Dall’America all’Egitto, dall’Egitto all’Italia
Dopotutto, chi resisterebbe all’idea di affrontare un viaggio in Egitto, tra locazioni esotiche, prendendo a pugni e calci mummie, scarabei, cercando amuleti e quant’altro possa servire a Rick O’Connel, sua moglie Evy ed il loro rampollo Alex.
Dopo questo preambolo, è il momento di analizzare il lavoro svolto da Ubi Studios, team di sviluppo interamente composto da italiani, nonchè già responsabile della conversione di Rayman per Game Boy Color e dell’imminente Tomb Raider: The Prophecy.
Imhotep è tornato!
Chi ha già visto le 2 pellicole ultramilardarie, avrà già fatto conoscenza con Rick O’Connel, il temerario avventuriero, a metà tra l’impavido e lo smargiasso, passando per momenti in cui ricorda i classici eroi, in grado di picchiare più e più nemici come se nulla fosse, ed altri da perfetto latin lover (er.. Ndr), nonché con sua moglie Evy (che difficilmente potrà scordare il suo primo bacio con Rick, fatto prigioniero nella prima pellicola), capricciosa, sbadata ma con un coraggio da vendere ed Alex, il classico discolo con il quale nessun genitore vorrebbe avere a che fare, sebbene dimostri, sin da piccolo, di seguire fedelmente le orme dei suoi “vecchi”.
Imhotep è tornato!
Loro nemico storico è Imhotep, la Mummia, tornato già per ben due volte in vita al cinema (e in vhs e dvd, ovviamente) ed ivi pronto a fare tris se i nostri eroi (magari con l’aiuto di Ardeth Bay, novello Sandokan di questi anni, comunque personaggio tra i più carismatici della saga) non glielo impediranno. Un lungo viaggio attende quindi il videogiocatore, ansioso di aiutare gli O’Connel a fermare la nuova resurrezione della Mummia, trovando anzitempo il Libro dei Morti, con il quale è possibile detta resurrezione; dal Cairo a Giza, passando per Hamanunaptra, saranno decine le locazioni da visitare, immerse nell’ostile deserto dell’Egitto, chiacchierando con i personaggi non giocanti ivi preposti, tra bauli zeppi di monete d’oro da scoperchiare e antichissime tombe da profanare.
Il gameplay
Ubi Studios, di sicuro, licenza alla mano, deve aver vagliato attentamente, da una parte, che genere di videogame potesse scaturire da un così fortunato franchise (di per sé bell e pronto per una conversione in chiave videoludica), dall’altra parte, bisognava anche cercare d’integrare gameplay e meccanica di gioco con il plot, comunque importantissimo nell’economia di The Mummy, edizione videogiocosa per il 32 bit portatile Nintendo.
Il gameplay
Il risultato è stato un mix tra avventura, azione che ricorda tantissimo The Legend Of Zelda (versione Nes, Game Boy Color e non), nonché il meno conosciuto Story Of Thor per Sega Megadrive e Saturn, con un occhio di riguardo per il frizzante Lost Vikings, apparso su Amiga e Super Nintendo.
La visuale adottata è a volo d’uccello, il giocatore è tenuto, nei qualsivoglia panni di Rick, Evy o Alex, a togliere di mezzo i tanti nemici che intralceranno i nostri beniamini, grazie anche alla possibilità di chiacchierare con la gente del posto, decifrare linguaggi comprensibili solo ad Evy ed ubicati sulla superficie di alcuni geroglifici, e facendo il pieno di (importantissime) monete d’oro, barattabili in alcuni punti, in cambio di un ritorno in vita immediato per coloro che l'hanno perso durante qualche scontro.
La possibilità di far tornare in vita i membri della nostra allegra famigliola è un opzione quantomeno da benedire, visto che determinate zone possono essere superate solo con specifiche abilità attribuite ad un unico membro del party: se Rick è, come detto in precedenza, il picchiatore del gruppo (nonché l’esperto di dinamite), ad Evy è affidato il pesante fardello di tradurre i geroglifici sugli obelischi, nonché il compito di scivolare su alcuni trabocchetti, letali per il suo biondo marito e per Alex, l’unico del lotto in grado di lanciare alcune tipologie di sortilegi (quattro, per amor della precisione), nonchè aprire forzieri contenenti delle chiavi a forma di scorpione, senza le quali, nessuna delle varie cripte annessa alle 4 locazioni principali potrà essere visitata in lungo ed in largo (da qui il precedente rimando al bellissimo The Lost Vikings d’Interplay ed ai suoi 3 eterogenei protagonisti).
