Signore, mi restituirebbe gentilmente la testa?
State Of Emergency (per brevità SOE) può ricordare nella struttura di gioco le sezioni appiedate di GTAIII. Detto questo, l’utente Xbox, che invidia gli utenti della console monolitica Sony, potrebbe essere tentato di considerare il titolo che stiamo esaminando come un valido palliativo alla mancanza di GTA su piattaforma Microsoft. La versione Xbox inoltre può contare su una sostanziale differenza con la gemella su PS2: l’introduzione di quattro modalità multiplayer. Non c’è dubbio che scazzottarsi virtualmente con tre amici sia appagante, divertente, e aggiunga una dimensione ulteriore alla maggior parte dei videogiochi. Bisogna vedere se questa aggiunta sia sufficiente a risollevare le sorti di un gioco che un anno fa non aveva certo impressionato su PS2, ma andiamo con ordine. Le modalità single player di SOE sono due, Rivoluzione e Caos. Nella prima modalità vengono proposti di volta in volta degli obiettivi da raggiungere cercando di arricchire con un abbozzo di trama il massacro che si è chiamati a compiere per liberare il pianeta dalle malefiche trame della megacorporazione. Difendere gli alleati, attaccare i nemici, recuperare qualche item, sono esempi degli incarichi affidatici. Il fallimento nel conseguimento di un obiettivo obbliga a ripartire dall’inizio della missione in corso, la cui ripetizione non è eccessivamente frustrante vista la brevità della stessa. A lungo andare però la mancanza di un vero e proprio tessuto narrativo e la ripetitività degli obiettivi tende a far calare l’interesse per la modalità Rivoluzione. A quel punto è meglio buttarsi sulla modalità Caos, che getta il giocatore nella mischia lasciandolo in una libertà di azione maggiore. Anche in questa modalità vengono assegnati degli obiettivi, ma possono essere bellamente ignorati per concentrarsi sulla distruzione di massa. Di cosa si dispone per spezzare ossa, infrangere vetrine, tagliare teste? Le prime armi in dotazione sono ovviamente quelle comuni a tutti gli esseri umani: un tipo di calcio, un tipo di pugno, una presa e una mossa speciale stordente da utilizzare quando si è accerchiati. Naturalmente la soddisfazione aumenta quando si viene in possesso di armi bianche o da fuoco. Con accette, spade et similia si possono affettare i nemici o decapitarli, mentre con lanciagranate, mitragliette e lanciamissili, molotov e lanciafiamme si possono bucherellare, incendiare o far esplodere. L’ambiente che ci circonda è in qualche misura interattivo ed è consentito afferrare oggetti come sgabelli, posacenere, tabelloni pubblicitari per scagliarli contro altri oggetti o contro le persone. Un altro tipo di arma è costituito dai resti umani dei nemici sconfitti: basta avvicinarsi a un cadavere smembrato ed afferrarne un arto o il cranio per servirsene come arma contundente. Tutto questo accade sempre a un ritmo frenetico e incessante, ma la struttura troppo semplice e ripetitiva di SOE porta a noia prematura dopo poche ora di gioco. La modalità multiplayer, introdotta per l’occasione del porting su Xbox, come già accennato, soccorre la longevità di State Of Emergency. La possibilità di riempire di mazzate gli amici in quattro differenti modalità (Caos, Ultimo Clone, Deathmatch, Sopravvissuto), giocando tutti contro tutti, a squadre o in cooperazione, aumenta l’appetibilità del titolo Rockstar, che proposto al prezzo di 29.99€ acquista tutta un’altra attrattiva, tanto da diventare un acquisto decisamente appetibile per tutti gli appassionati del genere. Un plauso a Cidiverte, non nuova a questo genere d'iniziative (ricordiamo Max Payne per Pc, proposto anch'esso al lancio a prezzo ridotto).
La faccia della violenza
Rockstar dichiara che l’engine del gioco riproduce contemporaneamente su schermo fino a 250 personaggi senza rallentamenti, ed effettivamente l’area di gioco è sempre molto affollata e la fluidità è sempre costante a 60 fotogrammi al secondo. Un tripudio per gli occhi, quindi? La risposta non è positiva perché quelle duecentocinquanta persone su schermo godono di un livello di dettaglio molto basso, come si può vedere dalle foto qui sotto. Non sono inoltre presenti effetti speciali o giochi di luce. In ogni caso comunque la versione Xbox del gioco è un passo avanti rispetto alla controparte PlayStation 2, disponibile già da un anno: la grafica è più definita, le texture sono state migliorate e il frame rate è raddoppiato (l'edizione per il monolite nero Sony non superava i 30fps). La violenza del gioco viene parecchio smorzata dallo stile molto “cartoonesco” della grafica, fatto di modelli poligonali con grandi mani e piedi e decisamente caricaturale.
It’s Revolution baby
Il sonoro è di onesta qualità, negli effetti sonori e nelle musiche. Disattiverete presto queste ultime per ricorrere a una delle caratteristiche più interessanti della console Microsoft, e cioè le colonne sonore personalizzate che sono pienamente supportate da SOE. Provate a rippare un cd di sano heavy metal, magari dei Fear Factory o dei Machine Head, e inseritelo come sottofondo al gioco, o provate a giocare con una soundtrack di Beethoven per ricreare un’atmosfera surreale da “Arancia meccanica” e l’esperienza di gioco ne guadagnerà di certo.
Commento
Troppi schiaffi fanno male alle mani? Pare di sì, perché questo State Of Emergency non riesce a risollevare neppure con l’introduzione del multiplayer la qualità generale di un titolo che già un anno fa su PlayStation 2 non aveva impressionato in modo particolare. Dopo un impatto tutto sommato discretamente divertente, la poca varietà e la mancanza di una storia vera e propria si fanno sentire dopo poche ore di gioco. Certo è anche che le alternative su Xbox latitano e SOE può essere un buon diversivo alla fine di una giornata di lavoro stressante, o una new entry nei pomeriggi fra amici all’insegna dell’ultraviolenza. State Of Emergency si presenta anche sulla console Microsoft senza troppe lodi e con qualche problema di troppo, soprattutto per quanto riguarda la modalità single-player, ma a 29.99€ vale la pena di essere provato. Prendete tre amici, fateli partecipare all’acquisto e buttatevi nel massacro. Ah, dimenticavo: le schermate di gioco sono interamente tradotte in italiano.
- Pro:
- Frenetico, violento
- Possibilità di personalizzare la colonna sonora
- Supporto Multiplayer
- 29.99€, il prezzo è davvero competitivo. Un plauso a Cidiverte
- Contro:
- Ripetitivo
- Poco longevo
- Tecnicamente non eccezionale, per quanto superiore alla versione PlayStation 2
La violenza della Rockstar
Non stiamo parlando di un altro caso di violenza domestica denunciato dal convivente di qualche celebre cantante, ma della software house che ha creato uno dei brand più controversi e di successo degli ultimi anni, quel Grand Theft Auto la cui ultima incarnazione, GTA III e relativo seguito/espansione, è assurta a ruolo di Killer Application su Playstation 2. La violenza del titolo suddetto era indiscussa e, vista la ricettività del pubblico nei confronti della tematica, i nostri sviluppatori hanno pensato di proseguire lungo la stessa sanguinolenta strada. Il pretesto per sfogare i nostri istinti più bassi, detto anche trama, non è eccessivamente complicato: una megacorporazione detta legge in gran parte del pianeta, opprimendo le varie popolazioni con un regime ferreo. Un gruppo di ribelli costituisce una squadra speciale, la Freedom Force, per ostacolare i piani di globalizzazione del nemico.