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Steel Paws, la recensione del nuovo gioco action del leggendario Yu Suzuki

Ys Net ci lancia in una nuova avventura su piattaforme mobile con un gioco sorprendente, considerando anche i pochi punti di contatto con la tradizione di Yu Suzuki.

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   19/04/2025
La protagonista di Steel Paws

Dopo la difficile genesi di Shenmue 3, che peraltro non ha ancora concluso quella che sembra essere ormai una missione di vita, Yu Suzuki pare aver trovato nuova ispirazione nel panorama mobile e in particolare all'interno dei servizi in abbonamento su queste piattaforme. Ys Net è stata una delle storiche firme di cui si è fregiato Apple Arcade in quel promettente avvio dell'iniziativa della casa di Cupertino che sembrava dare interessanti spazi a sviluppatori giapponesi di un certo rilievo, cosa che si è poi persa per strada.

Successivamente, il team si è accordato con Netflix per il suo nuovo progetto, dimostrando di apprezzare soluzioni di questo tipo. Magari molti vorrebbero l'autore nuovamente al lavoro su Shenmue 4, ma la prospettiva di un recupero di stilemi arcade dall'antica tradizione Sega sulle piattaforme mobile moderne è comunque molto allettante.

Il primo tentativo è stato molto interessante: sebbene di dubbio successo, Air Twister recuperava un grande classico come Space Harrier e lo traduceva in un nuovo contesto, con elementi di progressione in stile roguelike, mettendo in scena uno sparatutto un po' ruvido ma se non altro dotato di una notevole caratterizzazione.

Anche Steel Paws, protagonista di questa recensione, ha elementi interessanti su questo fronte, ma per il resto sembra semplicemente aderire alla formula standard dei roguelike (o meglio "rogue-lite") perdendo anche quegli elementi misti di nostalgia e stranezza che emergevano dal gioco precedente. È evidente qui una maggiore attenzione alla struttura e alla progressione, ma basta qualche buona idea a emergere in un genere affollato già di titoli anche di altissimo calibro? Vediamo com'è andata.

Una torre misteriosa, una ragazza e un gatto robot

C'è un alone di mistero che ammanta un po' tutto il mondo di Steel Paws, a partire dai suoi elementi fondamentali: una ragazza combattente, una torre misteriosa e un gatto robot per amico. Tutto quello che sappiamo è che la nostra missione si basa sul conquistare la vetta di una magica torre che compare una volta ogni cento anni, portando con sé minacce e promesse di tesori inestimabili.

La protagonista in una delle sue mosse speciali
La protagonista in una delle sue mosse speciali

Si parte così dal piano terra e si visitano progressivamente i numerosi livelli di questa bizzarra struttura goticheggiante, popolata da orde di creature robotiche, con gli accessi tra un piano e l'altro controllati da grossi e potenti guardiani. È chiaramente la base fondamentale di un gioco roguelike (o rogue-lite), con la struttura a torre suddivisa in livelli graduati che ricalca perfettamente il meccanismo della ripetizione fino alla conquista del passaggio al piano successivo attraverso la sconfitta del boss.

Il gameplay si svolge come una sorta di picchiaduro a scorrimento nel quale dobbiamo eliminare orde di nemici robotici di vario tipo contando soprattutto su attacchi corpo a corpo con alcune variazioni particolari. Attacchi di base e abilità speciali possono essere attivate rispettando i tempi di ricarica, ma nella dinamica degli scontri rientra anche il compagno felino-robot che, oltre ad essere una presenza indubbiamente simpatica, combatte al nostro fianco e può essere anche lanciato o utilizzato come vera e propria arma.

La protagonista in stile anime
La protagonista in stile anime

I combattimenti tendono ad essere molto ripetitivi e hanno anche il problema di risultare un po' "inconsistenti", nel senso che si ha spesso l'impressione di passare semplicemente attraverso sciami di nemici senza "sentire" la fisicità degli scontri, cosa che in gioco incentrato sul mêlée può risultare alquanto limitante. Ben più interessanti sono gli scontri con i boss, alcuni dei quali sono davvero imponenti e pongono sfide notevoli, richiedendo di livellare regolarmente con il ricorso a un bel po' di grinding.