Il gameplay
Attimi da picchiaduro a scorrimento e scene molto rpg style costituiscono l’offerta videoludica di questo tie in made in Italy, privo, purtroppo, di quella varietà di situazioni che aiuta a tenere vivo l’interesse a lungo, nonostante il gameplay risulti convincente, soprattutto nei primi momenti, dove (in primis i fan) è davvero soddisfacente scoprire come la formula di gioco funzioni davvero a puntino, tra qualche scorpione rimandato al mittente da Rick, trappole e linguaggi antichi da superare senza sforzi con Evy, nonchè magie da imparare e particolari scrigni da rovistare con cura con il vispo Alex, possessore del bracciale di Osiride (come già visto in Mummy Returns). Un sistema di password (a 4 cifre), infine, permette di ricominciare la propria partita con gli items più importanti già in proprio possesso, a scapito di monete d'oro che andranno riconquistate, forziere dopo forziere.
Grafica e sonoro...egiziani?
La realizzazione tecnica de La Mummia lascia un pò perplessi: sebbene gli sprite principali siano pre-renderizzati e di qualità più che discreta, cosi come lo sono le loro animazioni (eccezion fatta per una manciata di queste ultime), non si può che storcere il naso guardando i nemici, la cui quantità è davvero troppo esigua per rappresentare una degna sfida; può capitare inoltre che, in caso si giochi in condizioni di luminosità poco favorevoli (ma neanche da tempesta o fitta nebbia, se è per questo), la posizione di alcuni nemici (per un contrasto poco riuscito tra alcuni sprite e determinati fondali) è difficilmente ravvisabile, a scapito dell'utente, che perde parte della propria barra energetica senza rendersi neanche conto di quant' appena accaduto.
Grafica e sonoro...egiziani?
Nella media anche il versante sonoro se si pensa alle musiche, di qualità non certo eclatante e dai temi decisamente poco ispirati, nella norma invece gli urletti digitalizzati dei tre protagonsti mentre veramente belli e, soprattutto, azzeccati, gli effetti sonori.
Conclusioni
La Mummia è, alla fine dei conti, un discreto videogioco d'azione, contorniato da elementi da picchiaduro a scorrimento e da gioco di ruolo, che danno vita ad un felice connubio che ha portato alla creazione di un ottimo prodotto che consigliamo in primis ai fan dei film, agli appassionati degli arcade/adventure (tutti coloro che sbavano in attesa della conversione tascabile di The Legend Of Zelda: A Link To The Past), nonchè a chi ama (e a ragione) l'Egitto. Con un plot non sempre brillante, una realizzazione tecnica nel complesso discreta ed un gameplay che però alla lunga comincia ad essere ripetitivo (gli aficionados del genere non dovrebbero mollarlo prima di averlo terminato, quasi utopistico pensare di risolverlo una seconda volta), La Mummia è un discreto prodotto che merita l'attenzione delle categorie di fan summenzionate qualche riga più in alto, con la consapevolezza, però, che con più varietà ed un maggior impegno verso la grafica ed il sonoro, adesso si parlerebbe di capolavoro e non, "soltanto", di un bel gioco.
- Pro:
- Irresistibile l'idea dei 3 personaggi switchabili
- Longevità sopra la media
- Contro:
- Grafica e sonoro meritavano maggiore cura
- La noia potrebbe giungere un pò troppo presto
Dall’America all’Egitto, dall’Egitto all’Italia
Tra i più grandi kolossal recentemente prodotti da Hollywood, la saga della Mummia è stata sicuramente tra quelle più apprezzate in tutte le più grandi platee mondali, grazie ad un sapiente mix d’avventura, pestaggi, ironia e mistero, il tutto contorniato da quel luogo da sogno che è l’ Egitto.
Il successone riscosso, sebbene avverso ad una non trascurabile fetta di appassionati di cinema, in primis fan della pellicola anni ’30 alla quale i produttori de La Mummia, edizione ventunesimo secolo, non hanno mai negato d’aver attinto (per compierel'ennesima operazione di remake), deve aver convinto Ubisoft ad accaparrarsi i diritti per l’ennesimo tie in per Game Boy Advance.