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Super Breakout

Direttamente dagli anni '70, torna alla ribalta un classico che ha fatto la storia dei videogame: Breakout! Realizzata dagli esperti sviluppatori di Glu, questa nuovissima riduzione mobile del capolavoro targato Atari ci dà la possibilità di cimentarci con una modalità di gioco del tutto inedita e ricca di potenziamenti, oltre che con una riproposizione dell'originale.

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   24/07/2008
Super Breakout
Super Breakout
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Era il lontano 1976 quando Nolan Bushnell e Steve Bristow crearono Breakout, un gioco da sala che riprendeva i concetti alla base di Pong per dotarli di un particolare spessore: alla guida della solita "bacchetta", bisognava sì far rimbalzare la "pallina" ogni volta che finiva nella parte bassa dello schermo, ma non c'era un avversario umano da battere. Al suo posto un muro di mattoni ogni volta diverso, che si smontava pezzo per pezzo ogni volta che la pallina ci finiva contro. Lo scopo di ogni stage era distruggere tutti i mattoncini, chiaramente, e per riuscire nell'impresa si poteva muovere la bacchetta in modo da conferire al rimbalzo una certa traiettoria. Il successo del gioco spinse Atari a crearne una versione potenziata appena due anni dopo, e a convertire entrambi i prodotti per le proprie console casalinghe. Nel corso degli anni, Breakout è apparso su diverse piattaforme, in tutte le salse, prestandosi perfettamente anche a varie riduzioni per cellulare.

Super Breakout ci mette a disposizione due modalità di gioco: quella inedita e quella classica. La prima ci vede affrontare un gran numero di stage in cui l'obiettivo è sempre il solito, ovvero distruggere tutti i mattoncini, ma per raggiungerlo dovremo tenere conto di una serie di fattori diversi. Innanzitutto, come nel Breakout originale, la disposizione dei mattoni non è sempre la stessa e spesso la posizione di alcune mura è "strategica", pensata per metterci in difficoltà con i rimbalzi. In secondo luogo, non tutti i mattoni vantano la medesima resistenza all'impatto: alcuni si disintegreranno con un unico tocco, altri ne richiederanno diversi. Infine, dovremo aspettarci la comparsa di numerosissimi potenziamenti, che in questa rivisitazione targata Glu hanno davvero un ruolo di primo piano: ci consentiranno di sparare, di aumentare o diminuire la larghezza della bacchetta, di duplicarne la forma, di aumentare le palline in gioco, di controllare la traiettoria di ogni rimbalzo, ecc. Una delle novità più importanti è rappresentata dalla presenza dei boss, ovvero di nemici dotati di una propria intelligenza e costituiti anch'essi da mattoni, che dovremo affrontare ogni tot livelli e che aggiungono ulteriore spessore all'esperienza. Di fianco alla modalità di gioco inedita figura quella classica, in cui possiamo scegliere una "configurazione" iniziale per poi perderci nel gameplay originale di Breakout, riproposto in modo molto fedele: un'aggiunta davvero di grande valore, soprattutto per i nostalgici.

A livello artistico, rivisitare un classico dei videogame non è mai un'impresa semplice, anche quando ci si trova di fronte a un titolo come Breakout, appartenente addirittura all'epoca degli arcade bicromatici. Ad ogni modo, è arduo criticare il lavoro svolto da Glu in questo caso: gli stage sono tutti colorati e sgargianti, senza particolari pretese, mentre la bacchetta è stata trasformata dalla semplice linea che era in un dispositivo tecnologico, dotato di animazioni proprie, che si trasforma a seconda del potenziamento e il cui controllo risulta sempre pronto e preciso. Il commento sonoro è affidato a una serie di musiche MIDI che non fanno miracoli ma svolgono dignitosamente il proprio compito, accompagnando l'azione senza disturbare.

Conclusioni

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Lettori
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Super Breakout è un ottimo esempio di come si possa rendere attuale un videogame d'altri tempi: il gameplay originale è stato ottimizzato ma non snaturato, lasciando immutata la velocità della pallina (che sulle prime potrebbe sembrare troppo lenta) ma aggiungendo una serie di elementi capaci di aumentare la varietà e il coinvolgimento. I numerosi potenziamenti, la particolare struttura degli stage, i boss e la presenza della modalità originale sono tutti fattori che contribuiscono alla riuscita di questo remake, che si pone come un prodotto ottimo sotto tutti i punti di vista: consigliato a tutti, non solo ai nostalgici.

PRO

CONTRO

PRO

  • Due modalità di gioco
  • Ottimo il sistema dei potenziamenti
  • Classico e innovativo al contempo

CONTRO

  • Azione un po' lenta
  • Se odiate l'originale, non fa per voi
  • Qualche piccola incertezza nei controlli