Progressione rogue-lite

Il sistema di progressione costante in stile rogue-lite è estremamente semplice, ma funzionale: mentre si combatte si accumulano punti esperienza e, al passaggio di livello, in sovrimpressione durante l'azione di gioco appare per qualche secondo la scelta su dove investire i nuovi bonus sbloccati tra attacco, difesa e salute massima.

Uno dei boss robotici della torre
Uno dei boss robotici della torre

È un ottimo modo per dare un po' di dinamismo alla gestione del personaggio, eliminando la necessità di ricorrere ai menù ogni pochi minuti, considerando la frequenza con cui ci si trova ad avanzare di livello in livello. Progredendo tra gli scontri è possibile raccogliere diversi tipi di valuta di gioco da investire nei potenziamenti, sia per il personaggio principale che per il compagno robotico, che può essere modificato e personalizzato in varie maniere.

Avanzando tra i piani della torre si sbloccano dei punti di accesso che consentono di tornare direttamente nell'ultima ambientazione visitata se si raggiunge il game over, cosa che capita spesso considerando la struttura del gioco.

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Quando l'energia raggiunge lo zero, la protagonista torna automaticamente all'ultimo villaggio visitato, con la possibilità di investire denaro e punti esperienza nel potenziamento di abilità e attributi. Si tratta dunque di un sistema rogue-like "leggero" e non particolarmente punitivo, sebbene sia spesso richiesto un po' di grinding per poter sconfiggere i boss di fine livello, cosa che può incrementare il senso di ripetitività generale.

Fantasy e fantascienza

La caratterizzazione bislacca è forse l'elemento che più cerca di dare un'identità a Steel Paws, che per il resto non riesce proprio a presentare degli spunti particolarmente originali. Lo strano misto tra fantasy fiabesco e fantascienza ha un gusto nipponico d'altri tempi che risulta molto piacevole, sebbene le variazioni negli scenari, con i livelli generati in maniera procedurale, siano piuttosto rare.

Uno dei primi scenari all'interno della torre
Uno dei primi scenari all'interno della torre

L'estetica è comunque riuscita, soprattutto per quanto riguarda alcuni boss robotici e il contrasto generale tra tecnologie arcane, misteriose architetture e ambientazioni naturali che ricordano quasi Laputa: Castello nel cielo di Miyazaki. È insomma lo stile a sorreggere un po' tutto il gioco, che per il resto risulta tecnologicamente un po' arcaico, con una gestione della telecamera rivedibile e un sistema di controllo poco preciso e scomodo, specialmente se si utilizzano i comandi standard via touch screen.

Conclusioni

Versione testata Android 1.1.1
Digital Delivery App Store, Google Play
Prezzo Gratis
Multiplayer.it
6.0
Lettori (6)
5.8
Il tuo voto

Si fa fatica a scorgere il tocco di Yu Suzuki in Steel Paws, che risulta essere un action rogue-lite alquanto formulaico e ben poco originale. Lo stile generale da action nipponico d'altri tempi riesce ad attirare l'attenzione, ma l'estrema ripetitività di situazioni e scenari, unita a un sistema di combattimento con ampie possibilità di evoluzione ma dal feeling poco stimolante, tendono a inficiare il gameplay. È vero che la ripetizione ossessiva è parte integrante della progressione in questo particolare sotto-genere, ma Steel Paws dopo una prima fase di curiosità non riesce a fornire sul lungo termine i forti stimoli che sono necessari per spingere costantemente a nuovi tentativi, se non per trovare ogni tanto un boss interessante o qualche affascinante variazione dello scenario. Una prova è consigliata a chiunque sia abbonato a Netflix ma è difficile trovare motivi per scegliere questo gioco rispetto ad altri esponenti dello stesso genere.

PRO

  • La caratterizzazione e l'ambientazione sono interessanti
  • Azione immediata e progressione costante funzionano bene sulle prime
  • Alcuni boss sono stimolanti

CONTRO

  • Controlli imprecisi e scarsa sensazione di fisicità negli scontri
  • Fisiologicamente ripetitivo, con pochi stimoli a proseguire a lungo