possono inoltre avere anche uno “strascico” nel caso si vada ad invaderne il ponte col proprio equipaggio, dal momento che in tal caso è necessario sfidare a duello all’arma bianca il capitano avversario attraverso un minigioco in realtà fin troppo semplicistico. Vincere questi scontri porta con sè non solo il denaro e la merce gentilmente concessa dal galeone sconfitto, ma anche la buona fama agli occhi dei governatori dei porti amici, che possono concedere le proprie figlie per un ballo (anche questo rappresentato da un minigioco estremamente semplice) col risultato di ottenere preziose informazioni anche dalle damigelle in questione. Ma ovviamente non ci sono solo i porti amici, ma anche quelli nemici, e attraccarvi significa dover tentare di infiltrarsi senza farsi scoprire dalle guardie, per non rischiare di finire qualche mese in cella. La varietà di Pirates è inoltre ulteriormente sottolineata dalle battaglie a terra, a turni, in cui al controllo di una manciata di uomini divisi in tre tipi di unità per attacchi ravvicinati o dalla distanza, si deve tentare di avere la meglio sul nemico utilizzando a proprio favore anche gli elementi del terreno o la vegetazione per potersi nascondere.
Uno strategico da consigliare
Per quanto riguarda la componente grafica, Pirates non è di certo il gioco ideale per stupire gli amici; lo stile grafico piuttosto stilizzato e i compromessi necessari per garantire l’ottima velocità dei caricamenti hanno portato un prodotto già in origine tutt’altro che impressionante dal punto di vista estetico a diventare un po’ spartano in questa edizione portatile. Ciò nonostante lo stile è certamente di buona qualità, al punto da poter far chiudere senza problemi un occhio sulle mancanze tecniche; anche il sonoro non è un granchè, estremamente povero al punto da lasciare in numerose occasioni il gioco senza nessun tipo di accompagnamento audio. Continuando con gli aspetti negativi, l’interfaccia di gioco e i menù, seppur funzionali, appaiono esageratamente minimalisti; per esempio l’ingresso nelle città, l’interazione con i personaggi e gli spostamenti nei vari locali sono esteticamente praticamente identici in qualsiasi porto si approdi, e la maggior parte delle azioni vengono gestite solamente tramite menù testuali. E leggermente altalenante è anche la qualità dei vari minigiochi, alcuni di essi -come già detto- un po’ troppo ripetitivi e poco profondi soprattutto dopo averli affrontati alcune decine di volte. Ma in linea di massima è davvero difficile non consigliare Sid Meier’s Pirates a qualsiasi possessore di PSP che abbia voglia di spendere parecchie ore con uno dei giochi di maggior valore dell’intera line-up del portatile Sony.
Commento
Sid Meier’s Pirates conferma anche su PSP l’ottima impressione che fece al suo debutto su PC e con la successiva edizione per X-box, trovando inoltre sul portatile Sony una collocazione estremamente felice grazie ad una struttura di gioco adatta a partite sia di pochi minuti che di parecchie ore. Straordinariamente coinvolgente e intrigante, la produzione 2K Games non raggiunge vette di eccellenza solamente per una componente tecnica davvero troppo spartana, soprattutto nell’interfaccia, affiancata dalla presenza di qualche minigioco non all’altezza degli altri. Ma anche con questi “difetti”, Pirates resta un gioco davvero caldamente consigliato.
Pro
- Incredibilmente coinvolgente
- Ottima varietà
- Longevo come pochi
- Veste grafica modesta
- Menù troppo spartani
- Audio insufficiente
Il fatto che PSP sia diventata la piattaforma preferita per le conversioni da altri formati non è certo stato un vanto per il portatile Sony, da sempre in grave carenza di produzioni esclusive che ne sospingano le vendite ai livelli dell’oramai irraggiungibile Nintendo DS. Ciò nonostante può capitare che una delle suddette conversioni trovi in PSP non solo un ambiente ideale per le proprie caratteristiche, ma vada addirittura a costituire uno dei titoli più consigliabili degli ultimi mesi per gli utenti dell’handheld in questione. E’ questo il caso infatti di Sid Meier’s Pirates.