Agendo nell'ombra, nei panni di un ninja scelto tra una rosa di più personaggi, inizialmente limitata ai quattro protagonisti ma destinata ad ampliarsi dopo qualche partita, il videogamer deve affrontare una serie di missioni atte a smascherare l’ intricato complotto messo in atto da alcuni individui per spodestare il Signorotto per cui lavoriamo, Gohda. Tali missioni hanno diversi scopi e obiettivi fra loro da raggiungere, e consistono generalmente nello scovare e uccidere un particolare nemico oppure raccogliere determinati oggetti preziosi, etc, in modo da permettere alla trama d dipanarsi lentamente. Ogni scenario è strutturato su molteplici altitudini, e studiato in modo tale da offrire un buon livello di sfida all’utente, che dovrà di volta in volta pianificare al meglio le proprie azioni cercando di non dare nell'occhio ai potenziali nemici nei dintorni delle varie aree. Peccato che da un punto di vista estetico molti scenari appaiano troppo scarni, geometrizzati, non all’altezza delle potenzialità di PsP. Almeno negli esterni. Pensiamo ad esempio ai quartieri dove si svolgono alcune missioni e le relative abitazioni: esse sono un lungo ripetersi di paraventi con ai lati giardini costeggiati dai soliti muri scialbi, oppure ancora solcati da ruscelli rettilinei. Fortuna che le cose cambiano un po’ negli interni, che presentano dei dettagli più che dignitosi e nelle animazioni dei personaggi. Ma torniamo alla parte inerente al gameplay. Dicevamo dell’importanza di agire nell’ombra sfruttando i vari elementi naturali dietro ai quali nascondersi e colpire in silenzio. In questi frangenti Tenchu mostra purtroppo quelle che sono le sue lacune più evidenti. Lacune che minano in buona parte un possibile giudizio totalmente positivo. La telecamera è una delle peggiori mai viste in un videogioco, e poco importa se quest'ultima può essere controllata dall'utente con il tasto R.
Il protagonista occupa troppa parte dello schermo e l'azione è ripresa ad altezza uomo: in questo modo tutto ciò che stà davanti a noi risulta assolutamente invisibile, o quasi, il che, unito alla scarsa profondità del campo visivo del nostro povero ninja, che non vede a pochi metri davanti a se, contribuisce a snervanti fasi di alternanza fra la visuale in soggettiva e quella normale da parte del videogamer, nel tentativo di capire perlomeno come muoversi. Col rischio di essere beccato. Di contro, infatti, i contadini dei villaggi che ci troveremo a visitare per alcune missioni riescono a vederci a decine di metri di distanza sbraitando così molto prima che noi si possa zittirli, e mettendo in allarme le guardie. Queste ultime hanno una IA abbastanza primitiva, al punto tale che essa gli farà compiere delle azioni piuttosto illogiche, rovinandovi involontariamente certe azioni pianificate con certosina pazienza, che puntavano tutto sul fattore sorpresa. E costringendovi quindi ad abbandonare ogni minimo aspetto stealth della missione in corso per caotici scontri frontali “taglia&ammazza”. Oltre allo “Story mode” in Tenchu – Time of the Assassins sono presenti, come accennato poco fa, altre interessanti modalità di gioco, come quella denominata "Mission mode", che consiste nel far compiere al nostro Pg, scelto fra quelli disponibili, una lunga serie di piccoli incarichi non legati tra loro da alcuna trama, strutturati in modo da mettere a dura prova il videogiocatore, e il "Multiplayer", che permette a quattro possessori di Playstation Portable (e relativo UMD del gioco -Ndr) di sfidarsi in modalità death-match all'interno di diverse arene, molte delle quali potrete crearle da voi attraverso l'apposito Level Editor. Unica pecca: l'assenza della stessa modalità per il gioco online. Nota a margine per il comparto audio, che può vantare un buon doppiaggio in inglese delle cut-scene e dei brani musicali che accompagnano sia le fasi salienti del gioco che la selezione nei vari menù.
Conclusioni
Tenchu – Time of The Assassins è un gioco riservato quasi esclusivamente ai fans della serie più incalliti. Pur rivelandosi a conti fatti il miglior Tenchu della saga, con le sue ambientazioni e la sua grande longevità, il titolo From Software pecca dal punto di vista tecnico-strutturale. La limitata profondità del campo visivo e la scarsa IA dei nemici rischiano di demotivare fin da subito i videogamer occasionali o alla prima esperienza con questa serie. Nell’ insieme, quindi, Time of the Assassins è un buon adattamento portatile, ma essendo oramai tecnicamente superato, viene penalizzato da alcuni difetti di programmazione e nel gameplay.
- Pro:
- Longevità elevatissima.
- Editor dei livelli praticamente immenso.
- Ambientazione carina.
- Contro:
- IA dei nemici da rivedere.
- Gestione delle telecamere pessime, che rovina direttamente il gameplay.
- A volte frustrante.
Ci sono cose che cambiano col passare del tempo, e altre che rimangono tali e quali per secoli. Anche nel mondo dei videogames è così: passano gli anni ma ci sono alcune cose che restano immutate: una di queste è la struttura di gioco della serie Tenchu. Se la maggior parte dei videogiochi seriali hanno saputo, chi più, chi meno, evolversi, crescere, adattandosi alle esigenze dei videogamers odierni e alle “ex” next-generation console's, il titolo From Software è rimasto pressocchè lo steso delle prime apparizioni su Psx. La collaudata struttura action/stealth inaugurata dal primo capitolo per la prima console Sony, infatti, non è stata mai aggiornata, attualizzata, così da rimanere ancorata al suo passato. Per alcuni questo può costituire un bene, poichè "innovare" non sempre fa rima con "migliorare". Per altri invece, potrebbe significare un limite, visto che la tecnologia avanza, e i gusti degli appassionati cambiano, e cio' che prima sembrava bello col tempo può risultare brutto, obsoleto. Tenchu – Time of the Assassins punta buona parte del suo gameplay ancora una volta sulla “tradizione”, su un concepì che fa della strategia (quando almeno la stupidità degli avversari non la rende vana) condita con una discreta rapidità di esecuzione delle azioni il suo punto di forza.